dιcιoттo.

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I famigliari di Jimin se n'erano andati già da parecchi giorni. Avevano tenuto d'occhio la loro nipotina con grande piacere, passando assieme a lei del tempo che fu prezioso anche per la piccolina. Avvantaggiarono ulteriormente Jimin, che riuscì a lavorare tranquillo, sapendola in buone mani -non che con Yoongi non lo fosse, ma suvvia-, dando così un paio di giorni al babysitter, il quale ricevette un po' di meritato riposo.

Ma dopo l'avvenimento accaduto tra i vicoli del ristorante, Yoongi non si fece mai più sentire. Neanche una chiamata o un misero messaggio; niente di niente. Jimin ci pensava ogni volta che gli capitasse di chiudere gli occhi, rivivendo la stessa scena di quel momento. Gli occhi vuoti e inespressivi del maggiore gli imperturbavano l'anima, costringendolo a scacciare via qualsiasi azione impulsiva, ma era assai arduo quando il silenzio incombeva la mente e il respiro irregolare si infiltrava nelle orecchie, assordante come pochi suoni.

Non capiva davvero cos'avesse fatto di male tanto da allontanarlo in quel modo. Solitamente era un ragazzo calmo e comprensivo, oltre ad essere paziente. Qualla sfaccettatura del suo carattere era totalmente invisibile agli occhi del minore, quindi gli interrogativi predominavano le sue insicurezze e creavano scompigli sulla vita quotidiana, come stava succedendo in quel preciso istante. Kyung Soo si aggrappò alle gambe del padre, scrutandolo con i suoi enormi occhioni color nocciola.

"Papà, mi ascolti?" le iridi di Jimin si posizonarono sul volto della propria bambina, che imbronciata continuava a guardarlo di sottecchi. Una sensazione d'affetto lo travolse, e curvando gli angoli delle labbra in un piccolo sorriso, la afferrò, caricandosela sul grembo.

"Dimmi, Soo. Ti ascolto." questa volta l'attenzione era rivolta unicamente a lei, mentre le scostava i capelli dietro l'orecchio e in silenzio, attendeva le sue parole. La piccola annuì impercettibilmente, giocando nel frattempo con le collane del padre.

"Kai oggi ha detto che gli piaccio!" tubò allegramente, mostrando i pochi dentiti che caratterizzavano il suo sorriso. Jimin spalancò gli occhi, mettendosi seduto, e di slancio carpì la piccola, ancora sulle sue gambe, che stette per cadere.

"Kai davvero te l'ha detto?" replicò questo, non riuscendo a nascondere una punta di gelosia nel tono della voce, ma la bambina semplicemente annuì orgogliosa, aumentando il fastidio ridicolo all'altezza del suo petto. Si morse il labbro, sforzandosi di essere contento per la sua piccola figlia, infondo avevano soltanto due anni. Perché essere gelosi di bambini ancora in crescita? Era pazzesco, se qualcuno l'avesse sentito gli sarebbe scoppiato a ridere in faccia.

"Se prova a darti anche solo un bacio innocente, tu non accettarlo, ok?" le chiese speranzoso di ricevere l'ennesimo cenno positivo, nonostante la chiacchierata interiore di prima, non riusciva ad accettare che la sua apprezzasse un'altro uomo al di fuori del suo prezioso padre. Sono malato, pensò Jimin, rilasciando un sospiro.

Kyung Soo si ammutolì, e ben presto le sue paffute guance si accesero di un leggero rosa tenue, che non passò di certo inosservato all'altro. "Ti ha dato un bacio?" esclamò, prendendole il minuscolo visino tra i palmi delle mani, mentre lei annuiva confusa.

È solo una bambina. Sono solo dei bambini.

"Ma tu sei mia!" sbuffò Jimin, cadendo nuovamente sullo schienale del divano, in una posizione supina. Poi però si rialzò, incastrando gli occhi con quelli della figlia. "Hey, che sia l'ultimo. Niente più baci fino ai sedici anni, capito?" affermò, serio. "Anzi, fino ai diciotto! Niente più effusioni spinte in pubblico e tantomeno in privato."

Kyung Soo parve turbata dal suo comportamento, così si limitò ad ignorarlo, non comprendendo i suoi strambi discorsi. "Ha anche detto che sono carina!" la voce infantile della più piccola si alzò di qualche ottava, gesto dettato dall'imbarazzo notevole, infine mostrò il suo polso, avvolto da un piccolo braccialetto realizzato a mano e con un cuoricino al centro. "Me l'ha dato Kai oppa, e mi ha anche chiesto se volevo sposarlo!"

Jimin si strozzò con la sua stessa saliva, tenendosi il cuore con una mano, tralasciando gli errori di passaggio. Infondo era ancora piccolina.

"Che colpo, davvero. Questo ovviamente non succederà mai, quel braccialetto è brut-" il padre si interruppe prima di oltrepassare quella fine riga di salvezza, e sbuffò di nuovo, incrociando le braccia al petto. "Buon per te." borbottò, incavolato.

Kyung Soo ridacchiò dolcemente, battendo assieme le mani prima di buttarsi sul corpo del padre e stringersi a lui, posando la faccia sopra il suo petto. "Ti voglio bene, sei il miglior papà del mondo!" urlacchiò contenta, depositandogli un bacio sulle labbra, che lentamente si incresparono in un sorriso colmo d'amore, spazzando via il broncio precedente.

Le sue braccia si avvolsero attorno alla minuscola vita di Kyung Soo, stringendola a sé. Era così fortunato ad averla nella sua vita..

"Ti voglio bene anche io, fiorellino."

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soft. soft. s o f t.

❝ Cwtch ❞  ━ YOONMIN.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora