dιcιannove.

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La pioggia scorreva indaffarata, inzuppando gli indumenti dei passanti sprovvisti di un riparo. Tra quelli, il ragazzo dai capelli arancioni selezionava i vialetti desolati, in cerca di un tetto nel quale sottostare, attendendo la fine della tempesta. Purtroppo per lui, si trovava in un'area piuttosto riservata: all'interno di essa, soltanto appartamenti. Jimin arricciò il naso, stufo. Era tutta colpa di Min Yoongi se in quel momento si ritrovava fradico dalla testa ai piedi, completamente raffreddato e con una possibile ed eventuale febbre. Se questo non avesse avuto la brillante idea di ignorarlo per tutti quei giorni, chiamate e messaggi compresi, a quel punto sarebbe rinchiuso felicemente tra le pareti della propria casa, godendosi i pochi giorni di ferie assieme a sua figlia.

Alzò il cappuccio del giubbotto sul capo, coprendo parzialmente i capelli dall'umidità fredda e dalle gocce d'acqua sempre più irruenti, osservandosi attorno. Dannato Yoongi, per questo dovrà darmi delle spiegazioni.

"Che diamine faccio, ora? Mi ricordo solo il quartiere.." sbuffò contrariato, stringendosi nelle spalle per via del gelo.

"Che ci fai qui?" una voce sovrastò il suono della pioggia, mentre si avvicinava alla figura di Jimin fino ad ergere un ombrello sulla sua testa, nel tentativo di celarlo dal rovescio.

L'arancio si voltò curioso, trovandosi davanti il massiccio corpo di Jungkook, avvolto da un lungo cappotto nero e una leggera sciarpa a fasciargli il collo. Dopo l'avvenimento accaduto nei pressi del ristorante, nessuno dei due ripescò l'argomento: Jimin troppo imbarazzato dal bacio, e Jungkook paziente come d'abitudine. Avrebbero dovuto parlarne, così si ripteva il maggiore, eppure risultava così complicato da camuffare ogni problema, archiviandoli per un'altra circostanza.

"Hey, Jungkook." lo salutò, abbozzando un piccolo sorriso nervoso, "Sto andando a trovare un amico, tu che ci fai da queste parti?"

"Vado a lavoro, tra un'ora inizia il mio turno." si limitò a stringersi nella spalle, scoccandogli poi un'occhiata confusa. "E perché sei qui, sotto la pioggia?" chiese, notando i vestiti madidi d'acqua, il corpo del più basso che tremava in preda ai brividi.

Jimin si grattò la testa in imbarazzo, rifiutandosi di incontrare i suoi occhi. Che vergogna. "Uhm.. mi sono perso." soffiò, faticando a credere che Jungkook l'avesse sentito. Ma così fu, e nonostante tutto, questi non riuscì a sopprimere una risata.
L'altro lo fissò, imbronciandosi subito.

"Smettila di prendermi in giro, non c'è nulla da ridere!"

"Come fai a perderti se vivi praticamente a due minuti da qua?" mormorò, divertito.

"Tutto è possibile." borbottò offeso, alzando gli occhi al cielo. Il minore continuò ad esaminarlo per un paio di minuti, senza dire nient'altro. Lo sguardo inteso bruciava la nuca di Jimin, che interdetto alzò le iridi, solo per ritrovarsi due labbra morbide e sottili posarsi velocemente sulle sue. Le sue pupille si dilatarono, cercando di capire cosa stesse accadendo, il cuore prese a battere ritmicamente, dettato dalla paura di sbagliare gesta, fino a quando non le percepì muoversi, lente, in un bacio quasi soave.

La mano di Jungkook incontrò il suo fianco, attirandolo contro di sé nel tentativo di avvicinarlo il più possibile, e Jimin non riuscì a replicare. Si lasciò semplicemente trasportare dall'inerzia degli avvenimenti, socchiudendo le palpebre per assaporare il gusto aromatico di menta che presentava il corvino. La mano andò a carpire l'estremità della sua camicia, mentre schiudeva la bocca affinché l'altro introducesse la lingua all'interno della propria cavità orale. Jungkook accarezzò dolcemente la gemella, strappando un mugolio d'approvazione al più grande.

Poi, un colpo di tosse li distrasse, e Jimin volle sprofondare dalla vergogna non appena intuì chi fosse. "Ciao anche a te, Jimin." il tono distaccato che usò Yoongi per rivolgersi a lui, lo ferì, ma cercò comunque di sorvolare.

Si allontanò impacciatamente da Jungkook, sistemandosi come meglio poteva, prima di girarsi ad affrontarlo. "Perché, con tutte le persone che avrei potuto incontrare, esattamente lui mi tocca?"

"Ti stavo cercando." disse Jimin, mordendosi il labbro quando vide Yoongi sorride falsamente.

"Certo, si nota." rispose infatti, non premurandosi neanche di nascondere l'acidità nella voce. Jungkook avanzò di un passo, pronto a difendere Jimin, ma questo lo precedette notando le sue intenzioni, così lo ammonì con lo sguardo di starsene al suo posto.

"Possiamo parlare da un'altra parte?" Jimin lo scongiurò, volendo davvero chiarire quella situazione strana e disagiante, perché si sentiva scomodo e non sopportava l'idea di essere trattato così senza delle spiegazioni plausibili. Inoltre, quella sfumatura di Yoongi era insolita, Jimin era abituato alla sua parte responsabile e pacata, vederlo ora nelle attuali vesti, lo smarrì.

Il ragazzo lanciò un'occhiata prima a Jungkook, che lo stava fulminando con lo sguardo, e poi al padre di Kyung Soo, osservando le sue labbra più gonfie di quanto già non fossero, dovuto -palesemente- allo scambio di baci tra i due. A quella vista, strinse i denti, imponendosi di scacciare via la sensazione di gelosia che lo stava invadendo. Non capiva neppure il motivo di tutto ciò. Anzi, lo faceva impazzire non possedere le redini della sua vita com'era di consuetudine. Cos'era cambiato da un giorno all'altro? Perché voleva sfogare la sua rabbia sul volto immacolato del corvino e tenere il muso, invece, -come un bambino infantile- a Jimin?

Perché, se precedentemente non provava nient'altro che affetto dovuto ai legami lavorativi, nei suoi confronti?

"Non mi pare una buona idea. Passa del tempo con il tuo ragazzo, io devo sbrigare delle cose." gli rifilò la prima scusa acaparrata sul momento, infilando le mani nelle tasche della propria giacca di pelle, per nascondere l'irruente desiderio di afferrarlo da un braccio e trascinarlo via con sé.

Yoongi non salutò, semplicemente soprassò i due ragazzi, continuando per la sua strada. Si astenne con tutta la forza di volontà per non dare una spallata al corvino, e ignorò i richiami disperati di Jimin. Sospirando, iniziò a calciare dei sassolini al suo passaggio. La pioggia era diminuita fino a diventate un lieve piovigginare,ma andava bene così. La pioggia lo aiutava a schiarirsi le idee, riordinare i pensieri. Non in quel caso, ma suvvia. Ci aveva comunque provato.

"Yoongi, dannazione fermati!" gridò una voce morbida alle sue spalle, intrisa di affanno. Eseguì l'ordine, e arrestò i propri passi, promettendosi di non cedere ai suoi grandi occhi da cerbiatto o alle guance prosperose che si ritrovava. Niente di tutto questo, Yoongi.

Quando Jimin lo raggiunse con il fiato corto e i capelli scompigliati dal vento, Yoongi grugnì internamente e quasi non mandò a quel paese i propositi iniziali.

"Hyung, mi dici che ti succede? Perché mi ignori e perché sei così.. apatico? Ho sbagliato? Succede qualcosa per la quale sei arrabbiato? Stai ma-"

Jimin si interruppe quando il maggiore lo spinse contro la parete di un edificio, schiaffando i palmi ai lati della sua testa mentre si avvicinava pericolosamente al suo volto. "Rispondimi a questa domanda: io sono il babysitter di Kyung Soo, giusto?" il cuore di Jimin perse un battito, per la seconda volta nel giro di pochi minuti e si domandò del perché situazioni del genere capitassero soltanto a lui.

Si limitò ad annuire, deglutendo sotto il suo sguardo vispo. La vicinanza era minima e Jimin non sopportava più il suo fiato caldo pungere asfissiante sulla sua bocca, bloccato da ogni via d'uscita.

"Bene, allora devi sapere che tale deve rimere. A tutti i costi, intesi?" inclinò la testa di lato, studiando il viso arrossato del minore, che si morse il labbro per non fiatare. Yoongi distolse subito lo sguardo, trattenendosi dal compiere azioni del tutto avventate, prima di staccarsi, seppellendo le dita raggrinzite dal vento all'interno del cappotto.

"Ci vediamo domenica." e con questo, Yoongi si dileguò, lasciando Jimin sconvolto sul ciglio della strada.

🥀

lo sto scrivendo alle 2:22 di notte, mi pare ovvio che faccia schifo ugh

❝ Cwtch ❞  ━ YOONMIN.Where stories live. Discover now