Capitolo 1

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I miei capelli castani, svolazzavano con il vento di fine estate che entrava nell'auto della direttrice dell'orfanotrofio.

"Dai, cara, scendi, siamo arrivati" mi disse Miss Lewis, scendendo dalla sua jeep verde boscaglia.

Aprii lo sportello, scendendo e seguendo Miss Lewis lungo il vialetto della casa in cui dovró restare per fare tre mesi di prova per decidere se restare lì o meno, altrimenti mi trasferiró con un'altra famiglia adottiva in America, ma ho già perso la mia casa e le persone che amo, oltre ad essere stata trascinata via da Melbourne, la mia città natale, per trascorrere la mia estate in un orfanotrofio, non lasceró anche il paese dove sono cresciuta, l'Australia.

Miss Lewis suonó al campanello, e dopo poco una signora bionda dai profondi occhi color nocciola ci venne ad aprire.

"Salve, signora, sono Miss Lewis, dell'orfanotrofio, lei é la ragazza che dovrà fare i tre mesi di prova qui con voi" disse Miss Lewis con tono formale.

La signora ci sorrise, prima di chiamare tutti gli altri membri della famiglia, annunciandogli che la nuova ragazza - io fino a prova contraria - era arrivata.

"Prego, prego, entra pure tesoro" mi disse la signora bionda, facendomi segno di seguirla dentro la casa, dopo che Miss Lewis se n'era andata e mi aveva lasciato la valigia all'ingresso.

Mi fece sedere su una poltrona vicino ad un divano di pelle beige, sedendosi vicino ad un uomo alto dai capelli neri e luminosi occhi azzurri.

"Lei é Connie, nostra figlia minore" prese la ragazzina dai capelli castano chiaro e occhi dello stesso colore in braccio.

La bimba si divincoló dalla stretta della madre, venendo verso di me.

"Ciao, io sono Connie, ho sei anni, certo che sei proprio bella, mi piacciono i tuoi capelli, il blu é il colore preferito di mio fratello, come la tua maglietta, sono sicura che gli piacerai tantissimo, magari puoi diventare la sua fidanzata" disse Connie tutto d'un fiato.

"Connie, lascia stare la fanciulla" disse la signora bionda riprendendola in braccio "Il maggiore sta scendendo" mi disse la signora, giocando con le mani piccole della bambina.

"Eccomi" un ragazzo biondo scese le scale entrando in salotto, puntandomi i suoi profondi occhi azzurri addosso.

I miei occhi guardarono incuriositi l'anellino nero sul lato sinistro del suo labbro inferiore.

"É lei la ragazza?" chiese ai genitori il ragazzo biondo, sedendosi sulla poltrona dall'altra parte del divano, divisa dalla mia dal tavolino rettangolare di vetro al centro della stanza.

L'uomo dagli occhi azzurri annuì al figlio, prima che quest'ultimo tornasse a creare un contatto visivo con i miei occhi castani, puntati dai suoi.

"Come ti chiami?" mi chiese con voce profonda e calma, sorridendomi, facendo spuntare una fossetta sulla sua guancia destra.

"Camilla" dissi arrossendo leggermente, guardando in basso le mie mani giunte sul mio grembo.

"Io sono Luke" alzai lo sguardo ricevendo un'occhiolino dal ragazzo con il piercing al labbro, gesto che mi face arrissire ancora di più.

"Qunti anni hai, Camilla?" mi chiese l'uomo dagli occhi azzurri come quelli del figlio.

"Quindici, ne faccio sedici il prossimo Maggio" dissi ancora in imbarazzo per i gesti di loro figlio.

L'uomo annuì.

"Io sono Mattew, e lei é Rose" mi sorrisero calorosamemte "Benvenuta in casa Hemmings"

***

Mi buttai sul letto della mia nuova camera, esausta, dopo aver svuotato la valigia nel grande armadio della mia enorme camera.

Sentii la porta della mia camera aprirsi. Mi appoggiai sui gomiti, mentre il ragazzo biondo entrava nella mia stanza chiudendosi la porta alle spalle.

"Ciao" mi disse sedendosi di fianco a me sul letto.

"Ciao" risposi guardandolo strana.

"Allora? Perché non ti sei ancora spogliata?" disse stedendosi su un fianco.

"Cosa?" risposi confusa.

"Beh dal modo in cui mi guardavi prima pensavo che poi ti sarebbe piaciuto spogliarmi veramente invece che con lo sguardo" concluse infine mettendosi a cavalcioni su di me.

In un primo momento stavo pensando di rispondergli di si, andiamo, é bello, é figo e così tremendamente sexy da sembrare un Dio del sesso, ma cercai di tenere a bada i miei ormoni.

"Per l'amor di Dio, no!" dissi spingendolo giù da me.

Lui rise. Cazzo ridi dico io?!

"Sarà una convivenza interessante con te in questi tre mesi" mi sussurró baciandomi l'angolo delle labbra.

Rimasi un'attimo incantata dalla morbidezza delle sue labbra, ma la cosa che mi fece venire i brividi fù il contrasto del calore che emanavano le sue labbra con quello del metello freddo del piercing ad anellino nero.

Si staccó con un sorrisetto soddisfatto in volto, sussurrandomi un "Prima o poi cederai, Camilla, e io so che cederai" prima di uscire definitivamente dalla camera.

Mi rigettai sul letto, mi aspettano tre lunghissimi mesi. Ma ripensandoci, non sarebbe poi così male convivere tre mesi con quel ragazzo... Bah, al diavolo, sarà il solito ragazzo malato di figa che potendo si scoperebbe qualsiasi buco possibile e immaginabile.

Inumidì le labbra con la lingua, e potei ancora sentire il sapore del metallo dell'anellino nero sull'angolo delle mie labbra.

Attenzione:

Contenuti a base di scene a sfondo sessuale e particolari intimi, non leggere se non é il vostro genere.

Questa storia é solo ed unicamente frutto della mia immaginazione, ed ha tutti i diritti riservati.

I Think This Is Love • Luke HemmingsWhere stories live. Discover now