Capitolo 4

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"Vieni" mi prese per mano, conducendomi nella sua camera, chiudendoci la porta dietro.

Lo guardai sfilarsi la maglietta, rivelando il suo petto tonico e abbronzato, rimasi stupita nel vedere che la sua pelle era stata macchiata dall'inchiostro di alcuni tatuaggi, non come l'ultima volta che l'ho visto senza maglia, quella volta il suo torace era liscio e puro.

Lo vidi avvicinarsi piano a me, prendendomi il polso, poggiando la mia mano sul suo petto.

"Lo senti?"

Alzai lo sgardo verso di lui.

"Batte per te" disse riferendosi al battito del suo cuore.

Sorrisi leggermente, mentre la sua mano si staccava dal mio polso, per finire sull'orlo della mia maglia afferrandone saldamente il bordo, mentre con l'altra accarezzava la mia schiena facendoci linee immaginarie con le dita, che sfioravano appena la mia pelle.

Lo sentì afferrare anche con l'altra mano il bordo della mia maglia, prima di portarmela oltre la testa, sfilandomela e gettandola sul pavimento con la sua. Mi strinse a se, spingendomi contro il bordo del letto.

"Sdraiati, piccola" mi sussurró mordendomi la mascella.

Feci come mi aveva detto, sdraiandomi al centro del materasso, lasciandomi avvolgere dal profumo delle coperte e dei cuscini che odoravano come lui.

Lo vidi stendersi su di me, trafficando con il bottone dei miei jeans, prima di riuscire a sbottonarli, tirando giù la zip. Si abbassó slacciandomi le scarpe, lasciandole cadere alla fine del letto, facendo la stessa cosa con le sue Vans nere.

Mi fece scendere i pantaloni lungo le gambe, tirandomeli giù, lanciandoli dietro di lui nella stanza. Lo vidi afferrarmi le caviglie e piegarmi le gambe dopo averla spalancate, puntando i miei piedi sul materasso. Poggió la sua bocca sulle mie mutandine di pizzo nero, proprio nel punto sensibile.

"Calum" ansimai mordendomi il labbro inferiore, sentendolo soffiare aria fredda sul mio inguine ancora coperto dal tessuto.

Lui tiró il bordo delle mie mutendine con i denti, dopo essersi sollevato dal punto in mezzo alle mie gambe spalancate. Lo vidi stendersi di nuovo su di me, poggiando i gomiti ai lati della mia testa.

Gemetti, sentendolo mordermi l'incavo del collo, prima che mi sussurrasse all'orecchio "Mi vuoi aiutare a spogliarmi?" ridacchiando quando si accorse che le sue parole mi avevano fatto sussultare.

Lo presi per le spalle, spingendolo giù sul materasso, invertendo le posizioni, ritovandomi seduta a cavalcioni sul suo bacino. Calum rise, alzandosi e mettendosi seduto, piegando le gambe, permettendomi di appoggiarmi con la schiena ad esse.

Non potei fare altro che arrossire, sentendo il rigonfiamento sul cavallo dei suoi jeans spingere contro il mio inguine.

Le mie mani leggermente tremanti armeggiarono con la sua cintrura, sfilandogliela e lasciandola cadere sul pavimento, poi sbottonai i bottoni e tirai giù la zip.

Calum mi aiutó a torgliergli i pantaloni, e restammo in quella posizione a farci le coccole per un pó, prima che sentissi le sue mani sganciarmi il gancio del reggiseno, sfilandomelo dalle braccia, facendo sfiorare le punte delle sue dita con la mia pelle fredda, che a contatto con i polpastrelli delle sue mani calde si sentì bruciare.

A Calum ci volle veramente poco per ribaltare la situazione e farmi ritrovare distesa sotto di lui.

Ben presto si decise a sfilarmi le mutandine, lasciandomi un bacio sulla guancia mentre piegavo le gambe al petto per permettergli di sfilarmele completamente, gemetti mentre gettava le mie mutandine di pizzo nero sul pavimento. Non tardó a sfilarsi anche i boxer, lanciandoli dietro di lui in un punto indefinito della stanza.

Prese una bustina quadrata da dentri il cassetto, aprendola e infilandosi il preservativo.

Mi sorrise, incrociando di nuovo le nostre dita al lato della mia testa, prima che lo sentissi entrarmi dento.

"Dio quanto mi é mancato questo" gemette, sentendo quanto fossi stretta "Quanto mi sei mancata tu" mi sussurró all'orecchio, spingendo lentamente dentro di me, prendendo a mordermi il collo, facendomi gemere rumorosamente.

I nostri gemiti occupavano la stanza, e ben presto sentì l'aria attorno a noi farsi più calda, mentre continuava lentamente a farsi spazio dentro di me ad ogni spinta, andando così incredibilmente profondo da toccare ogni singola volta un punto che mi faceva piagnucolare il suo nome dal piacere.

"Ricordo la prima volta che abbiamo fatto l'amore" disse tra gli ansimi "Quattro mesi fa, ricordi? Eri così bella mentre gridavi dal dolore perché era la tua prima volta, e dal piacere quando toccavo il tuo punto" spinse con la punta nell'area che desiderava facendomi gridare il suo nome, mentre mi baciava il collo, arrivando all'orecchio "Il nostro punto" si corresse spingendo ancora in quella zona, mentre dei piagnucolii uscivano dalle mie labbra socchiuse "E hai pianto perché ti faceva male," continuó "Ti avevo chiesto se volevi che mi farmassi, ma tu mia hai risposo di no" ansimó nel mio orecchio "Mi hai detto di no perché hai detto che potevi sopportare un pó di dolore per me" concluse infine, spingendosi ancora una volta del tutto all'interno, spingendo nel nostro punto "E che quando avevamo finito hai pianto ancora, hai pianto e mi hai detto che non stavi piangendo dal dolore, ma stavi piangendo perché non volevi perdermi per andare in un fottuto orfanotrofio" concluse con voce spezzata dai gemiti "Era il giorno che dovevi partire" continuó "Era la nostra prima volta, quando tu mi hai detto di farti mia" mi sussurró in un'orecchio "Quella fu la prima volta che ho pianto anchio, ho pianto per te, perché non volevo lasciarti, non volevo che andassi via, non volevo che tutta la merda che avevamo passato insieme andasse a puttane" continuó ad ansimarmi nell'orecchio "Ma purtroppo é andata così" smise di parlare, sentendo che i miei gemiti diventavano più rumorosi, così inizió a spingere con più forza, inondando il mio corpo con un piacere mai provato prima.

"Calum... Dio, Calum" gemetti dolcemente, staccando la presa ferrea della mia mano libera dalle coperte per stringegere in un pugno i suoi capelli neri, mentre lo sentì succhiare la pelle sull'incavo del mio collo - gesto che sicuramente avrebbe lasciato un segno abbastanza evidente - mentre lui cominció a sfregare il clitoride con il pollice, facendoci velocemente dei movimenti circolari. Presi a muovere i fianchi sotto di lui a quella sensazione fastidiosa ma piacevole.

"C-calum" ansimai mentre stavo per arrivare al culmine.

Lui se ne accorse e cominció a spingere più in profondità, e quando con la punta spinse le mio - nostro - punto più sensibile, entrambi venimmo nello stesso momento.

"Ti amo" mi disse infine poggiando la sua fronte sulla mia.

"Anchio" dissi prima che ci scambiassimo un dolce bacio.

Ora che era qui con me mi sentivo al sicuro con lui, anche se avevo paura che il tempo lo avesse cambiato.

I Think This Is Love • Luke HemmingsWhere stories live. Discover now