3 Fermo, non ho finito

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Avevo passato i giorni prima della sfida in studio, maggiormente con Zerbi, il quale era molto fiducioso di me e continuava a dirmi che ce l'avrei fatta senza alcun problema.

Ispirato da questa situazione, riuscii a scrivere due nuovi pezzi che mi affrettai ad aggiungere alla scaletta.

Il giorno prima della puntata decisiva, c'era un'aria strana nelle varie sale. Io per primo, mi sentivo sotto pressione, tutti gli altri ragazzi provavano a non farmi pensare alla sfida ma di altro, come ad esempio cosa mi era successo prima di venire in Italia.
Rifiutai di parlare e quel discorso non mi aiutò per niente a dimenticare.

La notte addirittura facevo gli incubi, mi svegliavo con gli occhi bagnati dal pianto e con delle occhiaie da far paura.
Evitai di svegliare Timor e scesi nella hall dell'hotel solo col pigiama per avere dell'acqua.

Quando scesi le scale, già dall'angolo del corridoio, si notava che la luce era accesa e che quindi c'era qualcuno.
Convinto fosse una persona della produzione, continuai a camminare verso il bar e mi feci versare da bere all'interno di un bicchiere di vetro dell'acqua. 
《Oh!》 Appena mi girai, con il bicchiere pieno in mano, andai a scontrarmi contro un uomo, che realizzai solo dopo un'accurata ispezione delle braccia tatuate fosse Fabrizio Moro.

Ora pure la notte dovevo subirlo.

Lo sorpassai salutandolo velocemente, ma non accorgendomi di un piccolo particolare.
《Meta!》Mi chiamò da lontano, quando io ero arrivato quasi alla fine del corridoio.

Mi fece segno di andare dalla sua parte e lo seguii. Aveva le spalle robuste, le braccia muscolose e il petto estremamente pompato. Quando abbassai lo sguardo sulle sue gambe, notai che erano perfettamente fasciate da dei pantaloni dell'Adidas identici ai miei.
《Non mi chiedi scusa?》
Si voltò dalla mia parte guardandomi negli occhi.
《Non so di cosa stia parlando》

Ero davvero curioso di sapere cosa aveva in mente adesso, magari mi avrebbe detto imitando il "Sono solo parole è mia non di Noemi" con
"Il bicchiere è mio non della barista, ridammelo"
A quel pensiero sorrisi, sarebbe stato troppo divertente.
《Possibile che non te ne sia accorto?》

Indicò con un dito verso il basso, chinai la testa e vidi una chiazza d'acqua sulla sua maglietta nera. Realizzai solo in quel momento che gli avevo versato tutta l'acqua che avevo preso, addosso.

Scoppiai a ridere alla vista di un Fabrizio Moro bagnato fradicio, le gocce d'acqua stavano scendendo piano anche all'interno dei pantaloni bagnando la parte del tessuto che copriva il suo pene.
Sembrava quasi che se la fosse fatta addosso.
《Ah, ridi pure!》

Disse arrabbiato, incrociando le braccia al petto. Provai a rimanere serio ma un accenno di sorriso rimase stampato sul mio volto.
《Venga con me》 Gli presi il polso e lo guidai con passo svelto tra i corridoi.

Lo sentii inizialmente opporsi e sussultare, poi si lasciò guidare tra le pareti di quell'enorme hotel, arrivando in uno dei tanti bagni che avevamo in comune.
《Si sieda》 Gli indicai una panchina e lui senza capire cosa volessi fare, seguii i miei ordini.

Cercai tra i vari scaffali pieni di roba il phon e lo trovai solo dopo aver fatto un enorme casino spostando tutti gli oggetti.
Mi avvicinai a lui ed attaccai il phon.
Mi chinai il tanto che bastava per avere la faccia all'altezza del suo petto, gli sollevai un po' la maglia e cominciai ad asciugarla puntandoci sopra il getto d'aria calda.

Dopo un po' di tempo, quando sentii che ormai la maglia era asciutta, alzai di poco lo sguardo notando il suo quasi stupito.
《Ehm grazie, devo and-》 Lo presi per la mano facendogli pressione verso il basso, così che si sedesse di nuovo.
《Fermo, non ho finito》
Lo vidi sorridere e si arrese, si sedette sulla panchina ed io ripresi ad asciugargli la maglia, questa volta scendendo sempre un po' di più verso il basso.

Io sono il Sasso e tu il Mare {MetaMoro}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora