6. Una trappola

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Era la prima volta che vedevo Londra. Stava ancora piovendo, ma era comunque bellissima. Anche Dark si stava guardando intorno come una bambina che entra in un negozio di dolci colorati e pieni di odori diversi ma zuccherati. I ragazzi invece, pensavano ai fatti loro, come sempre, ignorando ciò che gli circondava.

«Dobbiamo andare di là.» disse Sam indicandoci la strada con un cenno.

«Cosa c'è là?» chiese Mike.

«Un hotel. Dobbiamo organizzarci.»

«Dormiremo nella stessa stanza?!» gridò Darcy entrando nella camera di hotel.

«Hunt dice che è più sicuro.» replicò Sam.

«Tranquilla Dark, tra 5 minuti ce ne andiamo, forse non riusciremo neanche a tornare, quindi non c'è tutto questo problema.» dissi ironicamente.

«Tu sì che sai essere positiva.» disse Ryan.

«Almeno io non mando a fanculo la prima persona che mi capita davanti.» tutti mi guardarono come se non avessero capito. Ma cosa mi stava succedendo? Era la prima volta che dicevo una frase di sfida a Ryan, eppure lui non aveva fatto una battuta tanto brutta.

«E almeno Mike è stato così gentile da chiamarti "Montone".» Dark fece un passo indietro tirando via anche Sam, che avevano intenzione di assistere alla scena senza intromettersi.

«Ah, sì, scusa.» replicò lui.

«Oh, com'è questa storia che a lei chiedi scusa ma a noi no?» chiese Ryan.

«Scusate, mi sono comportato come Ryan.» disse Mike rivolgendosi a Sam e Darcy. Tutti cominciarono a ridere, tutti tranne Ry.

«Sei molto divertente, Mike. Adesso chiudi Facebook e dinne una tua.» Darcy cominciò a ridere più forte e ammetto che a anche a me scoppiò da ridere.

«Qual'è il tuo problema?»

«Tu.» replicò Ryan. Le sue mani diventarono più luminose e lui stava già sprigionando calore.

«Calmati.» dissi sedendomi sul letto. Cominciava ad essere divertente questo eterno battibecco fra Mike e lui. Almeno per me. «Dai Sam, dicci cosa dobbiamo fare.» lui si mise proprio in mezzo ai due, mise la borsa sul tavolo davanti a lui e ne tirò fuori una piantina.

«Questa è la piantina della casa dove si trova il Sangue di Ibrido.» disse. Ci spiegò come avremmo fatto ad entrare, poi che ci saremmo divisi e in fine come saremmo usciti. Incluse anche le guardie e le telecamere di sicurezza, per non parlare delle possibili trappole che ci sarebbero potute capitare.

«Ma come ci dividiamo?» chiese Darcy.

«Prima di questo vorrei sapere i poteri di Mike.» disse Sam.

«So... far levitare le cose e... romperle.» disse piano.

«Bene... Anzi, ottimo. Tu andrai con Anastasia al centro, lì c'è una cassaforte e dentro c'è il siero. Ci saranno molte più guardie, ma con i vostri poteri vi sarà impossibile non passare. Io, Dark e Ryan andremo al centro di comando e spegneremo tutte le telecamere, quindi dovremmo entrare per primi.» Ryan mi guardò con rabbia, ma si trattenne. Mike invece mi sorrise, e non mi fu difficile capire che era felice di venire con me, molto probabilmente solo per far rosicare il povero Ryan.

«Mi spieghi solo una cosa?» disse Ryan. Sam fece un profondo respiro e rispose:

«Certo Ry, dimmi tutto.»

«Tu sei capace di spegnere le telecamere di sicurezza, ma io e Darcy?» era troppo visibile che stava cercando di rimanere calmo con tutto il potere che aveva.

«E' questo il punto. So spegnere le telecamere, non lottarmi con i gorilla. Voi mi proteggerete. Gioco di squadra o no?» adesso lui era ancora più incazzato, ma non disse ugualmente nulla.

«Io e Anna ce la caveremo, vero?» disse Mike dandomi una pacca sulla spalla.

«Certo! E dove ci rincontriamo?»

«Fuori. Non abbiamo abbastanza tempo per cercarci dentro. E poi non servirebbe a nulla.» concluse Sam.

«Ok, andiamo.»

«Aspetta, mi stavo quasi dimenticando! Prendete questi: sono dei auricolari, così potremo comunicare fra di noi.» ci diede dei piccoli aggeggi che noi infilammo in uno degli orecchi. «Adesso siamo pronti.»

Quando vedemmo la casa non mi spaventai più di tanto. Era grandissima e questo l'avevo visto anche sulla piantina. Ryan, Dark e Sam si intrufolarono da dietro, e ci parlarono solo quando incontrarono delle guardie.

«Oh mamma! Che facciamo?!» gridò Dark spaventata.

«Ma che domande fai?!» disse Ryan.

«Okay... Siamo dentro. Adesso disinstallerò tutte le telecamere e avrete al massimo 7 minuti per entrare senza problemi.» «Ricevuto.» parlammo io e Mike in coro.

«Oh, ma che carini! Adesso parlate pure nello stesso tempo!» gridò Ry. Mike si mise a ridere come un idiota.

«Ahh... Non sei divertente. Non lo sei per niente.» replicai a Ry.

«Tre... Due... Uno... Adesso!» gridò la voce di Sam. Noi entrammo più velocemente possibile cercando di non essere scoperti. Ci lottammo con 3 guardie e mentre Mike ne stava facendo ancora rimbalzare uno sui muri, dissi:

«Muoviti, ci sta scadendo il tempo!» lui lo fece cadere e ce ne andammo. Giungemmo alla porta dietro la quale ci doveva essere il siero, ma non riuscimmo a fare niente perché 8 uomini ci puntarono la pistola addosso. Ci voltammo, e uno di loro mi sparò, spaventato dalle corna che avevo scoperto per sbaglio mentre ci lottavamo con gli altri uomini. Il proiettile però non mi toccò. Mike lo fece fermare prima, e questo cadde ai miei piedi, davanti ai miei occhi.

«Ok, è tempo di usare le pistole.» non devo neanche dire che quella era la terza volta che mettevo la mano su una pistola. E l'unica cosa in cui avevo tirato era un bersaglio di carta. Uno di loro mi mise al tappeto e fui obbligata a usare il mio potere.

«Tu non vuoi questo. Lasciami andare.» dissi. Lui annuì e gli occhi gli si colorarono di nero. «Uccidi.» e lui uccise i suoi compagni che perplessi non sapevano se sparargli o no.

«Brava.» Mike stava accanto alla porta della stanza, con il suo sorriso smagliante.

«Aprila!» gli ordinai.

«Ok, ok, stai tranquilla.» replicò lui. Si concentrò e sfondò la porta di metallo. «Contenta?» entrammo e scoprimmo che non c'era nessuna trappola, e una fiala con qualcosa verde era in mezzo alla camera, su un cuscinetto bianco. «Lo faccio venire qui.» disse Mike. La fiala si alzò leggera dal cuscino, poi fluttuò direttamente nelle mie mani.

«Abbiamo finito, siete fuori?» ma non mi rispose nessuno.

«Ragazzi?» chiese anche Mike. Di colpo io e lui ci guardammo negli occhi, terrorizzati. «Cosa pensi che sia successo?»

«Dobbiamo uscire di qui.» dissi.

«E loro?» io esitai un momento, poi replicai:

«C'è Darcy con loro. Sono al sicuro.» avrei tanto voluto essere convinta di ciò che dicevo.

«Eppure qualcosa non va.» disse Mike. «Hunt ha detto che le guardie sono come noi, invece...»

«Merda, non ci ho fatto caso!»

«E' stato troppo facile, abbiamo sbagliato qualcosa.» sussurrò lui.

«Ci siamo divisi male!» urlai arrabbiata mentre percorrevamo i corridoi all'incontrario.

Paziente Nr. 616Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon