Wake me up ✅

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I need to find myself
I need to jump over my limit

Come ci sono arrivato fino a questo punto? Soffrire, lasciarsi cadere in depressione, smettere di vivere...
Adesso sono qui, a prendere questa stupida pastiglia che ormai fa parte della mia quotidianità.
^RIDUCE IL RISCHIO DI MORTE PER CANCRO E TUMORE^
Recita l'etichetta a lettere cubitali. Peccato sia da prendere solo una volta a settimana, mentre io ne prendo ormai una al giorno, se non di più.
Chissà se riuscirò mai ad uscire da questo abisso...

Skip time
"Adesso basta" urla mia madre dopo avermi tolto il contenitore delle pastiglie di mano "non ce la faccio più a vederti ridotto in questo stato! Da domani andrai in un gruppo di sostegno, non è possibile che tu ti sia ridotto in questo modo già alla tua età"

Il giorno dopo...
"Non ho voglia di entrare mamma, sarà pieno di vecchi cinquantenni alcolisti, non ci sarà nessuno della mia età" dico, lamentandomi ad alta voce, una volta giunti davanti a quello che sarà il luogo dell'incontro.
"Stai tranquillo piccolo, andrà tutto bene. Ci vediamo fra tre ore" dice mia madre salutandomi, andandosene via in macchina.
Mi giro verso la porta, prendo un grosso respiro e busso.
Mi viene ad aprire un uomo sulla quarantina, sorridente.
"Ah, il nostro ultimo arrivato, vieni, entra pure, ti stavamo aspettando. Felix giusto? Sedici anni, coreano... sì, devi essere tu" durante tutto il suo monologo, l'uomo non ha mai smesso di camminare, e io l'ho seguito.
Siamo arrivati in una stanza piena di persone intente a osservare le candele poste in giro per la stanza.
Come avevo immaginato, non c'è nessuno della mia età.
"Bene signori, ora che siamo tutti al completo, possiamo cominciare. Chi vuole iniziare a parlare dei suoi problemi?"
Si alza in piedi una signora, che parla del fatto che le sia morto il marito e non sappia come crescere da sola il figlio. Annoiato, faccio passare lo sguardo fra le varie persone, fino a quando i miei occhi non vengono catturati da una ragazza in particolare. Si tratta di una ragazza dai lunghi capelli castani e gli occhi di diverso colore, uno viola e l'altro rosso, che osserva fisso davanti a sé.
Mi ricordo di averla già vista a scuola. Frequentiamo lo stesso corso di lingue straniere, ma in questo momento non riesco a ricordarmi il suo nome.
"E tu invece, Felix, che cosa ci racconti?" tutti puntano lo sguardo su di me, compresa la ragazza.
"Ecco... io sono qua perché mio padre ha abbandonato me, mia madre e le mie due sorelle quando eravamo piccoli, andandosene con un'altra donna e la mia ragazza mi ha lasciato dopo tre anni insieme, tradendomi. Sono qui perché sono caduto in depressione" mi risiedo e mi rimetto a osservare la ragazza, che mi osserva stringendo gli occhi. Mi sento in soggezione dal suo occhio rosso come il sangue.
"Tu invece, T/N, qual è la tua storia?" la ragazza si alza, ritornando a osservare il vuoto.
"Quando ero piccola vivevo con i miei genitori e i mia sorella in Italia. I miei genitori erano entrambi alcolisti e un giorno, quando io avevo cinque anni, sono tornati a casa entrambi armati. Si sono puntati le loro armi alla fronte dell'altro, e si sono sparati nello stesso preciso istante. Proprio qua" dice, mettendosi un dito in mezzo agli occhi.
"Io e mia sorella siamo state date in adozione a una famiglia, in quanto nessuno dei nostri parenti voleva occuparsi di noi, e al compimento dei diciotto anni di mia sorella, ce ne siamo andate e ci siamo trasferite qua. L'anno scorso invece, quando finalmente credevo di aver finalmente trovato un po' di pace, un pedofilo ha cercato di stuprarmi, e adesso è in prigione. Mia sorella ha pensato di farmi venire in questo posto perché ormai non ho più fiducia in nulla, e ho la tendenza ad alzare le mani troppo facilmente"
La ragazza, al termine del suo racconto, si risiede sulla sua sedia, non puntando lo sguardo su niente e nessuno, mentre io continuo a osservarla.
Finalmente mi ricordo di lei. Era quella ragazza che difendeva le sue amiche dai bulli, fino a sollevarli in aria con una mano sola, mentre con l'altra li colpiva sulla faccia. Come ho fatto a dimenticarmela?
"Bene" dice l'uomo che mi ha accompagnato in questa stanza "direi che la prima seduta può concludersi qua. Ci vediamo settimana prossima"
<Ma come?!> penso nella mia mente <sono già passate tre ore?>
Le persone cominciano ad alzarsi e, una a una, lasciano la stanza.
T/N è una fra gli ultimi ad andarsene. Vorrei parlarle, ma ho paura di vedermi arrivare un pugno in faccia.
La seguo fino all'uscita, dove vedo una ragazza appoggiata a una macchina parlare con lei. Poi, la ragazza che deduco sia la sorella, mi indica. Io mi giro da un'altra parte, fingendo di non aver visto niente, ma continuando comunque ad osservarle con la coda dell'occhio.
T/N mi osserva, poi solleva le spalle e riprende a parlare con la sorella.
Mi arriva un messaggio sul cellulare, che leggo subito.
"Ciao piccolo, purtroppo non potrò venirti a prendere perché devo lavorare, dovrai tornare a casa da solo o chiedere un passaggio a qualcuno. Mamma"
Come se non bastasse, grosse gocce di pioggia cominciano a cadere dal cielo e in un attimo, sono tutto fradicio. Non ho nemmeno portato con me l'ombrello.
Di male in peggio
Tutte le persone se ne sono già andate, così non ho la possibilità di chiedere un passaggio a nessuno, quando una macchina si ferma di fronte a me. Un finestrino si abbassa, e posso vedere la sorella di T/N alla guida.
"Ti serve un passaggio?" mi chiede sorridente. Accetto senza troppe pretese e mi siedo dietro, accanto a T/N.
Lei mi osserva, sospettosa, per poi sorridermi.
"Ciao, io sono T/N" dice, porgendomi la mano "e mi sembra di averti già visto da qualche parte, senza contare oggi"
"Io sono Felix" rispondo, stringendole la mano "frequentiamo lo stesso corso di lingue straniere" sorrido anche io.
"Ah, ora capisco, eri quello terrorizzato da me, giusto?" mi dice, non smettendo di sorridere.
"Credo che tutti abbiano un po' paura di te. Sai, il fatto di sollevare persone che peseranno circa novanta chili con una mano sola..." a queste parole, la sorella di T/N si intromette.
"Ancora T/N?! Mi sembrava di averti detto di smetterla di fare del male alle persone"
"Smettila Rosy, lo faccio solo con i bulli, e quando se la prendono con le mie amiche" dice T/N sbuffando.
"È vero, posso confermare" cerco di salvare T/N da una discussione imbarazzante con sua sorella.
La sorella di T/N, Rosy, annuisce, mentre T/N mi ringrazia, sorridendo.
"Credo che io e te potremmo diventare ottimi amici, sai?" mi chiede la ragazza.
"Già, è così anche secondo me" le rispondo.

"Allora ragazzi, a quanto abbiamo capito, questa è l'ultima volta che volete venire ai nostri incontri?" mi chiede lo stesso uomo che ho conosciuto il primo giorno.
"Sì, ormai entrambi abbiamo superato i nostri problemi, e abbiamo trovato la nostra luce in fondo al tunnel" risponde T/N, mentre mi guarda sorridendo e mi lascia un veloce bacio sulle labbra.
Tutte le persone intorno a noi sorridono, inteneriti.
"Allora siete liberi, speriamo solo che possiate realizzare tutti i vostri sogni" ci dice ancora l'uomo.
Annuiamo, salutiamo tutti quanti e usciamo fuori dall'edificio.
Non aspetto un secondo di più e la abbraccio.
Forse anche io, alla fine, ho trovato la mano che mi ha tirato fuori dall'abisso.

Immagina Lee Felix /Stray Kids/ [Sospesa]Where stories live. Discover now