Capitolo quattro

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"Scusami, Ermal?" disse una ragazza con aria insicura e tono molto pacato.
Al richiamo, il ragazzo si girò e fece un enorme sorriso dicendo "Ciao! Tu sei?" "Stella, chiamami Stella!" esclamò la ragazza porgendogli una penna stilografica rossa e nera "Ti è caduta questa mattina a scuola..credo sia tua. Sbaglio?" chiese per poi sorridere.
"Sì, grazie mille! Sei gentilissima, quindi fai la mia stessa scuola?" "Così pare" affermò lei ridendo "Bhe, allora ci becchiamo eh?" affermò lui "Becc-ah emh sì, certo. Ciao Ermal, buona serara" "Buona serata anche a te Claudia" dissero i due per poi tornare ognuno per la propria strada.
"Bhe? Questa ragazza chi è signorino Meta?" chiese la madre ridacchiando "Mamma! Cosa credi! In realtà non la conosco neppure io, so solo che è carina" esclamò il ragazzo arrossendo.
"Fratellì, chissà se nascerà qualcosa" disse Rinald per poi correre via prima che il fratello maggiore iniziasse a rincorrerlo "Bravo! Corri buffone!" urlò Ermal per poi iniziare a correre con lui.
"Voi due! Smettela!" esclamò la madre "Quindi? Che si fa? Vogliamo andare a mangiare o no?" "Bhe sì ecco, quello è l'importante" esclamativo gli altri.
Dopo qualche minuto la famiglia entrò nel locale e mentre passavano le ore a chiaccherare, entrò Marco che passando vide Ermal.
"Ermal? Ciao! Sono Marco! Ti ricordi di me? Ci siamo visti qualche settimana fa in giro!" "Ciao Marco!" rispose Ermal "Sei venuto anche tu qua a mangiare?" intervenne la mamma "Ehm no signora, qua io lavoro. Anche se faccio un orario duro, questa professione mi porta sempre delle grandissime soddisfazioni." rispose Marco. mettendo una mano fra i capelli nell'imbarazzo generale.
"Allora ti lasciamo lavorare! Va bene? Buon lavoro Marco!" aggiunsero i due fratelli "Buon appetito, ci vediamo" concluse Marco.
"Bhe? Questo Marco? Chi è?" chiese incuriosita la mamma "Chi? Marco? Chi è Marco? È un mio amico, l'ho conosciuto tempo fa grazie al mio solito essere goffo" aggiunse ridendo "Eri cascato come sempre?" chiese Rinald "Rinald! Smettila!" ribadì la madre "No no mamma, lascialo fare, non mi interessa. In realtà sì, ero cascato come sempre e lui mi aveva dato una mano a rialzarmi."
"Ragazzo mio ma tu sempre con la testa fra le nuvole sei?" disse la mamma mettendo una mano fra i capelli di Ermal "Sapessi quante cose ho il testa" concluse lui "Sì, testi di canzoni" ironizzò Rinald "Anche se fosse? Ci sarebbe qualche problema?" urlò ribadendo il fratello.

|Un pezzo di cielo in più| Ermal MetaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora