Capitolo dieci

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"Chi sono io? Oh bhe, nessuno in partircolare. Non ti dirò nè il mio nome nè qualsiasi altra informazione personale su di me ma sono qua da un po' e vago molto spesso per i corridoi, sperando di incontrare qualcuno che mi colpisca come te. Complimenti ricciolino, davvero, continua così che andrai lontano" disse per poi andarsene.

Qualche minuto dopo, Ermal continuava a chiedersi perchè gli fossero state dette delle parole così belle ma "Vuoi raccontare in più su di te? Sappiamo che avrei tanto da dirci" disse la professoressa facendo sì che il suo pensiero venisse interroto, facendolo cadere nell'imbarazzo più totale.

"Su di me? Cosa vorreste sapere?" "Come hai iniziato a scrivere?" chiese un suo compagno di classe "Nasce dall'esigenza di dover raccontare qualcosa che non riesci più a tenere dentro, qualcuno usa la poesia, il disegno, io la musica. Tutto qua, sappiamo che piano piano i segreti ti rovinano, no? Mi salvo così, o almeno, ci provo." rispose con un tono leggermente malinconico.

"Hai imparato da solo a suonare la chitarra? Sei autodidatta?" chiese un'altra compagna che sembrava particolarmente presa dal discorso "Sì, certo. Devo ancora imparare tantissime cose ma diciamo che me la cavo a strimpellare qualche nota ecco" rispose il ragazzo sorridendo.

Nel frattempo che Ermal raccontava di sè, la professoressa richiamò in classe il ragazzo che una manciata di minuti prima aveva tentato di buttare giù Ermal; "Torna in classe, furbo." "Scusi prof, non volevo" "Perchè lo hai fatto?" "Stavo scherzando, tutto qua" tentò di rimediare al brutto gesto che aveva compiuto precedentemente.

"Le persone come te giustificano sempre questi atti con un "stavo scherzando" sai? Poi non scherzano affatto" continuò la prof "hanno solo tanta rabbia dentro" aggiunse Ermal "cosa ti ha fatto Ermal per doverlo trattare in questo modo?" "Assolutamente nulla prof, nulla" controbattè il ragazzo abbassando lo sguardo al pavimento "Stavolta te la caverai con una nota, la prossima prenderò provvedimenti ben più seri. Ok?" "Ok".

Finì anche quella lezione e, mentre Ermal si accingeva a preparare le ultime materie della giornata, si sentì picchiettare sulla spalla. "Ermal, posso parlarti?"

|Un pezzo di cielo in più| Ermal MetaWhere stories live. Discover now