𝕮𝖍𝖆𝖕𝖙𝖊𝖗 7

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𝕾𝖊𝖗𝖎𝖊: 𝕿𝖊𝖒𝖕𝖔 𝖉𝖎 𝖕𝖗𝖔𝖒𝖊𝖘𝖘𝖊

𝕷𝖚𝖔𝖌𝖔: 𝕻𝖆𝖑𝖆𝖟𝖟𝖔 𝕿𝖔𝖉𝖔𝖗𝖔𝖐𝖎

𝕻𝖆𝖗𝖙𝖊: 𝕾𝖊𝖙𝖙𝖎𝖒𝖆

𝕿𝖎𝖙𝖔𝖑𝖔: 𝕷𝖊𝖙 𝕸𝖊 𝖌𝖔

-Gli avevo detto che mi sarei fatto sentire ma non credevo sarebbero arrivati a tanto! Mandare Lui poi...sapendo perfettamente come stiano le cose.-

-Sire. Cosa ha intenzione di fare? -

-Non lo so... non lo so affatto! Ero convinto che il tempo fosse abbastanza ma ora vedo che tutto mi stia come scivolando dalle mani. -

-Sa che ora non è più al sicuro? -

-Lo so! Lo so più che bene! Ma non posso allontanarmi da lui, non in un momento del genere! Devo... mi serve più tempo! -

-E se invece... Lo facesse uccidere? Tutti i vostri problemi scomparirebbero, no? -

-Credi sia tanto stupido? Sai perfettamente che non posso azzardarmi ad una cosa del genere. La sua tribù non me lo perdonerebbe mai, l'alleanza terminerebbe seduta stante ed io mi giocherei la possibilità di espandere il mio dominio in merito a "Quell'accordo". E poi... Se malauguratamente dovesse ricordare... Lui... Lui non me lo perdonerebbe mai. Mi odierebbe se dovesse morire per mano mia. Dobbiamo solo pazientare. Manca solo una luna piena. Allo scoccare del tempo, tutto sarà come deve essere. -

Il continuo borbottare di cose incomprensibili giunse fino alle sue orecchie spiaccicate contro la porta della serra. Ormai erano passati due giorni dall'incendio e Todoroki non faceva altro che starsene rinchiuso lì dentro mentre parlava senza sosta con il suo fidato consigliere. Ad Izuku era stato vietato di abbandonare la residenza reale e, per farlo stare più tranquillo, sua madre era stata trasferita a palazzo. La sorveglianza era aumentata di dieci volte più di prima e non c'erano più vicoli ciechi, anche sperare di scappare buttandosi giù da un balcone era diventato impensabile. Al compagno del futuro erede era concesso unicamente di permanere nella stanza di quest'ultimo, senza mai abbandonarla. Se solo avesse provato a mettere fuori di lì la testa, le guardie del corpo avevano il consenso del principe di incatenerlo per un braccio al piede del letto. Quel giorno però Midoriya, ormai stanco e innervosito dalla pressione che lo sopprimeva a causa degli avvenimenti di cui era stato spettatore, riuscì, durante il cambio della Guardia, ad evadere dalla sua prigione. Non aveva intenzione di scappare da palazzo, voleva unicamente parlare con Todoroki. Da quella sera non ne aveva più avuta occasione, l'ultima volta che era riuscito a vederlo fu quando lo rinchiuse a chiave nella propria camera dopo che furono domate le fiamme e si fu accertato del numero delle morti e dei feriti. Il viso che aveva era scuro più che mai, avvolto dalla rabbia. Nient'altro che la più oscura e rossa ora.

Per Izuku erano stati giorni difficili, recluso senza la compagnia di nessuno con cui potesse sfogare la sua frustrazione se non riversare le sue lacrime su quella zanna cremisi, gridandole contro, dandole la colpa di tutto e di niente. Sbatteva quel ciondolo contro ogni cosa si trovasse sotto tiro sperando di frantumarlo in qualche modo, cosicché da mettere a tacere i flashback di quei tragici momenti che si susseguivano a loop nella sua testa non appena chiudesse gli occhi per prendere sonno. Il ricordo dei corpi spenti e bianchi dei suoi compagni, intrisi nel sangue che dipingeva quella tela nera con ampie pennellate, lasciando solchi indelebili nel suo animo crollato a pezzi, gli occhi gonfi e rossi di chi non riesce più a sopportare il dolore della perdita e la gola arsa di chi aveva urlato fino allo sfinimento, speranzoso di essere sentito e salvato da se stesso e dai suoi sensi di colpa.

𝕺𝖚𝖗 𝕰𝖙𝖊𝖗𝖓𝖎𝖙𝖞 ||𝙱𝚊𝚔𝚞𝚍𝚎𝚔𝚞 𝙸𝚃𝙰||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora