𝕮𝖍𝖆𝖕𝖙𝖊𝖗 6

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𝕾𝖊𝖗𝖎𝖊: 𝕿𝖊𝖒𝖕𝖔 𝖉𝖎 𝖕𝖗𝖔𝖒𝖊𝖘𝖘𝖊

𝕷𝖚𝖔𝖌𝖔: 𝖁𝖎𝖑𝖑𝖆𝖌𝖌𝖎𝖔 𝕭𝖚𝖓𝖒𝖊𝖎

𝕻𝖆𝖗𝖙𝖊: 𝕾𝖊𝖘𝖙𝖆

𝕿𝖎𝖙𝖔𝖑𝖔: 𝕱𝖆𝖗𝖜𝖊𝖑𝖑

Corse più che potè fino ad arrivare alla sua dimora e quando vide gli effetti delle fiamme sulla sua casa mancó poco che rimettesse. Strinse la mano attorno alla bocca mentre i suoi occhi lucidi ed appannati dal pianto scrutavano le macerie che crollavano a pezzi sul cortile di casa e le travi di legno schioppettavano facendo un gran trambusto. Il tetto era crollato completamente ed i vetri della finestra scheggiavano le suole.

-AIUTO!! AIUTATEMI VI PREGO!! -

Una voce morente e soffocata si faceva largo da quel cumulo di polvere e fumo mentre ancora si sentivano delle esplosioni.

-Mamma? MAMMA! -

Riconobbe immediatamente la voce. Tra le lacrime ed i dolori che causavano quelle fiamme Izuku iniziò a scavare gettando più massi che potesse, spostando le travi mangiate dalle fiamme mentre tossiva rumorosamente gridando il nome della madre per poter capire da dove provenisse in modo da raggiungerla il prima possibile. Un altro rumore dirompente fece tremare il terreno facendolo cadere a terra. Con ancora le gambe tremanti Izuku continuò la sua ricerca senza badare alle ferite, i graffi e il sapore del fumo che ormai gli aveva quasi messo fuori gioco i polmoni.

-Mamma!! Sono qui! -

-I-izuku? -

-Stai tranquilla!  Ci sono io qui ora! -

Finalmente la raggiunse. Riuscì a trovarla, la vide incastrata ancora in quella che un tempo era la loro cucina, ormai irriconoscibile e completamente a pezzi. Con uno sforzo immane riuscì a trarla in salvo: l'afferró per le braccia e la tracinó via tra le esplosioni prima che una ancora più potente risucchiasse l'intera zona.
Stanco ed affannato Izuku strinse tra le sue braccia la madre mentre si dava ad un pianto sfrenato: un pianto di gioia. Felice di essere riuscito a salvare almeno qualcuno. Felice di aver salvato sua madre. Inko ancora dolorante ed incredula rimase ad occhi aperti ridondanti di lacrime. Le ci volle un po' prima di riuscire a realizzare cosa era appena successo, era ancora sotto shock, ma non appena riconobbe le braccia del figlio non poté far altro che stringersi a lui avvolgendo le mani tremanti nella sua ispida chioma. E pianse. Pianse come se lo avesse perso per sempre. Come se lo avesse visto morto fra le sue braccia. Ma pianse ancor più perché lo vedeva vivo e vegeto innanzi a lei.

-I-i-izukuuuuuuuuuuu-

-M-mammaaaaaa!! -

In quel luogo sterminato da Dio, ove l'inferno era sceso in terra, una piccola fiaccola di speranza di era accesa.

Ma noi non siamo fatti per vincere. Siamo nati solo per perdere senza poter far nulla.

-MIDORIYA-KUN! SPOSTATI!!-

In quel momento tutto si silenzió. Apparivano ovattate le loro voci, irragiungibili alle proprie orecchie pur essendo così vicini.
Izuku e Inko furono spintonati via di prepotenza senza capire nulla: Uraraka era a terra con una freccia conficcata nello stomaco. Stringeva gli occhi mentre cercava di togliere il dardo e frenare così il sanguinamento ma era come se non ne avesse più le forze.

-U-URARAKA-SAN!! -

Iida corse inginocchiandosi vicino a lei togliendo con veemenza la lama macchaindosi le mani del sangue della sua amica sotto gli occhi lucidi e spenti di Midoriya che stava in silenzio a guardare, là senza che potesse proferire parola. Non riuscendo a farlo. Iida fece tutto quello che potè per tranquillizzarla e medicarla nel migliore dei modi ma Uraraka sembrava avesse perso, nel giro di pochi istanti, i sensi e giacesse tra le sue braccia come morta.

-Uraraka... URARAKA APRI GLI OCCHI!! Ti prego! -

Era la prima volta che si vide Ten'ya piangere. Lo faceva silenziosamente in modo sgraziato mentre cercava di trattenere i singhiozzi e tirava su col naso in modo rumoroso.

Vulnerabilità.

Era quello il momento adatto. Quello in cui si abbassa inevitabilmente la guardia e si finisce preda delle emozioni negative.

-TU! È TUTTA COLPA TUA MIDORIYA! SE CI AVESSI ASCOLTATO... SE LO AVESSI FATTO! URARAKA... URARAKA NON SAREBBE... -

-Se lo avessi fatto mia madre sarebbe morta. -

-L'avremmo salvata noi! -

-SARESTE ARRIVATI IN RITARDO! -

Vulnerabilità. Vulnerabilità. Quanta se ne respirava nell'aria quella sera. Quella dannata sera.

-URARAKA È MORTA SOLO PER COLPA TUA! -

In quel momento in cui tutto stava crollando sotto i loro piedi Midoriya si sentì morire. Sentì come un vuoto nella sua anima.

Sentiva di aver esagerato e si sentiva in colpa per tutto quello che fosse successo. Voleva chiedere scusa, oh quante scuse avrebbe voluto dare,  finché ne avesse avuto fiato e ne avesse avuto di saliva. Ma si sentì così tanto stupido ed inutile che dalle sue labbra non uscì nulla.
Non in quel momento, no.

E per l'ennesima volta, nonostante avesse creduto di aver finalmente ottenuto una vittoria si vide sopraffare dalla sconfitta: glieli strapparono via innanzi a suoi occhi. Senza che potesse far nulla. Fu peggiore della morte fisica. Più di un buco aperto in petto.

In quel momento di caos vide un ragazzo: chioma bionda e bizzarra e due occhi acuti e marcati intrisi di sangue. Il sorriso sadico e aguzzino di chi ha già la vittoria in pugno. Emerse dalle fiamme come il demonio che sbuca dall'inferno pronto  richiedere le anime sacrificali.

Una lama trafisse alle spalle l'anca di Iida che rimase in silenzio colla bocca spalancata, colto alla sprovvista mentre un rivolo di sangue gli scivoló giù ed ancora stringeva tra le braccia il corpo incosciente dell'amica. Caddero a terra insieme privi di sensi sotto un sussulto di paura di Inko che non riusciva più a guardare la scena e nascondeva il viso tra le mani mentre ancora piangeva.

Izuku non disse nulla, rimase paralizzato con le labbra che gli tremavano dal terrore. Non risuciva a muoversi minimamente.

Il ragazzo ritiró la sciabola leccandone abilmente il sangue sulla lama corrugando per un momento il viso per il disgusto.

-Non sei di mio gusto. -

Poi passò lo sguardo infuocato su Izuku ; a quel contatto visivo trasalí temendo il peggio, avendo timore che fosse giunta la sua ora. Lo strano ragazzo dalla chioma esplosiva si avvicinó così tanto da far sentire il suo odore e solleticare il suo naso contro l'orecchio del malcapitato.

-Eravamo qui per te ma pare che i giochi siano finiti. Ci vediamo I-zu-ku! -

Quella risata sadica ed infernale gli entrò nelle orecchie facendolo rabbrividire nonostante il caldo infernale. Lo vide allontanarsi salendo a bordo di quel mastodontico drago rosso identico alle sfumature assunte dal sangue dei suoi amici di cui si era macchiato la coscienza.
Non si sarebbe aspettato il seguito ma fu ancora più traumatico di tutto ciò che era appena successo: li afferrò.
Due enormi zampe artigliate afferarono i corpi privi di sensi dei suoi due amici, quelle due ali sbatterono prepotentemente lasciando che si creasse una turbina dietro di sé che fece rotolare per terra Izuku sconvolto ed attonito. Non riusciva ancora a crederci.

Senza che se ne accorgesse il drago che aveva con sé i cadaveri dei suoi amici era completamente sparito senza dare modo di essere rintracciato.

Quando proprio aveva creduto di poter vincere e di avercela fatta gli era stato sottratto tutto ciò che avesse da sotto gli occhi senza che potesse muovere un singolo muscolo.

Il suo più grande incubo si era tramutato in realtà.

Era stato guidato da quel rosso luccichio. Si era fidato di esso. Ma nonostante ciò tutto gli parve ancora più confuso e buio di prima.
Forse perché quella volta il pendente non si era illuminato. E aveva lasciato dietro sé solo un immenso e plumbeo silenzio.

***

Data di pubblicazione: 02/06/2019

Numero di parole: 1247

𝕺𝖚𝖗 𝕰𝖙𝖊𝖗𝖓𝖎𝖙𝖞 ||𝙱𝚊𝚔𝚞𝚍𝚎𝚔𝚞 𝙸𝚃𝙰||Where stories live. Discover now