3. L'uccello che girava le viti del mondo

4.7K 500 226
                                    

-Cosa intendi?- chissà se questo ragazzo fa a tutti gli sconosciuti proposte del genere.
-Beh, fra qualche giorno è il compleanno della mia sorellina... e avrei bisogno di una mano per il regalo- rimango spiazzato dalla sua uscita, è una richiesta alquanto bizzarra da fare ad un estraneo. Si gratta la nuca evidentemente imbarazzato; in questo momento mi fa davvero tanta tenerezza.
-Perchè non chiedi a qualcuno che la conosce sicuramente meglio di me?- non era mia intenzione sembrare acido e non vorrei avergli dato questa impressione. Vedo il suo bel viso imporporarsi e cerca di mascherare il suo disagio con una risatina.
Ecco che subito mi pento di quello che ho detto.
-Non lo so, mi ispiravi fiducia- non riesco a ribattere che aggiunge -Comunque hai ragione, scusa se sono stato invadente- fa per tornare in casa ma lo fermo subito.

Kookie se poi cogliere l'occasione... Perchè non farlo?

-Aspetta-
-Ti aiuto- e in questo momento, ammiro forse uno dei sorrisi più belli che io abbia mai visto.

~

-Quanti anni ha?- domando a Taehyung. Forse questa è una delle esperienze più inverosimili che mi siano mai accadute.
-Ne compie quindici, proprio questa domenica- stiamo camminando per le vie di Incheon, alla ricerca di un regalo adatto. Non sono mai stato una cima nei regali, peggio ancora se devo trovare qualcosa per qualcuno che nemmeno conosco.
-Comunque grazie per aver accettato, mi rendo conto di essere stato un po' avventato- faccio spallucce.
-Non è un problema, non avevo molto da fare-
Mi rendo conto solo all'ultimo che Taehyung ci ha portati dritti dritti al centro commerciale. Forse è la scelta migliore.
Procediamo per un po', camminando oltre le vetrine di dozzine di negozi. Comincio a percepire dell'imbarazzo in questo silenzio e non ne posso davvero più; se c'è una cosa che odio è non sapere cosa dire.
-Ehm.. Cosa stiamo cercando esattamente?-
Lo vedo fermarsi e voltarsi verso di me.
Possibile che io senta il suo sguardo bruciarmi sulla pelle? Questo ragazzo mi mette davvero in soggezione.
-Oh Hyuna è un bel tipetto. È un'artista, proprio come me, adora i videogiochi e ha una passione smisurata per Freddie Mercury- ridacchia fra sè e sè.
-C'è un negozio di musica al piano di sopra-
-Buona idea-
Mente ci dirigiamo verso la nostra meta, ricomincia a parlare.
-Adesso che ci penso, io non so assolutamente niente di te, Jungkook-

E te ne sei accorto solo ora?

-Mi chiamo Jeon Jungkook e ho diciassette anni, tu?-
-Kim Taehyung, e ne ho diciannove- mi faccio prendere dalla curiosità, è una domanda che ho sulla punta della lingua da ormai dieci minuti.
-Prima quando dicevi che tua sorella è un'artista come te, a cosa ti riferivi?- le sue labbra rosse si piegano in un sorriso. Arriviamo davanti al negozio ed entriamo, la campanella segnala il nostro ingresso.
-Sono felice che tu me lo abbia chiesto. Frequento l'accademia di Belle Arti da un anno e mi piace da impazzire. Fin da bambino dipingevo ovunque. Mia madre diventava pazza perchè diceva che coloravo con i pennarelli persino sui muri- tento di fermare la risatina che mi vibra in gola, ma proprio non ci riesco. Lui se ne accorge e mi dà una piccola spintarella.
-E tu Jeon Jungkook? Quali sporchi segreti hai da confidarmi?- stiamo girando per le file del reparto cd, le copertine dei dischi sono così colorate che mi fanno venire il mal di testa.
-Mi piace leggere- ammetto.
-Sei proprio un peccatore allora-
-Avanti Jungkook, vuoi dirmi che non ti piace fare altro?- prima della morte di Jimin facevo un sacco di cose. Giocavo a pallacanestro a livello agonistico, passavo tutti i venerdì sera a giocare alla play con mio fratello e adoravo trascorrere le mie ore in compagnia di Jimin. I libri sono l'unica cosa che mi è rimasta, l'unico passatempo che non richiedeva troppe energie e che mi permetteva di dimenticare.
-Non sono una persona così interessante-
-Oh Jungkook, io credo proprio di sì invece- la sua voce è così bassa che mi scuote le ossa, mentre il suo tono è talmente serio da farmi quasi credere a quello che ha detto.
-Fammi indovinare, intuito?-
-Proprio così. E io non sbaglio mai-
Scuoto la testa sconsolato, quando la faccia di Freddie Mercury si impone nella mia visuale. Allungo una mano verso il cd dei Queen che ho adocchiato e proprio quando sono sicuro di averlo in mano, sento la presa di Taehyung sulla pelle. La sua mano è calda e morbida, non sembra quella di un ragazzo.
-Proprio quello che cercavo-

~

Tornati sotto casa sua, Taehyung è di buon umore, ha portato a termine la sua missione.
Abbiamo parlato per tutto il tragitto e ho scoperto che è facile stare con Kim Taehyung. È un ragazzo tranquillo e spiritoso, qualcuno senza pretese.
-Grazie per avermi accompagnato, non tutti lo avrebbero fatto-
-A dire il vero mi sono divertito- ammetto sincero. Mi sorride e vedo che si avvicina.
-Posso lasciarti il numero? Mi sono trovato bene oggi...mi piacerebbe rivederti, sempre se ti va- noto del rosa sulle sue guance.
Io, Jeon Jungkook a mettere in imbarazzo qualcuno?
Mi tornano in mente le parole di Yoongi. Che male sarà farsi un amico? Sono solo da così tanto tempo e Taehyung sembra capitato proprio al momento giusto.
-Certo, piacerebbe anche a me- gli allungo il telefono e aspetto che salvi il suo numero. Quando ha finito me lo restituisce.
-Beh grazie per oggi, ti faró sapere come va- lo vedo sbilanciarsi in avanti e avvicinarsi pericolosamente. Prima che io possa anche solo pensare di scappare, sento le sue labbra morbide imprimersi sulla mia guancia.
Dura un attimo, fino a quando non si scosta e si precipita verso l'ingresso del suo palazzo. Si gira un'ultima volta muovendo la mano nella mia direzione, lo imito e ripenso alla strana e incredibile giornata che ho avuto oggi.

~

Sono steso nel mio letto, a ripensare di nuovo agli accadimenti di oggi e mi viene da sorridere inevitabilmente.
Taehyung è proprio un soggetto bizzarro. Oltre che a essere assurdamente bello. È così spontaneo, ha un atteggiamento così poco consono alle maniere coreane che mi lascia completamente esterrefatto. Se solo ripenso al bacio che mi ha dato... è stato un gesto del tutto inopportuno, ma mi è piaciuto.
Guardo l'orologio; si è fatto tardi, ma prima c'è una cosa che devo fare.
Mi sporgo per agguantare il telefono sul comodino e apro le chat. È un'abitudine che ho preso dal giorno in cui è morto. Ogni sera, prima di andare a dormire, riascolto la sua voce. È come averlo qui con me anche se per poco. Fa male, fa un male cane, mi si apre una voragine nel petto e ogni volta ho paura di cascarci dentro. Ma non voglio dimenticarlo, non posso.

Ehi Kookie! Ti va di uscire più tardi?

Si Jimin, vorrei tanto.

𝘈 𝘜𝘯 𝘙𝘦𝘴𝘱𝘪𝘳𝘰 𝘋𝘢 𝘛𝘦 || 𝑽𝒌𝒐𝒐𝒌 Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz