9. Tutti i figli di Dio danzano

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Scusate il ritardo ma sono stata impegnata. Spero vi piaccia! (Lasciate una stellina per questa povera crista se vi va)

È passata una settimana dall'episodio dell'Hyperion. Il giorno dopo ricordo di essermi svegliato in preda a forti mal di testa e mal di stomaco. La mia prima, colossale, sbronza. Dovrei essere fiero di me. Ricordo di aver ballato con Taehyung. Di aver ballato in maniera decisamente sensuale e provocante, e lui mi seguiva, mi teneva stretto a lui, le sue mani sui miei fianchi, il suo sguardo ancorato al mio.
È così che ballano gli amici?
Ricordo la sensazione di sfrenata libertà, di avere la testa leggera e i pensieri altrove. Quella sera non ho pensato a Jimin. Avrei dovuto sentirmi in colpa, ma così non è stato. Se ci penso sento ancora le mani calde di Tae sul mio corpo, percepisco il suo sguardo divertito e malizioso scorrere ovunque su di me, mi tornano alla mente i suoi complimenti.

Sei bellissimo, Jungkook.

Il suo comportamento è ambiguo, così come le sue parole. Il suo essere così estroverso mi manda il cervello in pappa. Non posso mentire, mi fa un certo effetto questo ragazzo. Ma io non voglio che mi faccia un certo effetto. Non posso perdere la prima persona che ha dimostrato interesse per me, dopo mesi e mesi di solitudine.
Mi fa un certo effetto anche adesso, steso nel suo letto, intento a scegliere una canzone dal suo cellulare per movimentare un po' la giornata. Ha una tuta grigia addosso, con i capelli che gli ricadono sulla fronte. Chissà come sarebbe passargli in mezzo le dita.

Basta Jungkook.

È pomeriggio e sono nella sua camera. L'appartamento di Taehyung è piccolo e accogliente, pieno zeppo di oggettistica e colorato, proprio come le persone che ci abitano. Non ho avuto modo di conoscere alcun membro della sua famiglia, ma dall'ambiente in cui mi trovo sembra un covo di artisti maledetti. Io sono stravaccato su una piccola poltroncina che fa da angolo alla sua libreria, è più modesta della mia, ma molto fornita. Dai gusti letterari di una persona, si capisce molto con chi si ha che fare.
La camera di Taehyung è disordinata; vestiti sparsi ovunque, libri sopra il letto, sotto al letto, sul pavimento, sul comodino. Appunti dell'università sulla scrivania, schizzi e progetti sparpagliati dappertutto, alcuni appesi alle pareti. Anche qualche quadro è protagonista indiscusso, attaccato al muro. È la camera di un artista, ogni cosa qui dentro urla creatività e follia. Sento diffondersi una melodia che non conosco, è bella, tranquilla, riflette l'atmosfera di questo pomeriggio.
-Mi piace quello che dipingi- me ne esco così, con un disperato bisogno di esternare ció che provó davanti ai suoi quadri. Non ci capisco assolutamente niente di arte, ma so che questo ragazzo ha del talento. Lo vedo in ogni pennellata, in ogni tocco di colore, in ogni ombra scura.
-A volte non so nemmeno io quello che dipingo. Non è premeditato, succede e basta. È come se la tela fosse già dipinta e io mi occupassi solo di portarla alla luce- mi dice alzandosi e sedendosi vicino a me sul bracciolo della poltrona.
-Dipingo i miei stati d'animo, ció che vedo, quello che sento, quello che vorrei, l'arte non ha limiti e io non voglio averne- continua. Si sente da come parla che è una passione struggente la sua. È così assorto e compiaciuto mentre mi spiega il significato di alcuni dei suoi disegni o bozzetti.
Poi il mio occhio coglie qualcosa. Una tela nascosta fra il muro e la scrivania piena di materiali artistici.
-Posso?- la indico con il dito. Sembra pensarci un attimo e poi annuisce debolmente. Mi alzo, la prendo in mano e gentilmente la porto alla luce. La tela è imbrattata di colori, non rappresenta niente e rappresenta tutto, il colore è stato steso con rabbia, frustrazione, dolore, oserei dire con le mani, quasi graffiando il supporto. Non sono cieco, è il prodotto di una notte insonne e di un cuore disperato.
-Cosa ti è successo?- chiedo a bassa voce. Adesso capisco perchè era seminascosto, è una parte di lui che non vuole condividere e io stupido ho invaso la sua privacy.
Sospira rumorosamente e si volta prima di parlare.
-Mio padre è morto di cancro qualche anno fa- il suo è un sussurro impercettibile, ma nella mia testa è come se stesse urlando. Taehyung si sta mostrando a me e io sono pronto per accoglierlo.
-Era da mesi che lottava per la sua vita. Anche quando era costretto sul letto d'ospedale, era lui a farmi ridere, era lui a fare battute per smorzare la situazione, io non riuscivo a trattenere le lacrime, ero debole, mio padre stava morendo e io non potevo fare niente- vedo i muscoli della sua schiena tendersi, i pugni contratti, la voce farsi dura.
-Quando è morto, mi è caduto il mondo addosso. Era il mio supereroe e quello di mia sorella. A un tratto ci siamo trovati solo noi due e nostra madre a tirare avanti con tutte le nostre forze. Ho cominciato a lavorare all'Hyperion, per aiutare mamma e Hyuna. Dovevo fare la mia parte e così mi sono rimboccato le maniche. Quel quadro è il frutto della disperazione che ho provato la sera in cui ci ha lasciati, dipingere mi ha sempre aiutato a sfogarmi- adesso mi sta guardando. Il dolore è impresso nei suoi occhi scuri e quando vedo le prime lacrime solcargli il bel viso, vado in pezzi. Mi fiondo su di lui e lo abbraccio, cercando di confortarlo, proprio come lui ha fatto con me, perchè si merita di avere qualcuno a fianco. Il mio Taehyung sta piangendo. Singhiozza e balbetta e si lascia andare completamente a me.
-Sembrava una bella persona- sussurro accarezzandogli i capelli.
-Lo era-
-Respira Tae, tranquillo, ci sono io- gli ci vuole qualche minuto per calmarsi e riprendersi. Il mio cuore si è sbriciolato nel vederlo in queste condizioni, indifeso, fragile e desideroso d'amore. Quando si stacca vedo una nuova luce nei suoi occhi e sorrido così tanto nel notarla che sto facendo la figura dello scemo. Mi guarda e porta le mani sul bordo della sua maglia, se la toglie velocemente, appoggiandola sul letto. Di fronte a me ho il suo bellissimo corpo. Atletico, asciutto, con un colore così bello da farci affondare i denti, solo per sentire che sapore ha. Mi accorgo subito della data tatuata sotto alla clavicola.

𝘈 𝘜𝘯 𝘙𝘦𝘴𝘱𝘪𝘳𝘰 𝘋𝘢 𝘛𝘦 || 𝑽𝒌𝒐𝒐𝒌 Where stories live. Discover now