6. La strana biblioteca

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Ci vuole un po' di tempo per riprenderci dalle forti emozioni che abbiamo condiviso. Prima di ripartire mi chiede - Ti dispiace se fumo?- scuoto la testa.
-Non sono un fumatore abituale, ma quando ho bisogno di tranquillizzarmi queste aiutano- e per tutta risposta tira fuori dalla giacca un pacchetto nuovo di sigarette. Ne estrae una con estrema lentezza e se la infila tra le labbra, accendendola e aspirando il fumo a pieni polmoni. Tira giù il finestrino e continua ad aspirare e buttare fuori il fumo con regolarità, tenendo la sigaretta tra pollice e indice. Io mi limito a guardarlo, come ipnotizzato dalla sua aurea. Sembra così maturo e bello. Cosa ci fa uno come lui con uno come me?
Tutto a un tratto mi risveglio dal mio incanto e gli chiedo -Posso provare?-
-È la prima volta?- gli sboccia un sorrisetto sul viso alla mia richiesta. Mi faccio piccolo piccolo sul sedile, perchè si, è la prima volta. Poi mi rendo conto che dopo tutto quello che gli ho raccontato stasera, questo è un dettaglio superfluo e non c'è proprio niente di cui vergognarsi.
-In realtà si-
-Ti mostro come si fa- si avvicina a me e ripete lo stesso gesto che ha fatto fino ad ora, come se io non lo avessi osservato.
-Aspiri il fumo, non troppo o rischi di soffocare dato che è la prima volta, e lo tieni in gola, non mandare giù, non voglio vederti morire- dopo di che mi passa la sigaretta. Appoggio il filtro alla bocca e provo ad imitarlo. Mi sento un po' in imbarazzo, ma mi dico di non farci caso e continuare con quello che sto facendo. Aspiro, non troppo, e il fumo mi invade la bocca, è così denso che penso di morire qui. Lo trattengo per un paio di secondi fino a quando non butto fuori tossendo come un idiota.
Tae ridacchia per colpa della scena e io gli restituisco la sigaretta.
-È disgustoso-
-Dopo un po' in realtà diventa piacevole- e continua a fumare fino a quando non la finisce.
-Direi che si è fatta ora di andare- guardo l'ora sullo schermo del telefono per quantificare le sue parole. L'una e mezza.

Ora sono davvero morto.

-I miei mi uccideranno-
-Beh, spero proprio che non lo facciano- e ripartiamo diretti a casa mia.

Quando arriviamo, Tae spegne la macchina e mi guarda per lunghissimi secondi. La situazione sta cominciando a diventare ingestibile per il mio cuore, tanto è che gli domando -Cosa c'è?-
-Sei coraggioso, Jeon Jungkook. Una delle persone più coraggiose che io abbia mai conosciuto- riprende -E dirmi tutto quello che mi hai detto stasera... l'unica cosa che posso dirti è che ti capisco-

Ti capisco

A cosa si riferisce? Ha un sorriso triste stampato sul volto e non mi va di infierire ancora, per stasera almeno.
Si sbilancia in avanti e appoggia una mano sul mio collo, mentre le sue labbra vanno a posarsi sulla mia fronte. Le preme per qualche istante, scoccandomi un bacio dolcissimo che mi fa sciogliere sul sedile.
-Ci sentiamo domani, mh?- pronuncia quando si allontana. Annuisco.
-Buonanotte Taehyung-
-Buonanotte Jungkook- scendo dalla macchina, chiudo la portiera e mi avvicino all'ingresso. Solo quando mi sono chiuso la porta alle spalle sento il rumore delle gomme sfrecciare via.

~

Riparto appena Jungkook si chiude in casa. Sono frastornato, allibito, scioccato. Alla vista di quel bellissimo ragazzo con le lacrime agli occhi, non ho potuto reggere. È stato come ricevere un pugno nello stomaco, perchè so esattamente cosa si prova. A prima vista sembra solo un ragazzo silenzioso e timido, non avrei mai immaginato che dentro di lui si potesse nascondere una voragine di quelle dimensioni. È proprio vero che le persone più silenziose, sono quelle più strabilianti. La morte di Jimin lo ha piegato, ma non spezzato, a contrario di quello che mi ha detto. Nei suoi occhi ho visto una voglia di tornare a vivere disarmante, una forza anomala, una battaglia che continua a combattere perchè non si è ancora arreso. Incredibile l'effetto che mi ha fatto, lo conosco da giorni, eppure ha fatto crescere in me un istinto di protezione nei suoi confronti come mai mi ero successo nella vita.
In questo momento vorrei solo abbracciarlo per consolarlo, dirgli che va tutto bene, che ci sono io. Non oso immaginare come possa stare ora, considerando il quantitativo di esperienze che mi ha confidato. Jungkook ha bisogno di un amico e io sono disposto a diventarlo per lui.
Quando torno a casa, vado dritto in camera mia, attento a non svegliare nessuno. Mentre mi sbottono la camicia mi posiziono davanti allo specchio e guardo il mio riflesso. Passo lentamente I polpastrelli sulla data che ho tatuato sotto la clavicola.

𝘈 𝘜𝘯 𝘙𝘦𝘴𝘱𝘪𝘳𝘰 𝘋𝘢 𝘛𝘦 || 𝑽𝒌𝒐𝒐𝒌 Where stories live. Discover now