12. L'assassinio del Commendatore Pt. 1

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Mi balza il cuore in gola quando sento il campanello suonare. Taehyung è qui, ed è arrivato il momento di affrontarlo come si deve.
Mi precipito giù per le scale, incespicando sui gradini, per arrivare alla porta il prima possibile, che la mia voglia di vederlo di nuovo è tantissima. Non importa se l'ho visto solo poche ore fa, in quel momento non ho potuto apprezzare la sua presenza a pieno. Apro la porta e me lo trovo davanti, le mani in tasca e il volto abbassato.
-Jungkook...- non ha tempo di formulare altro, perchè appena poso gli occhi su di lui, mi slancio in avanti e lo stringo forte. Averlo qui, davanti a me, imbarazzato e timido, è abbastanza per farmi cedere al richiamo primordiale di far scontrare il mio corpo con il suo. Lui risponde subito al mio gesto, le sue braccia mi circondano la vita e lo sento inspirare profondamente nel punto caldo fra il mio collo e la clavicola. Come se volesse avere la prova che sono davvero qui.
-È tutto ok, Tae- sussurro sulla sua spalla.
-Mi dispiace così tanto, Jungkook. Sono un idiota- dice, soffocando la voce sulla mia pelle.
-Se penso che avrei potuto rovinare la nostra amicizia...- fa una piccola pausa e prosegue
-Non mi sarei mai odiato abbastanza-.
Ed è questa la caratteristica intrinseca di essere umani, penso. Per quanto si possa resistere, per quanto si possa avere la volontà di andare avanti comunque, torneremo sempre dalle persone che amiamo. E ci rende deboli, fragili, e maledettamente dipendenti. Ma non troviamo forse la forza necessaria per continuare a vivere, fra le braccia delle persone che rendono la nostra esistenza così degna di essere vissuta?
E quindi accetto di soffrire, mi basta sapere che dall'altra parte del mio cuore troveró sempre e solo Taehyung, in qualunque forma lui sia disposto a concedersi a me. Non mi importa se nelle vesti di amico o di amante.
È tutto quello che mi ripeto, mentre prendo la mano di questo ragazzo straordinario, per accompagnarlo in camera, e parlare per tutto il tempo che ci serve.

Ore dopo, Taehyung è steso nel mio letto, e io raggomitolato accanto a lui, mi godo le dolci carezze che mi sta riservando. La stanza è innondata dalla luce calda del pomeriggio, che tutta si riversa su di noi, accoccolati sopra le coperte.
Cerco di scacciare il ricordo di ció che è successo qui sopra solo un paio di sere fa, ma è tutto inutile. Le sue mani che mi accarezzano le gambe nude, io che gli stringo i capelli così tanto da farlo gemere sulla mia bocca, il sapore forte dell'alcol sulla sua lingua.
-A cosa pensi?- colto in fragrante, mi appresto nel trovare una scusa sensata.
-Ehm.. io- pensa Jungkook, diamine
-Io ho conosciuto tua sorella- d'altronde è vero, ed è solo grazie a lei se ho avuto il coraggio di fare il primo passo.
-Hyuna? Ma quando?-
-A scuola. Ti sei forse dimenticato di dirmi che va nel mio stesso liceo?- e per smorzare la situazione gli picchietto il naso con un dito.
-A quanto pare- dice arricciando il naso -Com'è successo?- ed ecco la parte dolente.
-Mi ha aiutato, Changkyun non mi lasciava in pace- dico piano.
-Io quel tipo lo ammazzo- la sua voce si fa inaspettatamente dura, so che vuole proteggermi, ma non puó essere ovunque.
-Perchè ti odia così tanto?- mi chiede.
-Vorrei saperlo. Prima della morte di Jimin non era così. Ha cominciato a trattarmi male dopo che se nè andato, come se io fossi il colpevole-
-Tu? Il colpevole? Ma se sei l'essere più buono che io abbia mai incontrato- nell'udire le sue parole, nascondo il viso, ormai rosso, nella sua spalla.
Se solo sapessi cosa mi passa per la testa, non lo penseresti più Tae.
-Peró c'è una cosa che non capisco- riprendo con il mio racconto -Tua sorella e Changkyun si conoscono, Hyuna me lo ha fatto intendere alla perfezione- c'è solo silenzio per qualche attimo, poi, elaborate le mie parole, si lascia scappare un -È impossibile-
-Te lo assicuro. A detta di tua sorella ha un certo ascendente su di lui-
-Non ho la più pallida idea di che cosa intenda- dice sconsolato. Quasi riesco a vedere le rotelle che girano nel suo cervello, tanto lo sforzo che ci sta mettendo nel far combaciare i pezzi.
-Comunque sia, Hyuna è buona e dolce tanto quanto il fratello, sai?- ed ecco uno squisito porpore invadere le guance del castano. È così carino che mi verrebbe da addentarlo.
-Sono felice che ti abbia aiutato-
-Mi ha anche detto che eri ridotto uno schifo, per via di quello che è successo- continuo, sperando di non alterare l'atmosfera serena che si è venuta a creare.
-Ha ragione. Hai idea di quanti pacchetti di sigarette ho fatto fuori?- dice ridacchiando. Notando il mio sguardo cupo, mi solleva il viso e mi guarda attento.
-Non preoccuparti Kookie. Lo sai, mi aiutano a tranquillizzarmi, e Dio solo sa quanto ne avessi bisogno in questi giorni- pensare che anche lui non riusciva a togliersi dalla testa le immagini peccaminose dell'altra sera... devo smetterla di fantasticarci sopra. C'è così tanta tensione nell'aria che si potrebbe tagliare con un coltello.
Come reagirebbe se lo baciassi ora?
Basta. Non puoi idiota.
Anche se i suoi occhi sono fissi nei miei, e il respiro fa fatica ad uscirmi, non percepisco imbarazzo, solo complicità.
Mai pensavo di poter ritrovare un legame lontanamente simile a quello che avevo Jimin. Dicono che certe persone entrano nella nostra vita perchè è destino, perchè sono destinate a spezzarci, a farci maturare, a insegnarci ad amare. Che Taehyung sia entrato nella mia vita per questo?
Mi piace pensarlo.
-Tutto ok?- mi chiede dolcemente, accarezzandomi uno zigomo con i polpastrelli. Per tutta risposta poso la mano sopra la sua, stringendola appena.
-Mai stato meglio- sussurro.

𝘈 𝘜𝘯 𝘙𝘦𝘴𝘱𝘪𝘳𝘰 𝘋𝘢 𝘛𝘦 || 𝑽𝒌𝒐𝒐𝒌 Where stories live. Discover now