24. L'assassinio del Commendatore Pt. 2

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-Ti andrebbe di fermarti da me? Il necessario per raccontare tutto ai miei genitori?- chiedo titubante a Taehyung. Siamo seduti in macchina, parcheggiati di fronte a casa mia.
È sera tardi, il buio permea il volto della città, i lampioni rischiarano i suoi contorni.

Siamo andati via dal cimitero poco fa; gli altri prima di andarsene mi hanno abbracciato forte e mi hanno detto quanto mi volessero bene, intuendo che ne avevo bisogno più che mai.
Hoseok è stato il più provato di tutti, il suo volto era ricoperto da una tristezza anomala e malinconica, come se si fosse rivisto in me.
Jin invece, sembrava rinchiuso nel suo mondo, probabilmente impegnato ad autocolpevolizzarsi per aver fallito come psicologo. Ma non sa che gli sono eternamente grato, che il suo aiuto mi ha supportato molto più di quello che crede, e che la colpa non è sua.

In questo momento ho tanto bisogno di Taehyung, della sua presenza e delle sue attenzioni, per capire che andrà tutto bene.
-Non dovevi nemmeno chiedermelo, sarei rimasto comunque- dice serio. Si avvicina lentamente, con uno sguardo tutto malinconico stampato sul viso e azzera le distanze fra noi.
-Ti amo- sussurro sulle sue labbra una volta separati.
-Ti amo anche io- mormora di rimando, accarezzandomi una guancia con le nocche.

~

-Finalmente Jungkook! Stavamo cominciando a preoccuparci!- esclama mia madre, venendoci incontro con le braccia spalancate per accogliermi. Mio padre è in piedi dietro di lei, e Yoongi, arrivato a casa prima di noi mi guarda angosciato.
-Tranquilla mamma, sono qui- sussurro piano per rassicurarla. In questo momento non è mia madre ad abbracciarmi, ma io ad abbracciare lei; a sostenerla con le mie braccia forti, a farle capire che suo figlio è qui, che è vivo più che mai.

Non mi sono mai sentito tanto debole e tanto forte come ora; debole e stanco per via delle medicine e della ricaduta, per via di ció che ho confessato al vento convinto che Jimin potesse sentirmi; tanto forte perchè sono vivo e perchè sto respirando, sto respirando, sono vivo, sono qui.

Quando rilascio mia madre dal nostro abbraccio vedo che ha gli occhi lucidi per la commozione.

Come potevo fargli una cosa del genere?

-Penso sia arrivato il momento- dichiaro prontamente, guardando i miei genitori e mio fratello.
Gli chiedo scusa mentalmente, chiedo scusa con tutto il mio cuore perchè quello che gli racconteró è solo una misera parte della verità.
Non ho le forze per raccontare la verità nuda e cruda, almeno non ora, ho bisogno di tempo per pensare e per metabolizzare.

Ho promesso a Changkyun che non avrei rivelato nulla di quanto è successo e io sono uno di parola.
Non perchè io voglia scusarlo o difenderlo, ma perchè i miei genitori non potrebbero sopportarlo, non potrebbero convivere con l'idea di un figlio quasi morto, bullizzato e distrutto dalle parole sofferenti di una lettera trovata ad un anno di distanza.
Inoltre non voglio che la notizia passi di bocca in bocca, già a scuola verró etichettato come il ragazzino problematico che ha provato a suicidarsi in uno dei bagni della scuola.

Sarebbe troppo anche per loro.
Taehyung conosce la verità, e mi basta così.
Ho con chi piangere nelle notti insonni.

~

-Quindi era per questo? Era per l'anniversario della sua morte che hai avuto questa ricaduta?- chiede mio padre.
Mi guarda fisso negli occhi, con uno sguardo così serio e grave da impietrirmi sul posto. Non sembra per niente scalfito dal mio falso racconto, tanto che mi chiedo se abbia imparato con gli anni ad essere una persona così fredda esternamente oppure si aspettava semplicemente di peggio.
So che gli importa di me, è mio padre, ma gli ho sempre ricriminato nel mio cuore di essere una persona per niente affettiva.

𝘈 𝘜𝘯 𝘙𝘦𝘴𝘱𝘪𝘳𝘰 𝘋𝘢 𝘛𝘦 || 𝑽𝒌𝒐𝒐𝒌 Where stories live. Discover now