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Federico
'Siamo amici' pensai, rigirandomi nel letto, alla ricerca della posizione migliore per prender sonno.
Dissi ad Alessia di non passare da me quella sera.
Preferii rimanere da solo e trascorrere il tempo a guardare il soffitto, come facevo sempre quando i pensieri diventavano troppi ed insostenibili.
Naturalmente mi ero reso conto della cazzata che avevo fatto solo dopo averla fatta.
Non volevo essere suo amico.
Volevo essere suo e basta, senza se e senza ma.
Sotto consiglio di Paulo, decisi di prendermi qualche ora di pausa da lei e dalla vita in generale. Non che ci fosse differenza tra le due cose.
Tentai inutilmente di guardare un film, ma, concentrarsi su qualcosa che non fosse Bea, sembrava essere totalmente fuori discussione.
Capii che non sarei riuscito ad addormentarmi se prima non l'avessi sentita.
Tirai fuori il cellulare e le mandai un messaggio.
'Buonanotte Beatrice' scrissi velocemente e senza esitazioni.
'Federico Bernardeschi' replicò lei. 'Non puoi fare così'.
'Così come?'
Lei non rispose, perché, conoscendola, neppure lei avrebbe saputo spiegarlo.
Io non le dissi altro, perché ci sarebbero state troppe cose da dire.
Cose che avrei voluto dirle di persona, sotto voce, mentre le sfioravo la schiena.
Cose che, se fossero uscite dalla mia bocca, avrebbero inevitabilmente capovolto il fragile equilibrio che si era appena creato tra di noi.
Cose che scelsi di tenermi dentro, in modo che quel casino potesse essere solo mio.
La mia mente ed il mio cuore erano ancora fermi a quel pomeriggio, quando, prima di andare via, Bea si buttò tra le mie braccia.
In quel momento, avrei giurato di non sapere più dove finissi io e dove cominciasse lei.
Ritrovai me stesso in un abbraccio e, dopo tanto tempo, ebbi di nuovo l'impressione di sapere chi fossi o, perlomeno, chi avrei voluto essere.
Quella ragazza possedeva l'innata capacità di farmi sentire tranquillo e, come nessun'altra, a casa.
Avevo già intuito che certe assenze sono impossibili da superare, ma, da perfetto idiota, avevo sempre cercato di non classificare la sua come tale.
La verità era che l'amavo e mi mancava.
Mi chiesi se anche lei, in cuor suo, provasse quella sensazione.
Quella che provi quando sai che qualcosa non è ancora finito, o che, a finire, ci sta mettendo un po' troppo.
'Buonanotte Federico' scrisse, quando ormai non ci speravo più.
Probabilmente non ci avevo mai capito nulla dell'amore, ma di una cosa ero certo: senza la sua buonanotte, non dormivo bene da più di un anno.
La prima cosa che feci, il giorno dopo, fu chiamare Alessia.
Le chiesi di vederci e lei accettò subito.
'Questa storia non funziona' le annunciai serio, una volta arrivato a casa sua.
Lei cominciò a farneticare cose incomprensibili e ad agitare in aria le mani. Di tutte le cose che disse, decifrai solo: 'Mi stai lasciando?'
'Io ti voglio un gran bene' ammisi. 'Ma non ti amo'.
'Quindi...mi stai lasciando?' ripeté con le lacrime agli occhi.
'Sì'.
'Ho bisogno di restare sola in questo momento' asserì, invitandomi ad uscire e cercando di nascondere il trucco colato.
Non avrei voluto farla soffrire, ma, stare con lei senza amarla, era malsano per entrambi.
Nonostante sapessi che la fine della mia relazione non avrebbe cambiato nulla tra me e Bea, avevo realizzato che non sarei più riuscito ad andare avanti in quel modo e che sicuramente non avrei rimpianto i tempi passati con Alessia, a differenza di quelli con Beatrice.
Quando la lasciai, me ne pentii praticamente subito. Avevo talmente tanta paura di sentirmi dire addio un giorno, che decisi di anticipare il momento, che credevo sarebbe stato inevitabile, e dirglielo io per primo.
Dopo tutto quel tempo, stavo ancora pagando le conseguenze di una scelta che avevo fatto in pochi secondi.

Beatrice
'Ciao'.
'Veronica è sotto la doccia' spiegò Paulo, non appena aprì la porta. 'Entra pure'.
L'argentino mi fece accomodare sul divano e si sedette sulla poltrona davanti a me.
'Pensavo stessi male'.
'Beh...ora sto bene'.
'Ho saputo le novità' disse allegro.
'Che intendi?'
'Tu e Berna'.
'Siamo amici'.
'Vedremo' rispose lui criptico.
'Vedremo cosa?' avrei voluto chiedergli, ma Veronica arrivò come un treno, con i capelli avvolti in un asciugamano, e Dybala ci lasciò da sole.
'Parlo prima io o parli prima tu?'
'Mi ha mandato la buonanotte ieri sera' rivelai.
'E tu?' chiese, sgranando gli occhi in attesa di un responso.
'Ho risposto'.
'Bea...Paulo te lo ha già detto?'
'Cosa avrebbe dovuto dirmi?' domandai senza capire.
'Stamattina è successa una cosa' mormorò, giocherellando con la cerniera della felpa.
'Arriva al punto'.
'Federico ha lasciato Alessia'.
Mi ci volle qualche minuto per assimilare l'informazione.
'E quindi?'
'Lo ha fatto per te!' esclamò, per poi alzarsi e fare un balletto.
'Frena!Siamo amici'.
'Bea. Lui ti ama ancora e anche tu provi la stessa cosa!'
'Io non lo amo!' ribattei, forse in modo poco convinto.
'Te lo si legge in faccia'.
'Che ho dormito poco?' chiesi sarcastica, suscitando una sua risata.
'Che lo ami!'
'Sono fidanzata'.
Mi resi conto, non appena pronunciai quella frase, di quanto essa risultasse impostata.
Ormai continuavo a ripeterlo ogni due per tre, più che altro a me stessa ed a chi mi chiedeva che cosa ne pensassi della nuova, ormai ex, ragazza di Bernardeschi.
Per un attimo ci credetti davvero...al fatto che potesse aver lasciato Ambra per me, ma l'idea sfumò nel giro di pochi minuti.
Se fosse stato innamorato, non avrebbe proposto un'amicizia. Se lo fosse stato veramente, non mi avrebbe neppure mai lasciata.
Lui non era innamorato e nemmeno io lo ero più, però c'erano alcune cose in me che non riuscivo proprio a spiegarmi.
Per esempio, il fatto che volessi costantemente averlo accanto.
Se fosse stato con me, avrei poggiato la testa sul suo petto e gli avrei chiesto di sussurrarmi che il mondo, là fuori, non contava niente, perché certe cose, se dette da lui, riuscivano a darmi la speranza di cui avevo bisogno ed a farmi credere che, nonostante i casini, tutto sarebbe andato bene.
Avrei voluto cantare con lui durante un viaggio in macchina, fare una passeggiata, farmi insegnare come si gioca a calcio, perdermi nei suoi occhi, condividere un gelato e persino la vita.
Non era come essere innamorati. Giusto?

Back to you | Federico BernardeschiWhere stories live. Discover now