17

2.4K 98 7
                                    

4 mesi dopo...
Beatrice
'Allora lo volete sapere il sesso?' domandò gentilmente l'ostetrica.
'Sì' risposi io.
'No' replicò Federico. 'Vogliamo la sorpresa'.
'Va bene allora'.
'Lei lo sa?' chiesi stupidamente.
'Beh...sì, è ben visibile' disse la donna, indicando il monitor accanto a noi.
Non ci capii niente, ma annuii lo stesso.
'Ripetimi perché abbiamo scelto la sorpresa'.
'È stata una tua idea' precisò Bernardeschi, una volta in macchina.
'E se ci avessi ripensato?'
'Troppo tardi' rise, dandomi un bacio sulla fronte.
Non parlammo più del sesso del bambino, fino a che non tornammo a casa.
Durante il tragitto, non mi risparmiai dal fare qualche commento pungente, ma lui non sembrò neanche farci caso.
'E come facciamo per il nome?'
'Pensiamo ad uno da maschio ed uno da femmina' disse, compiaciuto di aver risolto il problema.
'E per i vestiti?'
'Compriamo cose neutre' asserì. 'E poi è ancora troppo presto'.
'Non la vuoi un festa di quelle con le torte giganti?'
'Eh?'
'Quelle azzurre o rosa'.
'Abbiamo deciso che avremmo aspettato e lo faremo' tagliò corto lui. 'Se vuoi una torta, puoi prenderla al cioccolato'.
'Vado a prepararmi' sbuffai, fingendo di essere arrabbiata.
'Siamo già in ritardo' mi fece notare divertito.
'E perché ridi?'
'Perché sei lenta' spiegò con naturalezza. 'Ma ti amo lo stesso'.
'Io no'.
'Sì invece'.
'Come fai ad esserne così sicuro?'
'Istinto' mormorò, avvicinandosi lentamente.
'Siamo in ritardo' ripetei a bassa voce.
'Mi ami?'
'Ti amo'.
Quando arrivammo in chiesa, fortunatamente, la cerimonia non era ancora cominciata.
Bernardeschi ed io raggiungemmo Dybala, intento a sistemarsi per l'ennesima volta la cravatta.
'Sei nervoso?'
'Sto per sposarmi' ridacchiò. 'Sono più teso che mai'.
Veronica arrivò con quindici minuti di ritardo.
Vederla camminare elegantemente lungo la navata, accompagnata da suo padre e da un piccolo paggetto che spargeva per terra petali bianchi, mi commosse più dell'episodio finale de "Il Trono di Spade"..
Il suo "lo voglio" fu la stangata finale.
Piansi fiumi di lacrime e consumai almeno una trentina di fazzoletti.
In qualità di testimone, le rimasi accanto tutto il tempo.
La vista della mia migliore amica in abito bianco, mi rese sia felice che nostalgica.
Ricordai il nostro primo anno a Torino e pensai che, di strada assieme, ne avevamo fatta parecchia.
Usciti dalla cappella, i due sposi furono inondati da chicchi di riso.
'Sono bellissimi' commentai, guardandoli.
'Come?' borbottò Bernardeschi.
'Ho detto che sono bellissimi' ripetei più forte.
'Anche tu sei bellissima' disse, giocherellando con le maniche della giacca.
'Va tutto bene?' gli domandai, vedendolo più nervoso del solito.
'Il lancio del bouquet!' gridò la mia ex coinquilina, interrompendoci.
'Vai!' mi esortò Federico.
'È una cosa stupida'.
'Non sempre' mormorò, facendomi l'occhiolino.
Andai alle spalle di Veronica, circondata da altre venti donne e pure da alcune vecchiette.
'Siete pronte?'
Contò fino a tre e gettò all'indietro il mazzo di rose.
Mentre i fiori erano in aria, mi voltai verso il numero trentatré, esclamando: 'Sta a vedere che adesso li prendo io!'
Non me ne accorsi neanche, ma, come se lo avessi previsto, finirono proprio tra le mie mani.
Provai a ritornarlo alla sposa, ma lei mi sorrise e, con gli occhi lucidi, disse: 'È tuo'.
Lo guardai più attentamente e, non capii perché, ma tra i boccioli, trovai una scatolina color pesca.
Federico mi raggiunse e mi strinse tra le sue braccia.
'Ti amo' sussurrò con dolcezza.
'Che succede?' chiesi confusa.
'Tu mi ami?'
'Di nuovo?'
'Sì, di nuovo'.
'Non devi neanche farle certe domande'.
'Era da un pò che stavo pensando ad una cosa' borbottò nervoso.
'A cosa?'
'Ne abbiamo passate tante noi due' rise.
'Ho smesso di contarle'.
'Ma tu mi hai insegnato che il troppo, con te, non esiste.
So che lo insegnerai anche a nostro figlio'.
Si inginocchiò davanti a me ed io ricominciai a piangere come una bambina.
'Beatrice, vorresti rendermi l'uomo più felice del mondo e permettermi di viverti fino alla fine dei nostri giorni?'
'È lui' pensai tra me e me, consapevole che, qualunque innamorata, sarebbe stata in grado di cogliere la magia di quelle tre lettere messe insieme.
Era lui.
Era il suo viso, quello che avrei voluto vedere ogni mattina appena sveglia.
Era la sua mano, quella che avrei voluto stringere nei momenti di difficoltà e non.
Era lui, l'uomo che avrei amato per sempre.
'Lo voglio da quando ti ho conosciuto' risposi, tirandolo su.
Lui mi baciò e le nostre lacrime si mescolarono, fino a diventare dolci.
Era proprio stando con lui, che avevo imparato, che si può piangere anche per le cose belle.
Bernardeschi era definitivamente la miglior cosa che potesse succedermi e, quando mi mise l'anello al dito, capii che sarebbe stato per l'eternità.

Back to you | Federico BernardeschiWhere stories live. Discover now