Fourteen

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Era il secondo giorno in cui Seungmin era rinchiuso in quella casa. Jaehyung almeno gli aveva slegato i polsi e lo faceva andare tranquillamente in giro per quella casa, sotto la supervisione del biondo.
La notte delle lacrime gli scendevano dalle guance, voleva andarsene da lì. Però, come sappiamo, la speranza è l'ultima a morire, infatti, Seungmin sapeva che Hyunjin o la polizia sarebbero venuti a salvarlo.

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Passate le quarantotto ore, Hyunjin chiamò la polizia e spiegò agli agenti l'accaduto e fece vedere tutte le prove che aveva raccolto.
Questi ultimi si congratularono con lui per tutti gli indizi ottenuti e subito si misero in viaggio per la casa di Jaehyung.

Parcheggiarono la macchina in un posto lì vicino e stettero lì per un po' visto che dovevano decidere il piano di salvataggio da attuare.

"Ragazzo che ne dici di entrare tu nella casa? Noi cercheremo di aprire la porta con cautela, entrerai e poi appena troverai il tuo amico, premerai il bottone su questo telecomando che ora ti daremo, così da avvisarci e noi faremo irruzione nella casa."

Hyunjin annuì e il piano per salvare Seungmin cominciò.

Gli agenti aprirono con cautela la porta e il corvino entrò.
Avanzava molto piano cercando di non fare troppo rumore. Si ritrovò davanti la prima stanza, stava per entrare, però che qualcuno gli mise un coltello al collo.

"Lo avevo detto io che avresti fatto una brutta fine" disse la voce dietro di lui.
Hyunjin cercò di guardare con la coda dell'occhio per vedere chi fosse quella persona, e vide Jaehyung.

"Dove hai nascosto Seungmin?" più che una domanda sembrava un ordine.

"Aspetti che io lo venga a dire proprio a te?"

"H-HYUNJIN!" I due sentirono una voce singhiozzare: era quella di Seungmin.

"Tsk, decide di parlare proprio quando non deve"

Jaehyung si distrasse e Hyunjin riuscì ad invertire le posizioni e mettergli un braccio dietro la schiena. Premette il bottone sul telecomando e la porta della casa fu sfondata dalla polizia

Hyunjin consegnò Jaehyung agli agenti che lo ammanettarono.

Il corvino andò a cercare Seungmin e lo trovò in una stanza legato ad un letto.

"Minnie, sono qui" disse Hyunjin.

"Grazie al cielo" rispose Seungmin tra le lacrime.
Hyunjin lo slego'.

"Non ho mantenuto la promessa che ti avevo fatto, mi dispiace"
Il corvino abbassò la testa dispiaciuto, stava piangendo.

"L'hai rispettata eccome, sei qui, sei venuto a salvarmi, per farlo hai combattuto contro quel mostro. Quindi su, non dire sciocchezze del genere e usciamo di qui"

Hyunjin annuì ed entrambi uscirono da lì.

Nel giardino trovarono la polizia che stava mettendo Jaehyung nella loro auto per portarlo alla centrale. Si era fatta sera e Seungmin aveva evidentemente freddo. Il corvino gli mise la sua giacca sulle spalle e gli sorrise.

Nel frattempo arrivò la mamma del castano che abbracciò suo figlio piangendo.

Quella notte Seungmin voleva stare con Hyunjin, si sentiva più sicuro se lo aveva al suo fianco.

"Hyunjin, grazie"

"Di cosa?"

"Grazie di esistere, non so cosa avrei fatto senza di te. Sei al mio fianco sempre e comunque, anche se per il mio problema sono una piaga"

Hyunjin prese per le spalle il suo ragazzo.

"Tu non sei una piaga, sei una persona fantastica, perfetta, gentile... potrei affibbiarti tutti gli aggettivi positivi esistenti. Per favore smettila di dire cazzate, che per me, per tua madre, per tutti i nostri amici, sei importante"

Seungmin sorrise e baciò il suo fidanzato.

Quando si staccarono per riprendere fiato, i due si buttarono sul letto del castano e si addormentarono con le loro mani incrociate.

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Author's note

Sono sempre più proud di questa storia UwU

Thᥱ rᥱᥲsoᥒ of ყoᥙr smιᥣᥱ Where stories live. Discover now