Capitolo 9

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I tre bambini si presero per mano, Nico con il braccio libero teneva sollevato il maialino e insieme saltarono all'interno dell'oscura intercapedine. Quando i loro piedi toccarono il terreno, si accorsero di trovarsi in un mondo totalmente differente. Tigo iniziò a grugnire per la paura e Caramello lo riempì di dolci per farlo tacere.

Il cielo era nero, cosparso qua e là da nuvole rosse come il sangue. Attorno a loro si estendeva la sterminata Foresta Assetata. Era piena di alberi morti, senza foglie, non c'erano né erba né fiori, la vegetazione era completamente assente, come se fosse un'eternità che lì non piovesse.

"Ora capisco perché si chiama Foresta Assetata," disse Keya "queste povere piante sono completamente secche."

Le cime degli alberi, con quell'atmosfera cupa, sembravano tanti artigli pronti ad attaccarli. Anche il terreno era nero e arido. Dopo tutti quei colori del mondo di Oneiron, quel posto sembrava ancora più inquietante, e i piccoli amici si sentivano mancare l'aria dalla paura.

"Tigo ci può condurre al castello di Symfora?" chiese Lola.

"Certo," rispose Arturo "ma una volta arrivati lì, lo dovremo lasciare lontano o i malvagi sentiranno la sua presenza."

Il maialino dopo alcune resistenze, corrotto ancora dalle leccornie, li condusse al castello. A causa però degli eccessivi dolciumi si muoveva a fatica, rallentando il passo di tutto il gruppo.

I cinque amici camminarono in assoluto silenzio, ognuno era assorto nei propri pensieri.

Ad un tratto accadde qualcosa di strano, Nico si fermò di colpo, aprì le sue mani e si accorse che c'era dell'acqua. Alcune gocce caddero sul terreno e lì dove si schiantarono spuntò velocemente un fiore giallo, che si essiccò e scomparve quasi immediatamente.

"Hai trovato la tua intuizione magica," spiegò Arturo "puoi governare e richiamare l'acqua."

Le bambine gioirono alla notizia e il ragazzo continuò ad osservare incredulo le sue mani.

"Sei fortunato" disse Caramello "ad avere questo potere, l'acqua rappresenta la vita. Dove manca questo elemento, come in questo luogo, tutto muore e inaridisce."

"È vero, concordo con lui" continuò Arturo "per una volta ha detto qualcosa di saggio. Il tuo dono è molto prezioso, sappilo custodire."

"Inoltre," aggiunse l'angioletto "senza acqua non si possono fare i dolci!"

"Ritiro il complimento," commentò sospirando la rondine "tu al posto del cervello hai un bignè alla crema!"

I bambini ridacchiarono, Caramello e Arturo con i loro battibecchi erano davvero buffi e nonostante tutto anche tra loro due era nata una splendida amicizia.

Più si avvicinavano alla fortezza, più i rami si facevano fitti e diventava difficile passarci attraverso.

Da lontano sentirono dei lamenti, corsero verso le voci e si accorsero che erano arrivati al castello di Symfora.

La fortezza si confondeva con l'oscurità, era enorme ed inquietante. Aveva la forma di una gigantesca quercia, con delle buie insenature che sostituivano porte e finestre.

Spaventosi erano gli alberi disseminati attorno al castello, su ognuno dei quali penzolava sospesa nell'aria una gabbia.

All'interno delle piccole prigioni erano intrappolati esseri deliranti, che urlavano e si dimenavano.

Nico ricordò che nel libro aveva letto qualcosa riguardo le gabbie degli incubi. Chiunque fosse stato intrappolato al loro interno, avrebbe finito per confondere la realtà con terribili illusioni, fino a perdere lentamente ogni speranza e morire.

Oneiron - Le chiavi del magico regnoWhere stories live. Discover now