Capitolo 11

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Intanto Nico, Lola e Arturo erano ancora nascosti nella stanza del trono, intenti ad escogitare un piano per riprendere la chiave di Oneiron, entrata in possesso dei malvagi, e salvare l'essere umano da loro imprigionato.

Dopo la cerimonia Knefas e Orfne si congedarono dalla sovrana per tornare nel regno della regina Speranza.

Appena i due malvagi uomini uscirono dalla stanza, entrò nella sala del trono una Guardiaiena per avvisare Symfora che il ragazzino, che avevano imprigionato nella gabbia degli incubi, era prossimo alla morte.

La sovrana esclamò orgogliosa:

"Dopo tante sconfitte, è arrivato finalmente il mio momento. Il male governerà su Oneiron e sulla Terra, e tutti gli sciocchi seguaci della regina Speranza diventeranno miei schiavi o periranno!"

I bambini turbati dalla notizia, decisero di cambiare il loro piano. Capirono che c'era poco tempo e che dovevano liberare al più presto l'essere umano intrappolato nella gabbia degli incubi.

Nico comunicò ai due compagni che aveva avuto un'idea, ma che prima di attuarla doveva fare alcune prove con il suo potere. In silenzio iniziò a sperimentare la sua intuizione magica. Lola e Arturo non sapevano cosa stesse facendo, poiché erano tutti e tre invisibili. Ogni tanto vedevano cadere delle lacrime di ghiaccio, che scomparivano prima dell'impatto con il suolo.

Dopo qualche minuto, il bambino si sentì finalmente pronto e sussurrò sotto voce agli altri ciò aveva escogitato.

I tre d'accordo sulla strategia da attuare, si misero all'opera.

Appena Araios uscì dalla stanza reale, i piccoli amici iniziarono a seguirlo.

Il malvagio essere si diresse verso la parete che si trovava di fronte e la attraversò. I bambini rimasero per un attimo spiazzati, poi decisero di provare ad oltrepassarla e ci riuscirono.

Compresero che quel luogo celava un'infinità di nascondigli segreti e che dovevano stare attenti a non perderlo di vista.

Araios, senza volerlo, aveva condotto i tre amici nel suo laboratorio magico, dove compiva malefici ed incantesimi.

Nella stanza, come nel resto del regno, c'era un'assenza totale di colore. In quell'oscurità spiccavano su un tavolo, posto al centro del laboratorio, una decina di piccole fiamme rosse.

Nico si ricordò che nel libro, che aveva letto dai Dottodrilli, era spiegato che quelle fiammelle, erano le anime degli esseri che il mostro aveva imprigionato. Quando una di essa si spegneva, contemporaneamente un prigioniero moriva. Dall'annientamento dei suoi nemici, il malvagio mostro acquisiva ulteriore potere.

Una di quelle fiammelle era diventata molto piccola rispetto alle altre, Nico capì che era quella del ragazzino imprigionato e che bisognava fare in fretta.

I terrestri erano una preda pregiata per Araios poiché essi, grazie alla loro energia, potevano aumentare enormemente il suo potere. Inoltre le loro fiamme si spegnevano velocemente, rispetto a quelle degli abitanti di Oneiron.

I tre amici si spostarono in un angolo della stanza, vicino all'uscita, e iniziarono a mettere in atto il loro piano.

Araios stava seduto, intento a leggere il Libro Nero degli Incantesimi e ogni tanto dava uno sguardo alle fiammelle, impaziente di vederle spegnere.

Arturo volò, restando invisibile, sopra il malvagio essere. Nel frattempo, Nico tentava con i suoi poteri di congelare una piccola parte della catena, al collo del mostro, da cui pendeva la chiave in grado di aprire tutte le gabbie degli incubi.

Oneiron - Le chiavi del magico regnoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora