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A Minho quella sembrò la domenica più lenta della sua vita, quando di solito era una giornata che amava

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A Minho quella sembrò la domenica più lenta della sua vita, quando di solito era una giornata che amava.
Amava il fatto che non dovesse svegliarsi presto, che non dovesse andare all'università e che non dovesse recarsi al lavoro.

Ma quella domenica era diverso.
Quella domenica era senza Jisung.

Si era svegliato intorno alle nove, aveva fatto colazione e un giro per le strade di Gimpo cercando di far passare il tempo.
A pranzo era tornato a casa e aveva mangiato del semplice ramen istantaneo, mentre nel pomeriggio aveva studiato, rimettendosi in linea con le spiegazioni fatte durante le ultime lezioni.

Furono forse gli argomenti più noiosi del solito, o la gravosa quantità di materiale arretrato, ma a Minho quelle ore sembrarono le più lente e noiose della sua vita.

Quando finì di studiare, verso le otto, era stanco morto e non fece altro che bere una camomilla e andare a dormire, senza nemmeno cenare.
Una volta coricatosi pensò che, senza l'aspettativa di rivedere Jisung, le giornate passassero troppo lente.
Eppure questo non gli era mai successo prima di allora.

Ripensò alla mattina del giorno precedente, trascorsa con il ragazzo in questione.
Si era divertito un sacco e gli aveva fatto piacere chiacchierare con lui, aveva però sentito il suo cuore stringersi quando il minore gli aveva parlato di ciò che i suoi compagni gli avevano fatto il giorno precedente.
Era tuttavia contento di averlo stretto in un abbraccio: ciò lo aveva fatto stare bene.
Quel ragazzo faceva nascere in lui sensazioni contrastanti, questo era certo, e pensando ancora a Jisung, il corvino si addormentò.

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La giornata di Jisung era stata altrettanto monotona.
Tra videogiochi e libri, le ore erano passate, ma con una lentezza esorbitante.
A questo Jisung era abituato, tuttavia quella domenica pareva scorrere più lenta del solito.
E il ragazzo sapeva benissimo il motivo di ciò: gli mancava Minho, lo stesso ragazzo a cui rivolse l'ultimo pensiero prima di addormentarsi a sua volta.

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Finalmente, almeno dal punto di vista di Minho, era arrivato il tanto sospirato lunedì.

Carico come non mai, si alzò dal suo letto, si preparò, bevve un caffè veloce e prese il pullman per la sua università.

I corsi non gli sembrarono nemmeno troppo pesanti e il tempo che lo separava dal tornare a casa passò in fretta, esattamente come le ore di studio prima di recarsi sul posto di lavoro.
La consapevolezza che avrebbe rivisto il minore lo animava a tal punto da far sì che il tempo passasse per lui velocissimo.

Fu così che alle sette in punto si trovava già dietro il bancone di Arcade.
Passò due ore d'inferno nell'inseguire i bambini per tutto il locale, ad assicurarsi che svolgessero tutti i giochi in regola, a disribuire i premi e a pulire il pavimento, anche se questa volta era stato solamente un ragazzino sui dodici anni a far cadere un frullato alla fragola per terra.
Sempre meglio del vomito, aveva pensato Minho.

Arcade -Minsung- [✔]Where stories live. Discover now