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Era appena inziato dicembre e il clima non era di certo migliorato

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Era appena inziato dicembre e il clima non era di certo migliorato.
Ogni giorno per una settimana aveva tirato un forte vento, tuttavia ciò non aveva impedito a Jisung di presentarsi in sala giochi ogni sera: da quando si era totalmente aperto con Minho rivelandogli quello che per lui era il suo punto più debole si sentiva ancora più legato a lui, quasi in debito nei suoi confronti per riuscire a farlo sempre sentire bene.

Quel venerdì tuttavia il vento era ancora più forte di quello dei giorni precedenti e, unito alla fitta pioggia che aveva iniziato a cadere incessantemente, faceva risultare l'uscire di casa un'azione un po' pericolosa.

"Jisung, capisco che tieni a Minho e tu lo voglia vedere tutti i giorni, ma non credo si offenda se per una sera tu non vai a trovarlo... poi da come me ne parli mi sembra un ragazzo intelligente per capire che è rischioso per te uscire di casa con questo tempo... vi potete sempre incontrare un'altra volta..."
"Mamma ho diciotto anni ormai, sono autosufficiente e non credo che in tre isolati possa accadermi chissà cosa... è solo un po' di pioggia."

La madre di Jisung stava cercando di dissuadere il figlio ad uscire con un tempo del genere, ma il ragazzo sembrava non voler far altro che recarsi in sala giochi.
Dopo una buona mezz'ora di discussione alla fine la donna si arrese.
"Ad una condizione però. Appena arrivi mi devi mandare un messaggio per farmi sapere che stai bene."
Jisung annuì.
"Certo, ciao mamma." Disse egli, indossando un cappotto pesante e munendosi di un ombrello, per poi uscire di casa, dopo aver schioccato un bacio sulla guancia della donna.

Quando, dopo una veloce corsa sotto la pioggia, Jisung arrivò ad Arcade si erano già fatte le nove e mezza.
La sala giochi sembrava deserta, infatti anche le luci e i videogiochi erano spenti, probabilmente per evitare un contocircuito.
Tuttavia l'improvviso apparire di Minho da dietro la macchina per cercare di acchiappare i pelouche con un braccio meccanico dissuase Jisung dalla sua idea.

"Ciao Minho." Lo salutò egli.
"Pensavo non saresti venuto con questo tempo, stavo aspettando un tuo messaggio infatti."
"Beh, ho dovuto discutere con mia mamma per uscire, ma eccomi qua."
"Avresti dovuto ascoltarla invece... fuori è pericoloso."
"Ma volevo vederti..."
Minho ridacchiò.
"Se la metti così allora va bene."

Jisung sorrise, estrasse il cellulare e digitò il tanto famigerato messaggio per avvisare sua madre che stesse bene, per poi inviarlo in seguito.
"Scusami, ma mia mamma mi ha detto di avvisarla appena fossi arrivato qui... sai dovevo confermarle che fossi ancora vivo." Disse il minore, riponendo il cellulare nella tasca posteriore dei suoi pantaloni.
"Figurati, nessun problema."
Lo rassicurò Minho.

"Comunque mi spiace, ma con questo tempaccio è meglio non giocare a nessun videogioco..."
"Capisco, hai ragione. Comunque possiamo sempre parlare un po' in area caffetteria no?"
"Certo!" Gli sorrise Minho avviandosi in quel luogo, seguito dal minore.

"Staremo anche più tranquilli, perché come puoi notare Chan oggi ha deliberatamente preso la decisione di restare a casa dal lavoro, e secondo me ha fatto anche bene..."
Jisung sorrise.
"Tu si che sei un dipendente modello invece!"
Il corvino iniziò a ridere, seguito poi dal biondo.

I due ragazzi continuarono a divertirsi e chiacchierare fino a quando giunse l'orario di chiusura.
Dopo che ebbero entrambi indossato i loro cappotti, si recarono davanti alla porta di Arcade, pronti ad uscire.

Tuttavia la vista del clima li fermò.
Stava grandinando abbastanza fortemente.
"Oddio." Esclamò Jisung.
Minho si voltò verso di lui.
"Ti accompagno a casa, è troppo pericoloso per te."
"Posso farcela da solo mamma." Rispose sarcasticamente il biondo.
"Quanto dista da qui casa tua?"
"Poco più di tre isolati."
"È comunque tanta strada da fare sotto la grandine."
"Cosa cambierebbe se la facessi da solo? Assolutamente nulla. Anzi, se tu mi accompagnassi, allungheresti anche la tua strada."
"Hai ragione..."

Minho si mise a riflettere, poi sobbalzò.
"Vieni a dormire da me! Abito molto più vicino e almeno ho la sicurezza che tu sia sano e salvo."
Jisung perse un colpo.
"Io- non so, cioè, dovrei avvisare mia mamma-"
"Va bene, chiamala pure."

Fu così che Jisung effettuò quella chiamata.
Sua madre gli rispose abbastanza preoccupata, avendo notato il brutto tempo.
Jisung rispose che era tutto intero e le avanzò la proposta di Minho.

"Minho quello della sala giochi? Quello di cui mi parli sempre?"
Anche il corvino riuscì a sentire quelle parole provenire dal telefono del minore e non riuscì a trattenere un sorriso.
"Si lui." Diventò un pomodoro Jiusng.
"Me lo passeresti, così parliamo direttamente io e lui."
"Ok... non dirgli cose strane."

Minho e la signora Han ebbero dunque un colloquio telefonico, durante il quale Minho la rassicurò che si sarebbe preso cura di suo figlio.
Quando ella fu sufficientemente sicura dell'affidabilità del ragazzo lo salutò e chiuse la chiamata con un "trattamelo bene, mi raccomando."
Minho sorrise e ridiede il cellulare a Jisung.

"Scusami... è un po' iperprotettiva a volte..."
"Fa solo bene." Gli sorrise il più grande.

In seguito si diressero all'uscita.
Minho aprì la porta e chiuse in fretta la serranda metallica: erano riparati soltanto dal piccolo pezzo di tetto che sporgeva.
Minho si tolse la felpa, mettendola sulle loro teste e stingendo Jisung vicino a sé.

"Sei pronto?" Gli chiese.
Jisung annuì e subito dopo i ragazzi iniziarono a correre, fino ad arrivare, anche se un po' bagnati dalla pioggia, sotto al palazzo di Minho, un paio di minuti più tardi.

Jisung annuì e subito dopo i ragazzi iniziarono a correre, fino ad arrivare, anche se un po' bagnati dalla pioggia, sotto al palazzo di Minho, un paio di minuti più tardi

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Lol

Arcade -Minsung- [✔]Where stories live. Discover now