Prologo

6.6K 228 40
                                    

Questa storia appartiene a me, @CupidaGranger e a Wattpad. È protetta da copyright, quindi la copia parziale e/o totale è un reato punibile per legge nel mio Paese.

Hogwarts, 1975

"Dannazione, Felpato, muoviti!" sbottò Remus Lupin, sistemandosi meglio la tracolla e aumentando il passo "Siamo in ritardo"
"Eh? Ma che ore sono?" boccheggiò Sirius Black, gli occhi semichiusi mentre si appogiava ad una colonna "Perchè non sono nel mio amato letto, sotto le mie amate coperte, abbracciato al mio amato cuscino, nel mio amato mondo dei sogni?"
Lunastorta pensò che fosse già un progresso che l'amico avesse fatto più frasi di senso compiuto.
Forse c'era ancora speranza di arrivare in orario a lezione.
Perchè gli unici passi che sentiva risuonare sul pavimento di Hogwarts erano i suoi?
Si girò, gli occhi nocciola furenti.
"E ora perchè ti fermi?!" sibilò "James! Oh andiamo, James, non assecondarlo!"
Remus impallidì, notando che James Potter era ancora avvolto nel suo pigiama con i boccini d'oro.
Alzò gli occhi al cielo.
"Merlino" disse in tono grave "dammi la forza di non ammazzarli. Sono un bravo ragazzo, per di più prefetto e sono abbastanza certo che ammazzare i propri migliori amici perchè si è in ritardo a lezione con la McGranitt non sia una scusa sufficiente a farmi evitare Azkaban"
"Lunastorta, tutto bene? Stai parlando da solo" commentò Ramoso.
"Tu taci James, visto che sei ancora così addormentato da non esserti messo nemmeno la divisa!" lo rimbeccò.
"Possiamo tornare a letto ora?" chiese Sirius, in tono lagnoso.
Se avere figli è così, pensò Remus, giuro che mi faccio prete.
Con un colpo di bacchetta vestì James con la divisa di Grifondoro.
"Ora" ordinò "muoversi"
Vedeva già la faccia della McGranitt mentre li squadrava con gli occhi grigi, scuotendo la testa un po' per la delusione – per quanto riguardava Remus – e un po' per la rassegnazione – per quanto riguardava Sirius e James.
Per fortuna o sfortuna, Peter Minus era in infermeria per una brutta influenza.
La porta dell'aula di Trasfigurazione si stagliava minacciosa davanti a loro.
Remus, sudando freddo, bussò.
"Avanti, signor Lupin" disse la voce severa di Minerva McGranitt.
Lunastorta deglutì, entrando.
"Scusi per il ritardo, professoressa" disse, correndo a sedersi.
James e Sirius, ormai svegli, lo imitarono sedendosi nei banchi da due in prima fila – gli unici posti liberi.
Dopo aver scoccato loro un'occhiataccia, la professoressa McGranitt iniziò a spiegare.
"Ramoso" bisibigliò Sirius, attento a non farsi beccare.
"Mh?" rispose l'altro.
"Cosa facciamo?"
James sembrò pensarci su.
"Stanotte ho fatto un sogno stranissimo" raccontò "eravamo alla festa di ieri – della quale ricordo davvero poco, tra parentesi – e io avevo chiesto alla Evans di venire con me ad Hogsmeade, ma lei mi ha risposto con un calcio... be'..."
Abbassò ancora di più la voce, la testa china verso quella corvina di Sirius.
"Lì dove non batte il sole" bisbigliò.
Gli occhi di vetro di Felapto si rabbuiarono e sul suo volto sembrava fosse in corso una battaglia: ridere o consolare l'amico.
"Ehm Ramoso" sussurrò "non credo fosse un sogno, sai. Comunque, per farti stare meglio, tutti erano troppo ubriachi per ricordare qualcosa"
James scattò in peidi.
"Cosa?!" gridò "Evans mi ha tirato un calcio nelle palle?!"
Tutta la classe si voltò a guardarlo, trattenendo a stento le risate.
"Ora si che tutti se lo ricorderanno" commentò Felpato.
"Potter!" tuonò la McGranitt "Black!"
"Si?"
"Non ne posso più di vedervi continuamente chiacchierare durante le mie lezioni. D'ora in avanti, fino a che non uscirete da questa scuola – e credetemi, non vedo l'ora che accada – vi siederete in banchi diversi. Potter mettiti in fondo alla classe, nell'ultimo banco a sinistra mentre tu Black ti siederai qui"
"Ma, professoressa..." tentò Sirius, nel suo tono di voce più persuasivo.
"Niente ma Black!" abbaiò la McGranitt "E ora ascolta la lezione. IN SILENZIO"
Sirius la guardò in cagnesco, rimanendo però in silenzio.
Ma non seguì la lezione, continuando a pensare che in qualche modo avrebbe trovato un modo per parlare con James.

***

"L'ho trovato!" esclamò Sirius correndo con un libro in mano.
"Ehm che cosa?" chiese James, masticando un pezzo di pane.
"Un incantesimo per farla sotto il naso alla McGranitt!"
"E dove l'avresti trovato?" ribattè Remus, alzando gli occhi dalle sue verdure.
Sirius si sedette con un tonfo sulla panca al tavolo dei Grifondoro, in sala grande, e aprì l'enorme tomo che aveva in mano.
"Qui dentro" rispose, in tono ovvio.
"E da quando tu leggi, Felpato?" chiese con affetto Lunastorta, inarcando un sopracciglio con un mezzo sorriso.
"Da quando ho bisogno di un incantesi segreto, sapete, l'ho preso dalla Sezione Proibita"
Gli occhi di vetro del ragazzo era illuminati da una luce folle.
"E ho trovato ciò di cui avevo bisogno"
"Andiamo, non tenerci sulle spine, Felapato!" lo incitò James, improvvisamente interessato.
"Ho trovato un incantesimo che ci permette di parlare a distanza, scrivendoci sui banchi"
Il ragazzo osservò i due amici.
"Se io scriverò quacosa sulla mia parte di banco" spiegò "essa comparirà anche sulla tua e appena tu leggerai il messaggio, si cancellerà: così nessuno saprà che ci siamo parlati. Geniale, no?"
"In realtà non mi convince molto" ammise Remus, scettico "credo sia una gran baggianata. Andiamo, con i tempi che corrono credete che nessuno si sia preouccpato di far sparire un libro con degli incantesimi del genere? Se questo incantesimo è vero, Sirius, immaginate che arma potente potrebbe essere per i Mangiamorte che hanno spie qua nel castello, starebbero sempre in contatto"
"Non ci credi?" Sirius lo guardò con sfida.
"No, mi dispiace"
"Molto bene"
Felpato chiuse gli occhi e declamò una cantilena in latino, sfiorando con la punta della bacchetta la parte della tavolata che aveva davanti e quella di James, seduto di fronte a lui.
"Scusa, hai una piuma?" chiese ad una ragazzina dei primi anni che sedeva accanto a lui, con un sorriso smagliante.
Quella quasi svenne, farneticando qualcosa – che sarebbe dovuta essere una risposta, immaginava Sirius, ma suonò come una serie di versi senza senso – e prendendo una piuma dalla sua borsa.
"Tieni" disse con la sua vocina squillante.
"Grazie, tesoro"
Il ragazzo si voltò verso Remus e poi scrisse qualcosa sulla sua parte di tavolo.
La luna ti fa male alla testa, Lunastorta, tanto da farti dubiatre dei tuoi amici. Soprattutto della mia intelligenza.
Il ragazzo in questione alzò gli occhi al cielo, sbuffando.
Però poi si sentì la bocca asciutta quando vide che le stesse parole comparvero anche sulla parte di tavolo di James e, non appena il ragazzo le lesse, esse scomparvero.
"Per Merlino..." borbottò Remus.
"Che ti dicevo?" replicò Sirius, soddisfatto "Ora, Ramoso, scrivi qualcosa in risposta"
Non dubiterò mai più di te, Felpato.
La scritta poi scomparve.
Il ragazzo guardò Remus con gli occhi carichi di aspettativa.
"D'accordo d'accordo" rispose Lunastorta "avevi ragione. L'incantesimo funziona, sei contento?"
Sirius battè le mani.
Poi fece volare il suo sguardo al tavolo dei professori, dove Minerva McGranitt stava sorseggiando il suo vino elfico.
Oh si, gliel'avrebbe fatta sotto il naso.

Teach me to love | ScoroseWhere stories live. Discover now