Epilogo. Insegnami ad amare

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La carrozza proseguiva lentamente, sopra la strada sterrata.
Era strana la sensazione di viaggiare su quel veicolo antico.
Ad ogni curva, Rose doveva tenersi stretta al sedile per evitare di cadere.
Erano vestiti di nuovo come quando erano arrivati, con la divisa di Hogwarts.
Scorpius le prese la mano nella sua e la strinse, rassicurandola.
Quella stretta pareva dire "Stiamo andando a casa. Andrà tutto bene".
Lei poggiò la testa sulla sua spalla, chiudendo gli occhi.
Claire invece stava osservando il paesaggio circostante, lo sguardo malinconico.
Odiava Craigh na' Dun.
Non avrebbe più voluto vedere il cerchio di pietre in tutta a sua vita, ma doveva aiutare quei due ragazzi.
Doveva portarli dalle loro famiglie.
Provava odio verso quel luogo, è vero, ma anche qualcos'altro.
Aveva amato davvero Frank, il suo primo marito, eppure sapeva che il suo vero amore era Jamie.
E senza le pietre non avrebbe potuto incontrarlo.
Ma amava anche Brianna, più della sua stessa vita, e quelle stesse pietre la separavano inesorabilmente da lei.
La vita, si disse, era un'eterna contraddizione.
A volte si ritrovava a pensare a sua figlia.
Chissà se aveva trovato l'amore.
Aveva visto come guardava Roger Wakefield, quando erano tornate ad Inverness, e sperava sarebbe potuta essere felice con lui.
Se mai Brianna avesse avuto un figlio, Claire non l'avrebbe mai conosciuto.
Si costrinse a pensare ad altro.
Sentiva Jamie – che guidava la carrozza – incitare i cavalli in gaelico perchè andassero più veloce, poichè mancava poco all'alba.
Non aveva tenuto il segreto con il bel Fraser.
Non aveva potuto.
Gli aveva raccontato la verità – con il bene placito di Rose e Scorpius – sui due ragazzi e lui si era subito offerto di scortarli in carrozza fino a Craigh na' Dun.
Non voleva, aveva detto, che il terribile episodio dell'ipotermia di Rose potesse ripetersi.
Chissà chi erano davvero quei due ragazzi.
All'improvviso, le tornò in mente una parola che avevano nominato e che lei non aveva riconosciuto.
"Cos'è il Quiddicth?" domandò.
Rose aprì di scatto gli occhi, rimettendosi dritta, mentre Scorpius trasalì.
Si scambiarono uno sguardo.
"Noi non ti abbiamo detto tutto" ammise lui, esitante.
Claire inarcò un sopracciglio, come a dire "Ma davvero?".
"Su chi siamo veramente" aggiunse la rossa "sul mondo da cui veniamo"
"Mondo?" fece la donna.
Rose fece un respiro profondo.
"Siamo maghi" spiegò "hai presente Merlino, con la bacchetta e il cappello a punta? Una cosa del genere"
Claire spalancò la bocca.
"Non dovrebbe esserti difficile crederlo" aggiunse Scorpius "la magia esiste, lo sai. Essa ti ha portato qui, nel passato. E la magia che impregna Craigh na' Dun... è molto pù antica della nostra"
"Le donne che hanno danzato prima che io toccassi la pietra più alta" lei soppesò le parole "sono streghe, giusto?"
Rose annuì.
"Credo però pratichino una magia diversa dalla nostra. Non credo appartengano al mondo magico"
"Mondo magico? E' da lì che provenite? Ma cosa sarebbe, una specie di regno delle fate?"
Scorpius rise.
"Non proprio" disse "non è proprio un luogo fisico. Diciamo che i maghi si mischiano alle persone normali – che noi chiamiamo babbani – fingendosi tali. Ad esempio a Londra c'è un particolare posto invisibile per chi non ha poteri magici, chiamato Diagon Alley"
"Oppure la stazione di King's Cross" aggiunse l'altra "esiste un binario – a metà tra il nono e il decimo – che solo i maghi possono attraversare per prendere il treno che ci porta nella scuola di magia e stregoneria della Gran Bretagna, che si trova proprio qui in Scozia"
Claire annuì, sovrappensiero.
"In effetti ha senso" commentò "per questo vi trovavate in Scozia, voi eravate a scuola"
I due annuirono.
"Eravamo in punizione" spiegò Rose "nella foresta adiacente alla scuola. Ma, anche se non sappiamo esattamente come, siamo finiti oltre i confini di Hogwarts e ci siamo ritrovati a Craigh na' Dun"
"Ragazzi" la voce di Jamie li raggiunse dall'alto "siamo arrivati"
La carrozza si fermò e l'uomo scese.
Aprì lo sportello di essa e porse una mano a Claire, aiutandola a scendere.
Poi fece lo stesso con Rose.
Calò un silenzio imbarazzato, una volta scesi a terra.
"Be' grazie di tutto" disse infine Scorpius porgendo la mano a Jamie.
L'uomo sorrise e gliela strinse.
"E' stato un piacere" aggiunse Claire, mentre abbracciava Rose.
"Grazie, Claire, davvero" rispose, poi abbassò il tono di voce "parlare con te mi ha aiutata, davvero"
La donna le sorrise poi si rivolse a Scorpius.
Lui fece per baciarle la mano, ma lei rise e l'attirò a sè.
Lo strinse tra le braccia, come avrebbe potuto fare una madre con suo figlio.
"Origliare ti ha dato il coraggio di baciarla a quanto pare" gli bisbigliò all'orecchio.
Scorpius trasalì.
"Io non-"
Claire fece una piccola risata.
"Ti ho visto ieri, che ascoltavi la mia conversazione con Jamie" spiegò "e so anche che tu e Rose non eravate davvero promessi sposi. Ma ora... ebbene, si vede che siete innamorati"
Lui si allontanò, con un sorriso mesto.
"Non c'è di che" concluse lei, poi si avvicinò a Jamie che le passò un braccio intorno alla vita.
L'uomo guardò il sole che si intraveda oltre l'orizzonte.
I suoi occhi azzzurri di rabbuiarono.
"Sbrigatevi" ordinò "manca poco all'alba! Buona fortuna"
"Buona fortuna" gli fece eco Claire.
Scorpius porse una mano a Rose che l'accettò sorridendo.
Corsero lungo il fianco della collina, trafelati.
"Rimani con me" disse lei, ad un certo punto, guardolo negli occhi grigi.
Lui sorrise, stringendole più forte a mano.
"Sempre"
E quando il raggio di sole toccò la pietra più alta, i due scomparvero nel nulla.

***

Rose alzò lo sguardo.
Scorpius era lì, sul ciglio del dirupo.
Il vento gli muoveva i capelli biondi, scompigliadoglieli.
Lei lo raggiunse, posandogli una mano sulla spalla.
Guardò giù.
Il mare si infrangeva sul dirupo, con un rumore assordante.
La brezza marina si alzava e le carezzava il viso, come la mano di un'amante.
"Ti aspettavo" le disse.
Rose lo guardò negli occhi.
"Sapevo che stavi arrivando" continuò "lo sentivo"
Scorpius si voltò verso di lei.
"Insegnami, Rose" le disse "insegnami ad amare"
Lei fece un sorriso dolce posandogli una mano sulla guancia.
"Non ce n'è bisogno" bisbigliò "lo stai già facendo"
Lui la guardò negli occhi e Rose si vide riflessa in essi.
Il grigio dell'iride completamente inghiottito dl nero della pupilla.
Si sporse in avanti e la baciò.
L'avvolse con il confortante cerchio delle sue braccia e la strinse a sè.
Rose si abbandonò completamente a lui.
Stavano volteggiando, come se ci fosse della musica.
E forse c'era davvero, nei loro cuori che battevano all'unisono.
Ad un certo punto, lei perse l'equilibrio.
Erano sul ciglio del dirupo e stavano cadendo.
Rose aprì di scatto gli occhi azzurri, mentre cadeva all'indietro.
"Lentiggini" qualcuno la stava scuotendo "Lentiggini, svegliati!"
Rose aprì gli occhi.
Scorpius la guardava preoccupato, mentre la teneva tra le braccia.
Lei si umidificò le labbra, sentendosele secche.
"Cos'è successo?"
Si guardò intorno, osservando le alte pietre di Craigh na' Dun che la circondavano.
Nessun dirupo, nessun rumore di onde, nessuna caduta.
Era stato un sogno.
"Sei caduta di faccia, dopo che abbiamo attraversato le pietre" spiegò lui, il tono diveritto "scusa, non sono riusicto a prenderti al volo"
"Allora forse non mi salvi proprio sempre mh?" replicò Rose, quasi distrattamente.
Scorpius rise e l'aiutò ad alzarsi.
"Siamo a casa" disse "la Foresta Proibita è qua"
Lei si sciolse in un sorriso di sollievo.
Non si era nemmeno accorta che il peso che sentiva sul cuore era scomparso.
Era andato tutto bene.
"Cosa diremo?" domandò, ad un certo punto "Siamo stati via due giorni"
"Ci verrà in mente qualcosa, vedrai"
Le porse la mano e Rose l'afferrò.
Attraversarono la Foresta Proibita che era illuminata dai raggi del sole.
Hogwarts si ergeva, imponente come sempre, davanti a loro.
"Non credevo che un luogo potesse mancarmi così tanto" commentò Scoprius e la ragazza rise.
"Rose!" gridò una voce "Scorpius!"
I due si voltarono e videro Hagrid, che usciva dall'altro lato della foresta.
"Avete trovato qualche unicorno?" domandò speranzoso.
La signora O'Leary, il suo grosso cagnolone, scodinzolava allegro.
Rose spalancò la bocca, stupita.
Erano stati dispersi per due giormi e Hagrid chiedeva degli unicorni?
Probabilmntee il vecchio guardiacaccia interpretò il loro silenzio come una negazione, perchè si rattristò.
"Oh be'" disse, tirando su con il naso "ci vediamo dopo. Ciao"
E si ritirò nella sua capanna.
La signora O'Leary passò accanto alla rossa e la sfiorò con la coda.
"Be'" commentò Scorpius, corrugando la fronte "questo è strano"
"Puoi dirlo forte" lo sostenne Rose.
"Ragazzi!" Albus corse verso di loro, l'uniforme nera che volava al vento "Finalmente la vostra punizione è terminata"
"Quanto..." l'altro Serpeverde esitò "quanto tempo siamo stati via?"
Albus inarcò un sopracciglio.
"Quali strani vapori c'erano nella Foresta Proibita? Che domande sono, Scorp! Siete stati via tutta la notte, ovviamente"
Il lasso di tempo che avevano passato nel diciottesimo secolo, non era mai esistito.
La notte della punizione era l'unica notte che era passata nel presente.
Rose lanciò un'occhiata a Scorpius e si capirono all'istante, stringendo un tacito accordo.
Sarebbe rimasto un segreto tra di loro, non avrebbero mai raccontato a nessuno di Craigh na' Dun, nè di Claire e Jamie.
"Sembrate strani" commentò Albus "che è successo stanotte?"
Li studiò per un istante, come per capire se ci fosse qualcosa di diverso.
Rose si fece più vicina a Scorpius e intrecciò le dita con le sue, posandogli la testa sulla spalla.
"Questo" rispose semplicemente lui, sorridendo.
Lei lo imitò.

Teach me to love | ScoroseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora