VI. Tu

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Rose fece un repiro profondo, stringendosi nell'accappatoio.
Lasciò cadere l'asciugamano, che aveva precedentemente usato per tamponarsi i capelli bagnati, sul suo letto a baldacchino.
I riccioli rossi le ricaddero sul viso, scompostamente, e se li scostò con impazienza.
L'abito che avrebbe messo quella sera, per il Ballo di Natale, era adagiato sul copriletto rosso-oro e sembrava chiamarla.
Lo sto facendo davvero?, si chiese.
Era da sola nel dormitorio femminile di Grifondoro.
Alice era andata da Lorcan per fargli mettere una giacca intonata all'abito di lei, mentre Dominique era in giro con il suo club "Freccia di Cupido", già vestita di tutto punto, per sapere in anteprima i gossip della serata e soprattutto quali nuove coppie sarebbero nate.
Rose si guardò allo specchio che era vicino al letto a baldacchino di sua cugina.
Era pallida – come sempre nelle stagioni invernali – e gli occhi azzurri spiccavano sul viso a forma di cuore.
Prese il phon e cominciò ad asciugarsi i capelli, cercando di lisciarli con la spazzola.
Si chiedeva sempre perchè non avesse potuto ereditare i capelli di zia Ginny.
Erano così lisci... non il cespuglio che invece aveva sua madre.
Eppure, i capelli di Hermione Granger parevano lo stesso bellissimi nei loro riccioli castani, mentre Rose – nonostante tutti dicessero che pure i suoi ricci di fuoco erano magnifici – trovava i propri capelli un vero disastro.
Una volta asciutti – sua madre le raccomandava sempre di asciugarli bene per evitare di ammalarsi e quindi perdere importanti giorni di lezione – li raccolse, lasciando liberi alcuni ciuffi vermigli ad incorniciarle il viso.
Si tolse l'accappatoio, che cadde a terra con un piccolo tonfo, e prese tra le mani l'abito.
Era blu cobalto, lo stesso colore che il cielo assumeva oltre il crepuscolo, quando cominciavano a spuntare le prime stelle, con le spalline in pizzo.
Lo indossò, sorridendo quando si rese conto che il cinturino del medesimo colore le fasciava perfettamente la vita, rendendole dolci le curve dei fianchi.
Si piaceva, riflettè Rose.
Anche se stentava a riconoscersi vestita in modo così elegante.
Chinò lo sguardo e fece un sospiro osservando i sandali con il tacco che avrebbe calzato.
Erano stati un regalo di Zia Fleur e Victoire, per il suo diciassettesimo compleanno, quell'estate.
Li indossò, sapendo già che a fine serata avrebbe avuto un incredibile mal di piedi.
Ma non le importava.
Per la prima volta in tutta la sua vita, Rose voleva fare colpo su qualcuno.
Ovviamente, il misterioso ragazzo del banco.
Prese la piuma che aveva posato in precedenza sul comodino accanto al letto e se la rigirò tra le mani.
Era arrivato il fatidico giorno.
Avrebbe scoperto chi era il misterioso ragazzo.
Se la infilò tra i capelli rossi e si guardò un'ultima volta allo specchio.
"O la va o la spacca" disse.
Raddrizzò le spalle e uscì dal suo dormitorio.
Scese le scale a chiocciola e attraversò la sala comune, già deserta.
Corrugò la fronte, guardando l'orologio sopra il camino.
Sbiancò.
Era in ritardo, tremendamente ed irremediabilmente in ritardo.
Lei, puntuale come solo un orologio svizzero sa essere, era in ritardo perchè aveva perso tempo a prepararsi.
Se solo qualcuno lo avesse scoperto, pensò mentre usciva frettolosamente dal buco del ritratto della Signora Grassa, l'avrebbero presa in giro a vita.
Considerò un miracolo il fatto che avesse sceso diverse rampe di scale – perchè la torre di Grifondoro doveva essere una delle torri più alte? – senza slogarsi una caviglia, come minimo.
Era quasi arrivata all'ingresso della sala grande, dove si sarebbe svolto il ballo, quando andò a sbattere contro qualcuno.
"Ehi Rose finalmente ti ho trovata!" esclamò il ragazzo "Mi stavo preoccupando"
Lei imprecò a bassa voce, mentre si massaggiava il piede che Albus le aveva pestato involontariamente.
"Si scusami Al" disse, rimettendosi dritta "ho perso la cognizione del tempo"
Lui indietreggiò, osservando la sua figura snella per qualche istante.
Poi annuì tra sè.
"Cavoli Rose" dichiarò alla fine "sei magnifica"
Rose arrossì, liquidando le parole del migliore amico con un gesto della mano.
"Ho solo indossato un vestito" gli fece notare.
Lui scosse la testa, meditabondo.
"Non è questo" disse "è il modo in cui lo indossi"
La ragazza rimase colpita da quelle parole.
Albus era tutto quello che la gente diceva di lui, d'accordo, ma ci sapeva davvero fare con le parole quando voleva.
"Sei più aggraziata" continuò "sei più sicura di te come... come se dovessi conoscere qualcuno di nuovo"
Sperò di non essere arrossita.
Albus, come sempre, capì tutto al volo.
"Oh non dirmelo Rose!" esclamò "Vai al ballo con qualcuno?"
Rose ora arrossì davvero.
"D'accordo, chi devo minacciare?" domandò il Serpeverde.
"A dir la verità, non lo so" rispose lei "ricordi il misterioso ragazzo con cui scrivevo a Trasfigurazione?"
Albus annuì.
"Be' mi ha invitata al ballo"
Lui corrugò la fronte come faceva suo padre quando si concentrava.
"Ma tu non sai chi sia" osservò.
Rose sorrise.
"Penso proprio che sta sera lo scoprirò"
Spalancò le porte della sala grande e rimase abbagliata da tanta bellezza.
La sala grande era magnifica.
Le candele a mezz'aria erano state sostituite da  tralci di vischio.
Il soffitto dell'enorme sala mostrava un cielo stellato splendido, ricco di tutte le costellazioni fin'ora conosciute all'uomo.
Di tanto in tanto, si scorgeva una stella cadente.
Ma la cosa più bella, era al centro della sala grande.
Un enorme scultura di cristallo che rappresentava lo stemma di Hogwarts.
"Come farai a capire chi è?" le chiese Albus, riscuotendola dai suoi pensieri.
Rose si indicò la piuma che aveva tra i capelli.
"Lui ne avrà una uguale nel taschino della giacca" spiegò "così saprò chi è"
"Ingegnoso"
"Solo che sarà un po' difficile trovarlo in mezzo a tutta questa gente"
La ragazza si alzò sulle punte, cercando di scorgere una piuma da qualche parte.
Le dolci note di un valzer si levarono nell'aria.
Albsu si voltò verso la cugina.
"Mi concede l'onore di un ballo, signorina?" chiese, galante.
Rose rise.
"Così almeno potrai guardarti intorno senza dare nell'occhio" aggiunse lui.
Lei annuì e afferrò la mano che le veniva porta.
Il ragazzo posò la sua mano sul fianco della ragazza, e l'attirò a sè.
"Ehm Albus" fece Rose, visto che non si stavano muovendo a differenza delle altre coppie "mi sono appena ricordata di una cosa"
"Mh?"
"Noi non sappiamo ballare"
Albus scoppiò a ridere.
"Oh andiamo non sarà così difficile, seguiamo l'istinto"
Rose lo assecondò.
E in qualche strano ed assurdo modo, avevano davvero cominciato a ballare.
"Fammi fare una gira volta" gli chiese lei "così vedo se riesco a trovarlo"
Lui obbedì, ma fu tutto inutile.
Gli occhi azzurri della giovane Weasey incontravano solo taschini vuoti.
Fece un sospirò frustrato: perchè non riusciva trovare il misterioso ragazzo?
Il valzer era diventato un lento.
Rose, con i piedi che le dolevano, posò il mento sulla spalla del cugino.
"Vedrai che lo troverai" promise Albus.
Avrebbe tanto voluto crederci.
Stava per perdere davvero le speranze, quando qualcosa catturò la sua attenzione.
Rose si staccò bruscamente dal cugino e lo affiancò.
I suoi occhi azzurri avevano trovato ciò che stava cercando da tutta la serata, proprio accanto all'enome scultura di cristallo.
Nel taschino di una giaccia grigia, perfettamente elegante, c'era una piuma bianca.
La ragazza sentì letteralmente le farfalle nello stomaco.
Con un sorriso che le spuntava sulle labbra, alzò gli occhi per vedere il viso del misterioso ragazzo.
E rimase pietrificata.
I suoi occhi incontrarono uno sguardo grigio come pietra levigata.
"No" esalò Rose, il fiato che le mancava e la parvenza che il mondo le crollasse addosso in mille frammenti "lui no"
Scorpius Malfoy ricambiò il suo sguardo stupito.

Teach me to love | ScoroseWhere stories live. Discover now