Capitolo 1

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È già il mio primo giorno al college di Bromley, sono seduta al banco vicino alla cattedra.
"Che fortuna." Penso. Era l'unica libera ovviamente.
"Almeno non mi sono persa per i corridoi, questo college ha delle grandi dimensioni.
La giornata è cominciata in modo piuttosto interessante. Mmmh vediamo...sono salita su un autobus a due piani, e dal finestrino potevo vedere gente che andava avanti e indietro come se tutti fossero in ritardo.
Il cielo ancora riempito dal colorito di un arancione rossiccio che mi ha dato una bellissima visione, distraendomi dal fatto che mi sia svegliata così presto!
Questo paese è diverso a quanto vedo, ed è certamente tutta una nuova esperienza, ma non vedo l'ora di saperne di più e magari conoscere qualcuno...rimangio l'ultima frase. Sto bene sola."
Sto con la testa tra le nuvole alla mia prima ora di lezione.

«Buongiorno ragazzi! Oggi è l'inizio della settimana, lo so, ma cercate di stare svegli e attenti. Prima di cominciare, vi presento la vostra nuova compagna di classe.» Mi introduce quella che sarebbe la mia professoressa svegliandomi dai miei pensieri.

«Oh no no che imbarazzo.» Parlo tra me e me sottovoce.

«Signorina Belver si presenti come si deve.» Mi rivolge un sorriso accogliente.

Mentre mi incammino verso la lavagna sento un silenzio assordante e tutto sembra rallentare.
"Preferirei che facessero un po' di chiasso o meglio, che non mi ascoltassero proprio!
E magari che non mi fissassero come se fossi colpevole di un crimine." Parlo nella mia testa.

«Ciao a tutti sono Eril Belver.» Mi sforzo di coprire l'agitazione con un sorriso quasi convincente.

«Ho 18 anni, sono una normalissima ragazza di origine scozzese, mi sono trasferita qui poco fa e...»

Sento qualcuno sbadigliare.

"Fantastico, ora sento il mio viso bruciare dal calore, spero tanto di non essere diventata rossa."
Non ho mai amato troppe attenzioni.

«Scozia? Però!» Sento una voce provenire dalla mia destra.
Un ragazzo alto e moro con gli occhi color verde smeraldo, molto intensi.

«Larry Blossom. Quando si deciderà a venire all'ora esatta? Si scusi per aver interrotto la signorina.» La professoressa si innervosisce.

«Non si preoccupi d'ora in poi verrò in tempo.» Mi guarda con un sorriso malizioso.

"Ma chi è questo ragazzo?"

«Oh! E la prego di perdonarmi principessa.» Fa un finto inchino principesco.

«Oh Dio come se non bastasse...» Dico sotto voce.

Vedo un altro arrivare dalla porta.

«Mi scuso per il ritardo.»

Il ragazzo ha il fisico uguale al ragazzo di prima, alto e informa. Mi guarda per un nano secondo con i suoi occhi profondi color nocciola accompagnati dal contraccolpo del sole proveniente dalla finestra della classe. Dopo di ché si volta e si dirige verso il tavolo più in fondo della classe. Mi perdo in quel nano secondo.

"È stato breve ma intenso..." Socchiudo le labbra.

«Ma dove siamo finiti, che tutti possono venire all'ora che vogliono? Me lo spiega lei signorino Blake Peterson?» La professoressa ribatte.
La sua voce squillante mi riporta su pianeta terra.

«Mi scusi ancora, ho avuto problemi di famiglia.» Blake si ferma e si giustifica.

«Santo cielo. Bene, allora stia tranquillo e vada al suo posto.»

«Come? Lui può stare tranquillo e io no?» Domanda Larry confuso.

"Ah ho capito, è quel genere di ragazzo che non pensa prima di parlare...l'avevo notato. E comunque non è ovvia la risposta? lui ha la giustifica e tu no." La guardo accigliata, analizzandolo.

Mi passi a prendere?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora