29. (PARTE SECONDA)

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All'alba, la lancia si staccò dalla murata e fendette un mare appena increspato

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All'alba, la lancia si staccò dalla murata e fendette un mare appena increspato. Si dirigeva verso le rocce scure e bagnate che spiovevano sull'acqua, il riparo delle mante. Poco distante, la lingua di sabbia di Turtle Fence.

Avery guardò il cielo. «Non hanno parlato di uragani, quest'anno.»

MacMourrog non era il nocchiere e non rispose. Avery tornò ad assistere allo sbarco seguendo prima Abel che spingeva la lancia sulla sabbia con Bayley, quindi Lennox in alta uniforme che scendeva sulla sabbia seguito da Markin con un fucile. Dietro venivano Babcock, con un altro fucile e un bastone infilato nella cintola, e Fuller, un giovanottone dal viso liscio, l'unico fra i tre che lui considerava piuttosto effeminato o perlomeno gli sembrava tale da quando aveva saputo delle sue inclinazioni morali, perché prima gli era sempre parso un uomo comune, muscoloso e obbediente.

Lennox sollevò una mano in segno di saluto e si addentrò fra le felci. Si faceva largo a manate. I quattro non erano distanti dalla roccia dove si ammucchiavano le sule dal becco azzurro.

«Sapete qual è la cosa peggiore?» disse Avery, e si rivolse al primo ufficiale. «L'attesa. Attendere mi fa ammattire.»

Il sole salì un'ora dopo l'altra e i marinai si avvicendavano in coffa. Alle dieci e un quarto una scialuppa comparve a nord della roccia delle sule e segnalò con un colpo di pistola che atterrì l'intero equipaggio e lo ammassò all'impavesata.

«Quello deve essere il signor Young» disse Avery, e rispose con il razzo maledicendo il tempismo del rappresentante del North Side.

Il signor Young era un ometto tremebondo coi capelli sparsi e disordinati. Giunto sotto la murata di dritta, sollevò la testa e chiese con un filo di voce: «Parola d'ordine.»

«Tre leopardi.»

A bordo, il signor Young si guardò attorno. Fourcade, vicino all'albero di maestra, credendo di fare cosa gradita, s'inchinò.

«Vi attendiamo da diverso tempo.»

«Mi scuso. Non riuscivo a convincere il cocchiere e il rematore a uscire.» Young indicò i due giovani caribo che l'accompagnavano.

Il capitano condusse il rappresentante in cabina e gli offrì del liquore. I due, che nonostante la cortesia non potevano allentare la tensione, commentarono i fatti dei giorni e delle ore precedenti, o almeno Avery sorresse la conversazione per il signor Young, che bofonchiava spezzoni di notizie su uno strano uccello molto grande che i suoi lavoratori avevano visto volare sopra l'entroterra, e sull'ennesimo morto trovato dilaniato lungo il sentiero.

«Quando?»

«Stamane, prima che sorgesse il sole i lavoratori della mia piantagione hanno rinvenuto il corpo.»

«Per favore, descrivetelo.»

«Sulla trentina, bianco, capelli castani, grosso naso. Aveva le guance graffiate. In effetti il naso è l'unico... a essere riconoscibile.»

«Gli abiti, per favore.»

«Non l'ho visto di persona. Non ho permesso che lo portassero alla villa e i lavoratori vogliono seppellirlo nella foresta.»

«E dov'è adesso?»

«Credo sia dove è stato trovato. So che i lavoratori volevano costruire una lettiga prima che dicessi loro di no.»

«Dove, Sant'Iddio, dove? Datemi delle coordinate!» gridò Avery, e i marinai sul ponte si voltarono verso il coronamento. Eppure il capitano avrebbe dovuto capire che il pover'uomo non poteva fornirgli delle indicazioni in un'isola le cui vie erano poche e nominate solo nei pressi delle fortificazioni costiere. Avrebbe dovuto sapere che l'entroterra era appannaggio di rivoltosi, indigeni che segnavano rocce e cortecce per orizzontarsi, e bestie. Si sforzò di calmarsi. «Perdonatemi, è una brutta situazione.»

«Se volete posso farvi accompagnare» azzardò il signor Young.

«Sì, per favore.»

Di Pesce e di UccelloWhere stories live. Discover now