53. (PARTE SECONDA)

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La Sirena emerse con suo padre e suo fratello di fronte alla Grotta

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La Sirena emerse con suo padre e suo fratello di fronte alla Grotta. Lei e il Tritone del Mare Artico si tennero in disparte quando Nettuno avanzò verso il Signore dei Venti, disceso dopo la chiamata.

«Sei libero.»

Il muro invisibile, il masso davanti al sepolcro, venne rimosso e l'Aliseo uscì con il suo incedere a rivedere stelle che non si vedevano. Il Williwaw e il Buran preferivano i cieli coperti e continuavano a mescolare le nubi.

«Quale punizione intendete infliggere alla mia figlia indocile?»

«Nessuna.»

«Ha ucciso una divinità.»

«Pare che nel gesto debba ricercarsi la colpa di un intervento umano. Non sapevo che le Sirene Alate potessero annegare.» La voce del Signore dei Venti inquietò gli astanti, persino un dio con la potenza di Nettuno. «Tua figlia ha liberato il suo mare dalla peste che l'affliggeva. È quanto pattuito.»

Il Signore dei Venti non provò alcunché per Kyriake. Non era sua figlia, non aveva fecondato l'uovo della madre. La prima Sirena Alata aveva sviluppato l'uovo dentro di sé con un desiderio virginale. Lo spiegò ai presenti, e la Sirena provò dispiacere per sé e per la nemica. Le Sirene, che avessero ali o coda di pesce, erano inviolabili.

«Quello che mi preme è che per adesso il mondo continui a esistere. Se lo ritenete opportuno, punite voi la vostra progenie.»

Nettuno osservò la Sirena e scosse la testa.

Il Signore dei Venti si diede una spinta ascensionale e sparì attraversando i cerchi dell'atmosfera, tornando a godersi il vuoto silente dell'Esosfera.

«La punizione la conosco.» La Sirena lo puntualizzò per mostrare al padre che, nonostante una volontà che la sospingeva alla disobbedienza, sapeva far attecchire le parole dentro di sé e non intendeva implorare o dimenticare.

«Dovrò pensare a chi porre sul tuo trono. Il governo di questo mare non è affare per chiunque.» Nettuno fissò l'isola, e lei vide negli occhi del Dio del Mare la risoluzione ridimensionata da quell'affetto che da qualche anno voleva suscitare dentro di sé per comprenderlo appieno. «Me ne vado, figlia. E tu, figlio, verrai con me.» Nettuno girò il viso verso la Sirena. «Tornerò fra un mese a farti visita.»

La Sirena annuì. «Buon viaggio, padre.» Aveva una voce gentile. «Anche tu, fratello.»

I parenti presero la via che li avrebbe condotti alle rispettive dimore. Nettuno si diresse a sud con il cocchio trainato dal cavallo di spuma con gli occhi del colore delle genziane; il Tritone Artico verso nord-ovest portandosi appresso il Williwaw.

«Sono lieto di essermi ricongiunto a te, Sirena. E di avere un ospite gradito.»

Il Buran esaminava l'esterno della Grotta.

«Lo ridarò quanto prima al legittimo proprietario e rimarremo noi due.»

«Glielo rinfilerai nelle tasche?»

La Sirena toccò dove sapeva esserci il diaframma e, sotto la pelle, pulsava il grumo.

«Avrai diverse cose da raccontarmi» disse il Vento, e carezzò la testa della Sirena. «Ma ho la sensazione che non parlerai. Hai di nuovo l'espressione afflitta che ti riconosco dallo sgarbo del capitano.»

«Vieni con me» disse la Sirena, e si lasciò scivolare sotto la superficie. Nuotò nella brodaglia calda che era il mare e capì che, fino al momento in cui non si fosse tranquillizzata, l'acqua sarebbe stata il suo specchio. Ho annegato una Sirena. Divorava anime. Era la sua natura. Uccido umani e animali al suo pari. Era solo la sua natura, non poteva fare altrimenti. Avrei dovuto chiederlo: non puoi fare altrimenti? Riemerse nei pressi degli Scogli del Sacrificio e vide il cadavere di Kyriake.

Il Vento, sopra di lei, disperdeva le nuvole e mostrava un quarto crescente.

«Tu che fra i due sei sempre stato il più assennato. Ecco l'ultima vittima.»

Il Vento discese e osservò la forma con le piume fradice e il viso smorto, bello nel suo modo antico. Si chiese perché la Sirena avesse lasciato il cadavere sotto gli occhi di chiunque. «L'hai uccisa per liberare l'isola e per aggiustare un mio errore.»

«E per liberarmi di lei.» La Sirena sedette su uno scoglio sommerso. «Ho il timore di aver sbagliato. Forse c'era un altro modo di cacciarla. Magari promettendole protezione e un altro regno.»

«Sirena, raccontami di modo che io possa giudicare.»

«Dove pensi che sia ora? Da un'altra parte, come dicono alcuni libri? Morta. È una parola che mi fa paura. Tutto quello che non so e non posso sapere mi fa paura.»

Il Vento provava un terrore nuovo suscitato dalle parole della Sirena. Per il lungo tempo di prigionia aveva sperato di essere di nuovo libero e di conversare con lei, leggere i libri che gli venivano prestati e commentarli nella calma finché il mondo non li avrebbe chiamati di nuovo a svolgere le loro mansioni.

«Pare che non si possa essere amici. O, meglio, lo si possa essere fintanto che le parti restano nell'obbligo in cui sono nati, che gli uomini chiamano viver civile, e con essa la disparità fra chi comanda e chi obbedisce. Potevo essere alleata di Kyriake dal mio posto subordinato, senza avanzare alcuna pretesa e forse rinunciando ai miei diritti e alla mia indole. Non è così? Se è così, perdonami. Sento che è giusto che te lo dica, Vento, mio unico alleato.»

Di Pesce e di UccelloWhere stories live. Discover now