42. (PARTE SECONDA)

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La squadra di Avery vinse la partita

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La squadra di Avery vinse la partita. Nella pausa, vincitori e vinti si accomodarono a recuperare il fiato, con i primi a spasimare per la bottiglia di rhum e Washburn smanioso di lasciare il gruppo per andare da Teuila a mostrarle il modo giusto di festeggiare il principio dell'anno.

Patel tirava la palla in alto e la riprendeva una volta con la destra e l'altra con la sinistra. I compagni l'avevano ringraziato per i suoi lanci a effetto. Era bravo quanto il fante della squadra avversaria.

«E tu dici che il signor Kozlov non ha nessuna donna sull'isola?» fece Abel.

«Gli sono stato appresso fin da quando il capitano me l'ha detto. Più di un mese, e dove è andato c'ero io dietro. L'ho sempre visto da solo. Non ha incontrato nessuna donna. Per me non ha l'uccello o se ce l'ha non funziona.»

«L'ho visto. E giuro che era una donna» disse Markin.

«Non l'hai vista e non la puoi descrivere» disse Patel. «L'unica donna che ho visto avvicinarsi al signor Kozlov è la bionda, quella del signor Lennox, e per parlare, s'intende.»

«Sì che l'ho vista. Era lunga, quasi come lui. Forse meno.»

«Quanti piedi è il signor Kozlov?» chiese Abel.

«A occhio sei piedi» replicò Patel. «Mai vista una donna alta alle Cayman.»

«E aveva i capelli neri. Non era una primitiva, le braccia erano bianche. E se la stringeva.» Prima di riprodurre la scena, Markin guardò i presenti nei dintorni, raggruppati a capannelli, e si assicurò che nessuno badasse a lui. Si sdraiò sull'erba e sollevò la gamba posandola sull'aria. «Pressappoco così. E lei aveva l'abito calato, ho notato il corsetto. Le ho visto il seno. La stava palpando. Il signor Kozlov sa scegliere.»

«Lee ha detto che era un'indigena.»

«Il signor Kozlov non sopporterebbe una sozza» disse Patel, e lanciò di nuovo la palla.

Abel gli diede di gomito, Patel riprese la palla, voltò la testa e vide Blight, poco distante, che li fissava.

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«Avanti.»

Il nostromo si era infilato la giacca blu sopra la camicia bagnata di sudore e aveva atteso che Avery entrasse in casa, si cambiasse i calzoni e rimettesse l'uniforme per andare a riferire. Lui abitava in una casupola vicina con il suo aiutante e altri dieci marinai.

«Blight, entrate. Gradite un sorso di succo di limone?» Avery si muoveva nel salotto e afferrò la caraffa da un tavolino di kapok. Fece cenno al nostromo di usare la poltrona di rafia. «Non posso chiamarla limonata. L'ha portata uno dei fanti.»

«Sì, signore, grazie.»

Dopo che ebbe preso il bicchiere, Blight bevve il giusto per bagnarsi il palato e rimase in piedi in una posa rigida vicino alla poltrona.

Avery capì che era imbarazzato. Forse mi vuole chiedere un permesso e non sa da dove iniziare. Blight non frequenta il bordello con la stessa passione degli altri. Non posso vedere il male ovunque. Possibile che un uomo d'esperienza, grande e grosso, diventi timido di fronte all'autorità?

«Ecco, signore. Oggi, giù al campo da cricket, ho sentito una cosa.» Gli occhi azzurri di Blight fissavano il barometro appeso alla parete. Nella stanza erano ammonticchiati i libri e gli averi del capitano tolti dalla sua cabina. «Che vorrei dire. Perché l'altra volta, nel quadrato, ci chiedeste del signor Kozlov.»

«E?»

«E Markin ha raccontato a Patel e a Abel una storia.»

«Mi auguro non sia una notizia di cambusa.»

«No, signore, temo di no. Ha detto d'aver visto il signor Kozlov con una donna bianca nella zona delle mangrovie dove crescono i bottonwood. Erano in atteggiamenti liberali.»

Avery congiunse le mani, intrecciò le dita e non batté le palpebre. «L'ho fatto seguire da Patel, che non ha riferito nulla a riguardo. Tuttavia...» Era conscio del codice personale dei marinai sul comportamento da tenere se avessero incontrato in franchigia i superiori ubriachi o appartati in compagnia.

«Markin dice di aver seguito la regola.»

«La regola di ignorare un superiore in, come avete detto? "atteggiamenti liberali".»

Il nostromo annuì. Adesso aveva raddrizzato le spalle, fiero di aver fatto il suo dovere. Riuscì a riportare ogni parola di un dialogo riservato.

Una bianca. Mi può star bene. Ma, per l'amor di Dio, una stalla. Non pensavo fosse da cielo aperto. Però, a giudicare dal sacco imbottito e dai racconti di notti sotto le stelle a zero gradi non dovrei stupirmi. «D'accordo. Vi ringrazio, Blight. Potete andare.»

«Signore, volete che punisca quei tre?»

«Se dovessimo punire le chiacchiere finiremmo tutti sul graticcio. Una nave è una fiera di paese e non dovrei essere certo io a ricordarvelo.»

Di Pesce e di UccelloWhere stories live. Discover now