MONACO (stagione 2019): Occhi da orsacchiotto di peluche

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Lewis si svegliò di soprassalto, avvertendo un rumore improvviso.
Era Roscoe che aveva lanciato in aria una palla.
Lewis sospirò. Quel cane indisciplinato non avrebbe mai avuto rispetto per la gente che dormiva...
Poi spalancò gli occhi.
Guardò la sveglia.
Erano le 21.45, il che significava che era in ritardissimo per il suo appuntamento.
Non solo, si era anche addormentato quando non avrebbe dovuto: aveva promesso a Tina Menezes che avrebbe guardato almeno una parte della Cinquecento Miglia di Indianapolis e la sua amica nerd della Indycar sarebbe stata ben poco soddisfatta di scoprire che gli erano cadute le palpebre e se ne era fregato altamente.
Si alzò e si preparò in fretta: Tina aveva insistito tanto per organizzare quella serata insieme ai loro partner e sarebbe stato sgradevole arrivare in ritardo.
Quando si guardò allo specchio di sfuggita, prima di uscire, Lewis si sentì incredibilmente figo. Le treccine gli donavano tantissimo, così come gli occhiali da secchione che aveva indossato, ma il tocco di classe era dato dalla giacca con le paillette. Gliel'aveva regalata Nico per il loro anniversario di fidanzamento, il primo aprile precedente, sostenendo che gli donava tantissimo.
Lewis aveva pensato si trattasse di un pesce d'aprile, ma in effetti era un capo d'abbigliamento molto elegante. Era sicuro che Nico gli sarebbe saltato addosso non appena l'avesse visto, di lì a qualche istante.
Andò a citofonare alla sua porta e il suo amato uscì subito, proferendo in una serie di lunghe lamentele.
"Lo sai, vero, che sei in ritardo di mezz'ora? Ci scommetto che non eri impegnato a guardare la Indy 500 come hai promesso a Tina, né a studiarti le regole della briscola a quattro. Per caso stavi cazzeggiando sui social network?"
"No, per chi mi hai preso?"
"Ormai ti conosco. Sai almeno chi ha vinto a Indianapolis?"
"Mhm... Alonso?"
"Non si era nemmeno qualificato, ignorante!"
Lewis avvampò. Si sentiva trattato un po' come Charles Leclerc durante le challenge.
"Ericsson, allora?"
"No."
"Sato?"
"Nemmeno."
"Bourdais?"
"Non esistono solo i piloti che hanno gareggiato in Formula 1! Comunque hai azzeccato almeno la nazionalità."
Lewis controllò sullo smartphone. Aveva vinto Simon Pagenaud, francese come Bourdais. Dalle foto sembrava anche un bell'uomo, ma non era esattamente il ragazzo ideale di Lewis. A lui erano sempre piaciuti i ragazzi nordici, biondi con gli occhi azzurri. Gli bastò guardare Nico per sentirsi sciogliere il cuore e si dimenticò subito che il suo compagno gli aveva dato dell'ignorante pochi istanti prima.
In un improvviso slancio di affetto gli passò una mano tra i capelli.
Nico si tirò indietro.
"Non mettermeli in disordine."
"Naaaahhhhh, è impossibile, i tuoi capelli non sono mai in disordine."
"Vedo che almeno questo l'hai capito. Tu, invece, come mai ti sei travestito da albero di Natale? Siamo soltanto alla fine di maggio..."
"Albero di Natale?! Pensavo che questa giacca ti piacesse."
"Ci sono delle cose che ti stanno meglio."
"So di essere più figo quando non indosso nulla dalla cintura in su, ma non potevo venire fuori senza maglia."
"Ci mancava solo quella..."
Lewis non capiva come mai Nico fosse così critico nei suoi confronti, in certe occasioni. Era certo di essere un figo da paura e che anche Nico lo pensasse...
"Sai benissimo che ho comunque un certo contegno" puntualizzò, con finta indignazione. "Ho appreso da te i tuoi deliziosi modi da principe."
"Scusa la schiettezza" ribatté Nico, "Ma sei ben lontano dall'essere un principe."
"Solo perché non ci siamo ancora sposati. Dopo sarò il principe consorte più fescion del motorsport."
"Taci, cretino."
Lewis abbassò lo sguardo. Quella doveva essere una proposta di matrimonio... peccato che Nico non avesse capito. Chissà, magari si aspettava dei fiori o un anello, oppure entrambi.
Non importava, era meglio pensare al torneo di briscola organizzato da Tina al bar.
La trovarono già seduta al tavolo... e non era da sola.
Lewis scoccò un'occhiataccia a Sebastian.
"Che cosa ci fai qui? Pensavo che ne avessi avuto abbastanza di contemplare me e Max con i popcorn in mano oggi in gara, sperando che ci sfasciassimo l'uno contro l'altro."
Il pilota della Ferrari ridacchiò.
"Davvero Tina non te l'ha detto?"
"Che ti sei auto-invitato?"
"Non mi sono auto-invitato. Sono il fidanzato di Tina."
Lewis strabuzzò gli occhi.
"Tu?!"
"Perché, hai qualcosa in contrario?"
"No, ma pensavo che le piacessero i ragazzi mediterranei come Daniel."
"Invece" intervenne Tina, "Mi piace proprio lui. Guardalo, non è così dolce, con quegli occhioni azzurri da orsacchiotto di peluche?"
Quella metafora fece rabbrividire Lewis, senza un motivo ben preciso.
Si sedette di fronte a Sebastian e cercò di evitare il suo sguardo. Tina e Nico, nel frattempo, complottavano alle loro spalle, decidendo di prendere parte al torneo in coppia.
Lewis li lasciò fare.
Sapeva che lui e Sebastian si sarebbero rivelati più vincenti di Nico e Tina... dopotutto Nico perdeva anche nelle partite a carte contro Stella Bruno, mentre Tina... no, quella non era da sottovalutare, era certo che, nel box della Caterham, si giocasse costantemente a carte, mentre gli altri piloti disputavano la Q2 e la Q3.
Sebastian lo fissava con insistenza.
Lewis non sapeva se mandarlo a quel paese, oppure ricambiare lo sguardo.
Troppo tardi, non poteva più scegliere: i suoi occhi si stavano già specchiando in quelli da "orsacchiotto di peluche". Come aveva fatto, in tutti quegli anni, a non accorgersi di quanto Sebastian fosse attraente?
Si leccò le labbra, mentre Tina mescolava le carte e le distribuiva.
Il torneo gli confermò l'abilità dei piloti Caterham nella briscola: Tina portò se stessa e Nico verso un'inequivocabile vittoria.
Alla fine andarono insieme a ordinare una bottiglia di champagne per festeggiare.
"Sei proprio scarso" si lamentò Sebastian, in quel momento.
"Sei tu lo scarso" ribatté Lewis. "Abbiamo perso per colpa tua. Possibile che tu non sapessi tenere a bada la tua signora?"
"Allora, se non era colpa tua, abbiamo pescato delle pessime carte" obiettò Sebastian. "Io non ho niente da dire, su me stesso. Quando gioco a carte con Tina, vinco sempre."
"Devi essere proprio messo male" osservò Lewis, "Se quando sei con Tina giochi a carte." Scalò nel posto della Menezes, per stargli più vicino. "Non vi viene mai voglia di sesso, ogni tanto?"
"Lewis, smettila di fare domande scortesi!"
"Mi stavo preoccupando per te. Sarai anche passato in Ferrari da anni, ma secondo me a letto sei ancora un toro scatenato."
Sebastian aggrottò la fronte.
"Che cosa ne sai delle mie performance passate?"
"Andavo a intuito."
"Smettila di flirtare con me."
"Non sto flirtando con te."
"Qualunque cosa accada, il tuo fidanzato e la mia signora arriveranno qui a momenti. Vorrei evitare che facessi qualcosa di imbarazzante."
"Quindi" dedusse Lewis, "è per questo che vuoi impedirmi di flirtare con te."
Sebastian gli strizzò un occhio - maledizione, quanto era sexy!
"Non stavi flirtando con me, l'hai detto tu stesso."
Tempo scaduto, Nico e Tina erano già di ritorno. I loro pochi istanti di solitudine erano già terminati e, per il bene di entrambi, era meglio che non succedesse nulla tra di loro.
Lewis amava Nico ed era certo che anche Sebastian provasse gli stessi sentimenti per Tina. Resistere all'azzurro shocking delle sue iridi sarebbe stato molto complicato, ma ce l'avrebbe fatta.

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