GERMANIA (Random): Switch II

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"Sebastian, sei sicuro che vada tutto bene?"

Lewis sussultò.

Erano già passate diverse ore da quando quella mattina, per motivi a lui inspiegabili, si era risvegliato nel corpo di Sebastian Vettel invece che nel proprio, ma ancora non si era abituato ad essere chiamato con il nome del suo avversario.

Erano molte, in realtà, le cose a cui non era abituato, tipo avere al proprio fianco un ragazzino intralciante come Charles Leclerc. Dov'erano finiti i compagni di squadra adulti che aveva sempre tanto apprezzato? Certo, Valtteri aveva l'aria inquietante, un po' da vampiro da teen drama, ma Lewis avrebbe preferito di gran lunga fare una track walk insieme a lui.

"Sì, certo, va tutto bene."

"E allora perché stai smanettando con lo smartphone da dieci minuti buoni?"

"Stavo controllando un po' di cose."

"Ma non lo fai mai!" obiettò Charles. "Lo scorso Natale ti ho mandato un'email di auguri e mi hai risposto a Pasqua!"

"Potrei averti ignorato volutamente" ribatté Lewis.

"Va bene, magari mi avrai anche ignorato, però è la prima volta che ti vedo con il telefono in mano, da quando ti conosco."

"Quindi?"

"Quindi ho pensato che magari qualche tuo parente stava male e che stessi contattando casa per avere qualche informazione."

Lewis si grattò le parti intime. Anzi, nello specifico grattò le parti intime di Sebastian.

Charles parve compiaciuto.

"Finalmente ti riconosco!"

Lewis sorrise. Poi afferrò il cappellino che Charles portava in testa e lo lanciò oltre la rete che lo separava dalle tribune.

Si alzarono urla da stadio, con gente che si spintonava per impossessarsi di quel prezioso cimelio. Quelli che erano troppo lontani, accolsero l'evento cantando cori da ultrà.

"Charles?"

"Dimmi, Sebastian."

"Dove siamo?"

"Beh... ovviamente siamo a Hockenheim."

"Questi, però, si comportano come i tifosi del gran premio del Brasile di fronte a Barrichello e a Massa."

"Cioè a delle seconde guide."

"Esatto."

"Come te."

Lewis si trattenne a stento. Stava per mettersi a ruggire e non era certo che quella fosse la reazione tipica di Sebastian. Gli era sempre sembrato un tipo piuttosto tranquillo, non l'aveva mai sentito ruggire, in mezzo alla gente.

"Taci, bimbo" si limitò a intimare al suo compagno di squadra, "Altrimenti in gara ti do una spinta e butto anche te in tribuna."

"Vuoi trucidare degli spettatori?"

"Ne saranno senz'altro contenti. Il pericolo incrementa lo spettacolo percepito, quindi perché non offrire un contenuto più pregiato grazie a un po' di sangue?"

"SANGUEEHHHHHHH!"

"Charles..."

"Sì, hai ragione, sembro Bottas in crisi, mentre pensa di essere un vampiro. Stavo cercando di immaginarmi la scena."

"È bello sentire un ragazzino che fa commenti di questo tipo su Bottas" ammise Lewis. "Sei molto perspicace, considerando che hai la stessa età di Verstappen. Chissà, magari ce l'hai anche molto più grande."

"Oh, finalmente" esclamò Charles. "Mi stavo chiedendo dove fosse finito il mio adorato compagno di squadra che parla costantemente delle dimensioni del pene altrui!"

"E cosa ti dico di solito sul membro di Lewis?"

"Perché lo chiedi a me? Dovresti saperlo anche da solo."

"Hai ragione, ma mi fa piacere sentirti apprendere queste nozioni di primaria importanza."

Charles recitò a memoria quello che, apparentemente, Sebastian pensava dell'organo genitale di Lewis: "Sicuramente i suoi scatti osé li pubblica mettendosi un'imbottitura dentro le mutande, per far credere di averlo più grosso di quanto non sia in realtà."

Lewis non sapeva se essere soddisfatto oppure indignato: una simile insinuazione era oltraggiosa nei suoi confronti, ma al contempo significava che Sebastian aveva visto quelle foto, esaminandole nel dettaglio. Quest'ultima considerazione era decisamente molto piacevole. Sperò che anche Sebastian fosse piuttosto soddisfatto, nell'ammirare quelle immagini: doveva essere la sua unica consolazione, dal momento che, nel suo gran premio di casa, il pubblico si divideva tra tifosi Mercedes, gente vestita di arancione e, per finire, ultrà di Leclerc, che era stato adottato un po' ovunque, al pari di Verstappen.

Lewis attese pazientemente il termine della track walk con i membri del team, poi approfittò di qualche istante di solitudine, con la scusa di dovere fare una telefonata importante perché era in pensiero per la sua gatta che doveva partorire (non sapeva se Sebastian avesse dei gatti, ma quello era un dettaglio del tutto irrilevante), e si mise alla ricerca di Sebastian... o meglio, di Lewis Hamilton, dato che, se due più due faceva quattro (numero che non aveva mai vinto un titolo mondiale, in quanto ci volevano due quattro consecutivi per dominare un campionato), doveva esserci proprio lui dentro al corpo di Lewis.

"Sempre ammesso" pensò, allarmato, "Che non ci siamo svegliati tutti nel corpo di qualcun altro, stamattina, quindi sarà difficile sapere dove sia il vero Sebastian in questo momento."

Non avrebbe dovuto essere la priorità, per lui, ma si sentiva in pensiero per il suo amico di vecchia data. Chissà come l'aveva presa, quando si era alzato e si era accorto di essere diventato all'improvviso un'altra persona. Di certo, comunque, la sua giornata doveva essere stata più facile di quella di Lewis: Sebastian parlava quattro lingue diverse, per poco a Lewis non era venuto un accidente, quando Charles gli si era rivolto in francese. Non ricordava nemmeno come fosse riuscito a fare conversazione soltanto in inglese senza destare sospetti, ma non era sicuro di potere reggere in quella situazione molto a lungo.

Finalmente raggiunse colui che aveva le sembianze di Lewis.

Si fissarono negli occhi, entrambi senza sapere cosa dire.

Infine, Lewis gli domandò: "Sebastian, sei tu?"

L'altro lo guardò storto.

"Perché dovrei essere Sebastian?"

"Non saprei, stavo tirando a indovinare."

"Quindi non puoi aiutarmi!" sbottò l'occupante del corpo di Lewis. "E io che pensavo di avere trovato finalmente un valido alleato."

"Daniel?" azzardò Lewis.

"Daniel?! Ti sembro Daniel? Sono certo, piuttosto, che deve essere stato lui a organizzare questa ridicola pagliacciata."

"Non è una ridicola pagliacciata" obiettò Lewis. "Ho dei graziosissimi peli dorati. Certo, ci starebbe bene una ceretta, ma..."

L'altro lo interruppe: "Dobbiamo trovare Daniel. Sono disposto a firmargli un assegno con molti zeri, qualora faccia tornare tutto al proprio posto."

Lewis spalancò gli occhi.

"Come si è permesso di mettere in mezzo anche un bambino innocente come te?! #FreeLance."

"Puoi dirlo forte. Comunque, se cerchi Sebastian, Daniel deve essersi sbizzarrito con le voci sul suo ritiro imminente. Sono certo che in questo momento sia nel corpo di Nico Rosberg e che stia destando scalpore dato che ha appena dichiarato in diretta televisiva di non sapere che cosa sia Youtube."

Lewis sentì il cuore - quello di Sebastian! - rimbalzargli nel petto. Il suo amore con le sembianze del suo altro amore? Non era certo di desiderare ancora che quel maleficio avesse una fine imminente...

Le Cronache dei VetteltonWhere stories live. Discover now