8. Comunicare

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Appena mi accorgo di stare fissando le labbra di Charles, distolgo velocemente lo sguardo dal suo viso. Sono così imbarazzata, che alla fine dico la prima cosa che mi viene in mente, ma purtroppo non quella che avevo pianificato «Questo pomeriggio mio padre mi ha sgridata perché, secondo lui, stavo usando troppo il telefono. Così questa sera non me l'ha fatto portare; diceva che avevo bisogno di uscire e fare nuove conoscenze, però sono riuscita lo stesso ad avere la mia macchina fotografica. E' tutto per me.» Dico io, improvvisamente tutt'ad un fiato.

Charles mi guarda, stando in silenzio soltanto nel momento in cui vengono a consegnargli le posate e il bicchiere per bere.

Appena il cameriere se ne va, Charles mi rivolge un sorriso timido e tira fuori la sua forchetta e il tovagliolo dalla busta di carta che li conteneva, poi mi dice «A volte riconosco alcuni gesti di mio padre in Mattia. Sì, Chiara, certe volte è come se vedessi mio padre in lui. E' molto gentile e comprensivo nei miei confronti; penso davvero di avere il miglior rapporto lavorativo con il mio capo che si possa immaginare. Probabilmente è soltanto perché sento molto la mancanza di mio padre, ma sei fortunata, sì, sei fortunata.»

Si interrompe un attimo, fissando la tovaglia bianca e rossa di carta che ricopre il tavolo. Quando alza di nuovo lo sguardo, posso notare che i suoi occhi sono lucidi.

«Anche io sai mi arrabbiavo? Mi arrabbiavo per dei motivi così futili, eppure sembrava tutto così necessario al momento. Mi manca davvero tanto mio padre, davvero davvero tanto.» Termina lui, incrinando un po' il suo tono di voce per via della tristezza.

Non riesco nemmeno ad immaginare come possa essere perdere un genitore. Quando il papà di Charles morì, mio padre gli portò le condoglianze a nome di tutta la famiglia. Mi dispiace non esserci andata, ma se c'è una cosa che detesto, sono i funerali. Certo, conoscevo già Charles, lo conosco da molto tempo ormai, ma per quanto sentissi di dover fare la cosa giusta, non ci sono andata.

Quindi in questo momento sono in difficoltà, perché proprio non so che cosa dire. Mi sembrerebbe abbastanza superfluo dire un 'mi dispiace' o una cosa simile. Ma per fortuna interviene lui a salvare la situazione «Guardala dal lato positivo; quando tuo padre è occupato con me e Seb, tu a casa puoi fare quello che vuoi!» Mi fa l'occhiolino e ogni traccia di tristezza sembra essere svanita dal suo volto.

Intanto un cameriere si avvicina e ci consegna una caraffa di lambrusco e il piatto di tortelli con il ragù. Prima che se ne vada, gli domando «Potrebbe portarmi un altro bicchiere per favore?» Lui annuisce e se ne va, mentre dico a Charles «Non sapevo avessi ordinato anche da bere! Posso, vero?»

Charles si mette a ridere e annuisce, facendo un cenno con la testa, poi gli dico di non iniziare a mangiare, perché gli voglio scattare una foto. Sembra quasi la scena dipinta da Annibale Carracci nel famoso quadro Il Mangiafagioli, con la sola differenza che non si tratta di un contadino, ma di un pilota di Formula Uno.

Sarebbe bellissimo modificare questa foto, aggiungendo degli elementi del quadro. Diventerebbe perfetta come immagine da stampare e attaccare in ogni angolo dello stabilimento Ferrari il giorno del compleanno di Charles. Se mio fratello mi aiutasse, sarebbe una cosa fattibile. Non oso immaginare quanto si possa arrabbiare nostro padre, ma sono più che sicura che alla fine la prenderà sul ridere. Forse Charles un po' meno, ma per ora resta solo un'idea un po' malsana.

Metto via la macchina fotografica, pregustandomi già il mio mezzo bicchiere di lambrusco gentilmente offerto da Charles, ma rimango sorpresa quando vedo che lui mi porge il piatto «Non puoi bere senza prima mangiare qualcosa.»

In questo esatto momento mi arriva il mio bicchiere, che prendo ringraziando il cameriere. Poi guardo Charles un po' spazientita dal suo modo di fare troppo apprensivo e dico «E' solo mezzo bicchiere di lambrusco, non di certo un superalcolico. Cosa vuoi che mi faccia?» Mi lamento io, sapendo però già quale sarà il mio destino.

Momentum || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora