Mi vuoi rianimare le labbra?

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Quell'odio-amore esternato dall'arazzo💫

"Ed ora prova a negare
che gli altri fanno le gare
Per avere quello che abbiamo noi
Che non riusciamo a spiegare
come st'intesa mentale
Ci tiene uniti anche se non lo vuoi
È molto raro trovare
chi non ti lascia parlare
Perché sa già cosa starai per dire
Però per noi è normale
perché siam fatti per stare insieme
Anche se proviamo a fuggire"
-Petrux

Hermione si era addormentata esausta verso le tre del mattino passate.
Continuava, però, a muoversi continuamente  al richiamo di Draco innumerevoli volte in una sola notte.

«Granger...», si dimenava nel sonno, sussurrando le frasi più incomprensibili.

«Stai delirando di nuovo», gli sussurró, preoccupata, poggiando la mano sulla fronte.

«Voglio dirti che sei bellissima per tutte le situazioni in cui non l'ho fatto», aveva ancora gli occhi chiusi.

«Sei bollente, hai la febbre alta», si alzó dal letto per prendere una pozione a suo parere miracolosa.

«Stai andando ancora via da me», tremò sommessamente, alla ricerca di un contatto fisico.

«Malfoy, hey, sono qui», si precipitò da lui accarezzandogli una mano.

«È colpa mia se sei uscita dalla mia vita. È tutta colpa mia», ripeteva spesso in qualche sogno tormentato.

«Accio pozione», disse lei mentre intrecciava le dita alle sue.

«Io sono il male. Non puoi stare con me. Il bene e il male non sono compatibili», stava sudando freddo, il respiro era irregolare.

«Malfoy, sono qui», gli accarezzava il volto sbiancato.

«Avrei dovuto smettere di guardarti da lontano. È sbagliato amarsi, soltanto guardandosi. Ma sarebbe stato forse un vantaggio per la vita di entrambi. Non siamo magia, siamo una luna a metà, come le nostre vie che non si raggiungeranno mai».

«La luna a metà è per una parte luce e una parte oscurità e riesce ad incantare lo stesso».

«Non ti biasimo se non mi ami. Neanche io amo me stesso».

«Anch'io ti guardavo da lontano», servì quella piccola frase per farlo svegliare.

«Tu che guardavi me?», aveva gli occhi gonfi.

«Il potere degli sguardi viene ritenuto scontato ma è il più forte. Arriva là dove le parole e le bugie non contano», gli fece ingerire l'intruglio creato da lei stessa mentre gli fissava le labbra violacee e secche.

«Mi vuoi rianimare le labbra?», gli chiese sorridente.

«Vuoi essere soffocato di nuovo con il cuscino?»

«Non ti capisco. Sono bellissimo anche io, non sono forse abbastanza per i tuoi gusti?», sospiró.

«Non posso, Malfoy. Non ci riesco», gli rivelò, affranta.

***

Erano trascorsi tre giorni da quando Draco si era ripreso completamente. Sfogliava La Gazzetta Del Profeta, con sguardo cupo.

«Qualcosa non va?», studió quello sguardo che conosceva alla perfezione e poterlo fare dal vivo non era da prendere "sotto gamba".

«Il testamento di mia madre, non va», sospiró, raggrinzendo il giornale.

«Qual è il problema?», domandó ingenuamente.

«Ha lasciato un ampio patrimonio non per niente povero, sebbene ci fosse già stato mio padre per quello. Solo che esprime il suo volere di prendere sposa e quella...quella sei tu. Io non so cosa le sia preso, cosa la sua mente avesse confubolato. Me lo ha detto in punto di morte. Vorrei avere le idee più chiare ma è tardi per sapere da lei», non esprimeva segni di dolori, ma l'ex Grifondoro sapeva quanto stesse male.

«Io...so dell'aratro».

Lui annuì solo, «Se volessi uscire da questa casa, lo capirei».

«Devo valutare».

«Prenditi il tempo che ti pare», tornó ad essere scostante e glaciale, come se ogni traccia di quel che aveva mostrato soltanto a lei fosse stata smarrita.

«Certamente», detto ciò, senza guardarlo ulteriormente, salì le scale.

***

«Malfoy?», lo chiamó.

«Mhhh», era sdraiato sul divano del salotto.

«Perché non vai a prendere tuo figlio a scuola? Per le vacanze, almeno», inclinó la testa verso il platinato.

«Ci ho provato. Ormai è un anno che preferisce rimanere ad Hogwarts con i restanti amici e, se lui è felice, anche io lo sono».

«Quindi, rimani sempre solo?», domandò diretta.

«E quindi?», rispose scocciato.

«No, niente», distolse lo sguardo.

Preparó la tovaglia addobbata di rosso e verde, colori utilizzati per la festività.
«Come noi due», si ritrovò a sussurrare, per poi scuotere la testa.
Aveva appeso ghirlande, calze, acceso il camino, le lucine dei medesimi colori anche per le scalinate. Canticchiava canzoni tipiche di quel periodo dell'anno tra sé e sé.

«Che diavolo è tutto questo?», era sconcertato, mentre la raggiungeva.

«Addobbi», sorrise in una scrollata di spalle.

«Eh?», finse di non aver sentito.

«Ho preparato il pranzo, spero non ti dispiaccia», gli rivelò.

“Perché lo fai?«, la guardó in un misto tra shock, furia e sorpresa.

«Perché tutti meritano momenti felici».

Perdonatemi il capitolo orribile, ma mi sto attrazzando per le lezioni virtuali data la quarentena🙄
Spero di farmi perdonare con il prossimo capitolo che non tarderà ad arrivare.
Nei prossimi giorni dovrei essere più attiva e inspirata❤️

Nelle tue mani • {DRAMIONE} •Where stories live. Discover now