Cap 17- incidente

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Erano passato ormai un mese e mezzo da quando Christian se n'era andato in italia e Gabriel stava iniziando ad abituarsi al fatto che lui non ci fosse più nonostante ne sentisse costantemente la mancanza; Mike gli era sempre accanto e i due passavano tutto il tempo assieme, tuttavia in quei giorni Mike era particolarmente preso a scrivere la sua canzone e sembrava non dedicare più attenzioni a Gabriel cosa che il biondino aveva provato a fargli notare più volte ma con scarsi risultati.
Era un freddo pomeriggio piovoso e i due erano chiusi in camera insieme senza scambiarsi però nemmeno una parola; di solito il silenzio non dava fastidio a Gabriel, anzi il contrario, ma quel giorno quel silenzio sembrava più assordante di un paio di padelle che sbattono fra di loro.

"Mike..."

Cercò di richiamare la sua attenzione senza risultati.

"Mike."

Lo chiamò una seconda volta iniziando a inervosirsi facendo ticcettare la sua penna contro la copertina rigida del suo quaderno per gli appunti.
Ancora nessun accenno di attenzione nei suoi riguardi.

"MIKE"

Quasi urlò il ragazzo riuscendo finalmente ad attirare a se lo sguardo del fidanzato che stava accordando la sua chitarra sul letto.

"cosa? Sono qui non devi urlare"

"A me sembra di si invece."

Rispose a tono Gabriel quasi stringendo i denti dal nervoso; Mike lo guardò con tono interrogativo aspettando la domanda da parte del ragazzo. Gabriel cercò di calmarsi per qualche istante per poi continuare:

"Che facciamo?"

"Io starei accordando la mia chitarra ma volendo se hai idee migliori proponi pure, fuori piove"

Osservò il bruno guardando le gocce alla finestra scendere rapide ammassandosi fra di loro.

"Non saprei... L'ho chiesto a te perché non so cosa fare"

Ammise il ragazzo in imbarazzo abbassando lo sguardo.

"Non stavi studiando?"

"Si ma ora ho finito."

I due si guardarono per qualche istante, Mike sorrise e si alzò avvicinandosi a lui, un delicato bacio sulle labbra contribuì a far tornare il sorriso al biondino che ricambiò stringendo l'altro a se.

"Di solito non ami le coccole"

Ridacchiò Mike accarezzando delicatamente la schiena del fidanzato. Gabriel arrossí e si staccò dall'abbraccio facendo finta di tossire per togliersi dall'imbarazzo.

"Non abbiamo niente da mangiare qualcuno deve fare la spesa"

"Dato che non sai che fare vacci tu no?"

Disse Mike sorridendo scherzoso per poi lasciarsi cadere di nuovo sulla parte inferiore del letto a castello picchiando così la testa per la poca attenzione; Gabriel non ci fece caso e si mise il cappotto per uscire.

Prese l'ombrello e lanciò un ultimo sguardo all'altro ragazzo che stava massaggiandosi la testa e lanciando imprecazioni sottovoce.

"Allora vado"

Disse uscendo per dirigersi al super mercato in cerca di cibo. La pioggia era molto forte e a malapena si riusciva a vedere qualcosa oltre la punta per proprio naso; in poco tempo gli occhiali di Gabriel si riempirono di gocce offuscandogli la vista, quindi il ragazzo dovette fermarsi un paio di volte per sistemarli per evitare di perdersi e vagare per strada come un cieco.

Camminò per circa una decina di minuti prima di vedere il luminoso cartello del supermercato che lo attendeva davanti a se come un miraggio, il ragazzi corse subito all'entrata felice di ripararsi da quella che più che pioggia sembrava una bufera.

Gabriel vagò tra gli scaffali per circa mezz'ora cercando per lo più cose in scatola o cuocibili al microonde dato che sia lui che Mike non erano degli assi in cucina. Purtroppo per lui, al contrario del fidanzato, era molto schizzinoso quindi ogni scelta degli alimenti commestibili era molto esigente, per questo alla cassa presentò solo poche cose per poi pagarle e sistemarle in uno di quei fragili sacchetti di plastica che si rompono ogni due per tre.

"Avrei fatto meglio a portarmi un sacchetto da casa"

Pensò Gabriel poggiando il sacchetto a terra per aprire l'ombrello e in seguito risollevare il fragile contenitore con una mano. Guardò fuori dal negozio, la tempesta non si era calmata nemmeno un po' ma al contrario sembrava essere peggiorata.

Dopo aver preso coraggio uscì dal negozio cercando di camminare a passo svelto verso il college. Il vento soffiava da ogni parte facendo più volte rigirare il suo ombrello fino a strapparglielo di mano.

"il mio ombrello!"

Esclamò guardando l'ombrello volare via e senza nemmeno rifletterci provò ad afferrarlo senza notare però di essere finito in mezzo alla strada; una volta afferrato l'ombrello due forti luci provenienti da una macchina lo illuminarono proprio poco prima di investirlo. La vita in gli passò davanti agli occhi in un corto e doloroso flash prima del buio totale che sarebbe potuto essere eterno.

***

Mike alzò lo sguardo dalla chitarra portandolo sull'orologio alla parete: erano ormai le 7 di sera e Gabriel era fuori da ore.

"Dove diavolo si è cacciato? E se gli fosse successo qualcosa?"

Mike afferrò il telefono velocemente pronto a contattare il ragazzo ma proprio in quel momento una chiamata da un numero sconosciuto apparve sullo schermo.

"Pronto?"

Rispose Mike agitato, come se infondo sapesse che era accaduto qualcosa di brutto all'amato.

"Pronto, lei è Mike Garcia?"

"Si."

"Il suo numero è salvato sul telefono del signor Gabriel Williams giusto?"

"Si, gli è successo qualcosa?"

"È stato investito da un auto durante la bufera, ora si trova in condizioni gravi all'ospedale..."

Mike ascoltò con attenzione tutte le indicazioni del dottore e senza nemmeno aspettare un minuto dalla fine della chiamata scattò in piedi correndo verso la porta per correre poi alla sua moto.

Mentre guidava verso gli ospedali sapeva di dover rimanere lucido e con il sangue freddo dato che la strada era ancora bagnata e anche se la pioggia si era affievolita non era ancora totalmente finita, ma non riusciva a calmare le lacrime che scendevano veloci sul suo volto ma che ormai si confondevano con le gocce di pioggia.

𝐋𝐨𝐯𝐞 𝐬𝐨𝐧𝐠Where stories live. Discover now