Cap.5 - Due inseguimenti

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JOE

Si trovava nei guai.
Rilesse il messaggio di Jacob

Jacob: L'Alpha è incazzato nero. Ti vuole vedere subito. Mi ha fatto fare di nuovo un'ora e mezza di macchina, sto venendo a prendere te e Scott.
Joe: Piccolo problema.
Jacob: ??
Joe: Scott non è con me.
Jacob: ...
Jacob: non ci credo.
Jacob: Senti le mie maledizioni che ti arrivano?
Joe: Dai, lo chiamo.


Ma niente, il suo numero non era raggiungibile.
Un altro messaggio. La sua ragazza stava prendendo la cosa pesantemente a male. Aveva voglia di uggiolare di sofferenza.
Tutte le sfortune a me! Vediamo come fare...con lei posso fare pace, mentre non posso rischiare che i Beta e l'Alpha scoprano che ho perso Scott.
Lontano dalla propria vettura girovagava nella zona di Glendale, nel punto esatto dove aveva fatto scendere il Cucciolo. Il fiuto gli riportava una scia, ma non riusciva a capire perchè si interrompesse.
Un paio di ragazze vestite con minigonne e lupino stavano ridendo fra loro. Si avvicinò in modo amichevole e sorrise «Salve ragazze, sto cercando un amico, forse lo avete visto»
Nulla. Loro lo fissarono come se fosse un maniaco.
E' sempre piacevole avere l'aria del disadattato sociale.
«Non doniamo sangue fuori dai Bloodbar!» strillò una di loro tenendo la distanza come se fosse infetto e camminando laterale assieme all'altra, alla maniera dei granchi.
«Come non detto, grazie.»
Il cellulare riprese a trillare.

Jacob:
Allora?
Joe:
Trasudi irritazione. Irraggiungibile. Mi hanno appena scambiato per vampiro.
Jacob: Trasudo amichevole preoccupazione. Sarai comunque morto se non trovi Scott, ci penserà Stryder, quindi tranquillo, hanno quasi azzeccato.
Joe: ...

Annusò l'aria toccando il muro e un lampione che sembravano vicini a dove ricordava di aver lasciato il cucciolo, la testa in aria svagato e come sospinto dal vento o meglio strattonato da un filo invisibile. Le ragazze lo occhieggiavano preoccupate per la sua salute mentale, ma non si arrese. Sentì l'odore di quegli altri due, ben riconoscibile e poi di un altro tizio.
Il tizio non era lì prima. Si ricordava solo quei tossici. Iniziò a muoversi cercando particolarmente la sua scia e non vide l'uomo ma una macchina. Una di quelle adatte ai politici, oscurate.
Dopo un certo numero di minuti, mentre si teneva attento a distanza, un uomo arrivò fumando.
Vestito in completo come gli autisti, parlava con due giovani donne. Aprì la portiera, le fece salire. Da una distanza che sperava andasse bene a non sembrare uno strambo, ancora di più, e sì che lì ce n'erano di pazzi, fece un accurato tentativo di annusare gli interni, senza dare nell'occhio. L'aria gli riportò l'odore dei sedili in pelle e di Scott.
Porca puttana. E' andato con questo chissà dove.
Decise di correre a recuperare la sua auto e accendere il motore e si congratulò con se stesso per la prontezza quando volando di strada in strada e urlando con il clacson a una coppietta, prese una svolta che lo portò quasi a incrociare la macchina che cercava.
Gli tenne dietro a due o tre auto di distanza, per poi uscire dalla città. La direzione era soltanto una così si tenne indietro per non destare sospetti. Riconosceva la strada.
A quel punto telefonò a Jacob, mandandogli la propria posizione.

§§§§§§§

Il volto elegantemente posato su una mano, il polso mollemente piegato e un gomito sull'incavo della portiera, Jacob, che era convenientemente salito al posto del passeggero, domandò per l'ennesima volta a Joe, seduto accanto a lui.
«Ricordami perchè ti ho dato retta.»
Sospirò «Perchè sei un vero amico, un amico disinteressato che non si sarebbe mai sognato di chiedermi di pulire casa per una settimana in cambio.»
«Non l'ho fatto solo perchè la puliresti male. Ma ora ricordami perchè siamo qui seduti in macchina davanti a quella villa. Come è potuto succedere?»
«Perchè dentro c'è Scott cazzo. Mi sono girato un attimo e...»
«Ti sei girato.» Non era una domanda. Era più sarcasmo glaciale.
Corrucciando la fronte, Joe si appoggiò con tutte e due le mani sul volante iniziando a dare alcune testate.
L'altro allungò una mano a frapporla, non era da lui rincarare le dosi. Preferiva il famoso quieto vivere. Per quello lo aveva chiamato lì. «Buono, che ammacchi tutto e dopo si attiva l'airbag»
«Non mi importa. Anzi...meglio, così forse soffocherò nella bolla di plastica e non dovrò più preoccuparmi»
«Porca puttana, Joe che cos'è questa vena melodrammatica? Comunque non rifarlo, se suoni il clacson ci ritroviamo annunciati alla festa. Sembra una festa vero?» mormorò allungando il collo e socchiudendo gli occhi.

BLOOD TOXIECITY- IN PAUSAWhere stories live. Discover now