Cap. 7 Modern Merida

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NOLAN

Riuscì a seguirli fino al punto dove la localizzazione portava, una supervilla con un giardino immenso.
In quel genere di posto tutt'attorno desolato dove si pensava dovesse voler finire a vivere un milionario particolarmente desideroso di perdere contatti con la civiltà.
Una serie di scure auto. Nessun cancello.

Entrare era talmente agevole da essere sospetto. La musica era di nuovo come quella che ascoltavano i suoi coinquilini più giovani.
Sommerso da quei pensieri parcheggiò non troppo vicino, si avvicinò tenendo il lato del bosco sulla sinistra. C'era fra le automobili parcheggiate quella di Jacob.
Brutto stronzo.

La riconobbe e avanzò fra i cespugli. Sospirò in modo che sperava gli garantisse una boccata di profumo dall'atmosfera zen. Invece calpestò qualcosa di molliccio e l'odore era quello di chi ha appena rimesso.
Che schifo!
Strusciò il piede a terra per pulirselo. Le sue scarpe da ginnastica impiegarono un pò a lasciar volatilizzare quella poltiglia, quindi arricciando il naso fine, cercò l'odore degli altri Lupi.

Era difficile dirlo in mezzo a quello dei vampiri, ma c'era qualcosa. Deciso a non farsi scoprire si mise sottovento. Era uno dei pochi modi che aveva di nascondere il proprio odore, unito a una capacità residua che si accinse a usare. Come ex Ramingo era in grado di controllare il proprio odore. Non erano in tanti i Lupi capaci di farlo. Scelse di adottare tutte le precauzioni, per un'ottima ragione.
Vampiri. Era pieno.
Quel posto era saturo di loro e dei loro gozzoviglia-amici. Blood Junkie malati di sesso e di morso.

«Levati di mezzo brutta puttana! Non voglio giocare con te e il tuo spacciatore!»
Era una voce femminile, proveniente da una ragazza rossa, giovane, pallida, vestita gotica, con un trucco pesante e nero. Stava urlando contro una ragazza mora, con il caschetto e a un bel tipo sogghignante lì accanto.
Lui aveva iniziato ad avanzare verso quella che urlava e mostrò le zanne cercando di intimidirla «Che troietta...guarda che se fai così ci offendiamo. Non si può rinunciare a un gioco a tre così su due piedi. Ripensaci.»

Come gioco alla seduzione non è un granché, questo dovresti saperlo, vampiro.

«Ci pensi Lloyd? Ha detto che non le interessiamo!»
«Impossibile Bimba. Noi siamo qui per un motivo. Nessuno ci dice cosa fare stanotte. Non dopo quello di prima che è scappato chissà dove»
Sei il mago del corteggiamento signor Lloyd.

«Soprattutto non ci dice cosa fare questa puttanella qui.»

«Ayda...tu e il tuo compagno di serata...dovreste lasciarmi stare. Non sono qui per voi! Devo trovare qualcuno»

A quanto pareva Nolan stava assistendo a qualcosa fra il tentativo di stupro e un qualche genere di meschino divertimento a torturare quella ragazza.
La quale sembrò difendersi bene. Spinse con tutte e due le mani contro il petto Ayda addosso al suo vampiro e la ricacciò indietro, dirigendosi verso l'ingresso.

Approfittando della distrazione della sicurezza alle porte che era tutta presa da quella scena, entrambi gli uomini vestiti di scuro indecisi se intervenire o meno, Nolan si tuffò a capo basso dietro la tizia che entrava, riuscendo a varcare le porte. Le guardie non erano vampiri e non poterono sentire nulla di insolito nel suo odore, nè trovarono strano il suo aspetto. Per fortuna del Lupo non era previsto un dress code particolare in quell'orrenda serata.

Mentre cercava con gli occhi i membri del branco dispersi, si trovò di nuovo a seguire la ragazza, seguendo la sua chioma rossa, che chiedeva ad alcune persone indicazioni per i bagni.
Ma non si diresse verso questi, dopo il depistaggio svoltò in un corridoio, attiguo a un salone ampio e sulla soglia andò a sbattere contro un vampiro che reggeva un vassoio. Metà delle bevande si versarono sulla sua giacca. Il vampiro reagiì- Le imprecazioni irripetibili che lanciò e la spinta tremenda che diede alla tipa suscitarono in Nolan una rabbia profonda. Strozzò in fondo alla gola un ringhio gutturale.

La tipa era a terra ai piedi di un altro vampiro, a giudicare dalla forza estrema con cui gli era bastato sfiorarla per mandarla così al tappeto. Castano, occhi chiari, naso grosso, corpulento ma non troppo, la raggiunse e la sollevò per la camicetta scura, versandole sui capelli ciò che restava del liquido di un bicchiere «Guarda dove vai, stronza.» e sembrò riconoscerla perché aggiunse «Stavo cercando Scott a proposito, se non vuoi essere tu a leccarmi di dosso questo schifo»

«Sei una bestia, Lucas. Non l'ho fatto apposta. Non ho idea di dove sia il tuo Scott!» gli rispose lei fra i denti. Si massaggiò i capelli sulla nuca che ormai erano tutti impiastricciati.
Tuo cosa? Scott è del branco, bastardo.

Il vampiro di nome Lucas a quel punto prese una posata dal vassoio. Un coltello. Lo puntò verso la faccia della ragazza «Dovresti scusarti. Altrimenti dovrò disegnarti la scritta "brutta troia" sul lato destro e "Disattenta" su quello sinistro»

Con una certa dose di coraggio lei gli rispose «Scrivi "Stronza disattenta, semmai. Così saranno due per lato.» senza badare a come il naso imponente del vampiro fosse sempre più vicino e la posa della sua bocca mostrava sempre di più la vicinanza delle zanne a emergere.

Nolan aveva assistito a molte aggressioni di vampiro. Sapeva che certe volte gli Antichi si trattenevano ma che in quei casi poteva volerci un istante solo ad ammazzare. Così reagì d'istinto.
Sperava di avere dalla sua parte il fatto di stare in mezzo a un corridoio, alle spalle di lei e che nessuno passasse proprio in quel momento. Non gli occorreva trasformarsi per poter usare una gran parte delle sue forze. Il problema era che i vampiri non sono facili da bloccare, se non per ferite gravi. Così doveva fare in modo da arginare il problema senza ucciderlo, ma quasi uccidendolo.
Sempre divertente.

Raccolse tutte le sue forze e caricò deciso. Senza preavviso, perché l'etica in caso di rissa la lasciava a casa. Quando fu quasi a contatto con la schiena della ragazza, velocemente, afferrò dal vassoio l'altra posata, una forchetta. Era in argento.
Molto male per noi Lupi, l'argento...dovevano proprio servire in grande stile a questa festa del cazzo?

A causa della sua reazione a quel metallo, la forchetta gli ustionò tutto il palmo della mano destra, ma con un grugnito tenne in pugno l'arma improvvisata e la cacciò nella carotide del vampiro.
Quello si muoveva ancora, aprì la bocca dalla quale ora spuntavano le zanne come quelle di un cobra. La saliva disegnava due archi simmetrici fra i canini affilati sopra, leggermente a punta sotto. La ragazza si stava voltando per capire cosa fosse accaduto. Sembrava lenta e stordita. Nolan, con una mano la spinse verso il basso, togliendola di mezzo e con un brontolìo sordo dalla gola «Probabilmente sarò io a trovare per primo Scott...che cosa ne dici, succhiasangue?»

L'altro pugno lavorò ancora la posata nel collo dell'essere, aprendo ancora di più lo squarcio. Una forza che un essere umano non avrebbe potuto manifestare.
Lo spinse verso terra finchè non fu sdraiato sulla schiena e gli si accovacciò sul petto, sbattendogli il vassoio più volte contro la gola. Il vampiro riuscì a richiamare in parte l'oscurità.
Cazzo non farlo...bastardo!

Iniziò a sudare freddo colpendo più forte. Le luci tremarono sopra di loro per effetto di quell'energia, una capacità dei vampiri e la tenebra iniziò ad addensarsi.
Richiamerebbe qui troppi di loro.

Colpì con una foga inaudita, parossistico, badando a mirare almeno a un solo lato del collo. Quasi decapitandolo. Lucas perse potere, a causa dei fiotti di sangue in uscita. Si immobilizzò.

Sarebbe entrato in frenesia, una condizione omicida e rabbiosa, se Nolan non avesse proseguito a colpirlo fino a stordirlo del tutto. Adesso non avrebbe dovuto preoccuparsene.

Non sembrava abbastanza potente da rialzarsi senza prima sorseggiare altro sangue, ma nemmeno sarebbe morto. O per meglio dire, sarebbe tornato non-morto.

Nolan si guardò. Alcuni schizzi lo avevano raggiunto in faccia e doveva avere un'aria peggiore del solito. La sua mano destra era coperta di vesciche e bolle, rossa e biancastra e di una sostanza collosa.
La ragazza gli porse un tovagliolo immacolato «Prego, Rambo. Te lo sei meritato.»

Ci si asciugò la faccia, come meglio poteva e si bardò con quello la mano ferita. Rimase in silenzio, con uno sguardo che non doveva essere dei più rassicuranti, ma la vide raccogliere coraggio e in barba ai pericoli che doveva rappresentare, chiaramente convinta che lui fosse dalla parte dei buoni, la sentì proclamare
«Mi chiamo Merida. Sto cercando mio fratello Dan e sono finita in questo covo di pazzi»

BLOOD TOXIECITY- IN PAUSAWhere stories live. Discover now