Capitolo 10 - Salto nel nulla cosmico

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NOLAN

Si stropicciò un occhio, sentendo le rughe leggere sotto alle dita stendersi al passaggio della mano e una chiazza appiccicosa di sangue venire spalmata. L'altro arto pulsava dolorosamente, in ricordo di quelle ferite da argento inguaribili per la rigenerazione dei licantropi.
Se anche avesse potuto farla sparire, non avrebbe potuto avendo un pubblico. Non in un luogo stracolmo di altre razze non proprio amichevoli con le intrusioni.

«Quindi stava cercando Scott. Bene, anche io» digrignò i denti

Merida gli trotterellava vicino cercando di tenere il passo, mentre si dirigeva verso una rampa di scale, presumibilmente lontana dalla calca.
«Come mai tutti lo cercano? Non ha pagato i pusher questo mese?» insistette lei vedendolo fare una smorfia contrariata e non rispondere.

Con un colpo del pugno Nolan spalancò una delle porte al piano di sopra. Intravide un movimento rapido, ma lo confrontò con le tende che svolazzavano a quel colpo. Si sciacquò le mani nell'acqua tiepida di un lavandino nella stanzetta attigua. Era una camera vuota, apparentemente, di quelle che gli ospiti non avrebbero tardato a usare come in un film a luci rosse. I lembi di stoffa attorno a una finestra si muovevano ancora al vento, le imposte erano aperte.

«Non so chi sia Dan, non lo conosco, ma sarei felice di scoprire dove è finito Scott.»
A quel punto la ragazza ebbe un'intuizione, abbastanza rapida a dire il vero, che lo sorprese parecchio «Non sembri un suo amico»
Per fortuna che non sembro un tossico!

«No, non sono suo amico. Ma nemmeno un nemico, se è per questo. È di altri che dovrebbe avere paura»
Dell'Alpha per esempio e di come giocherà a "shangai" con le sue falangi.

«Il vampiro ti ha morso sulla mano?»
Un'altra domanda alla quale avrebbe evitato di rispondere. Un lampo improvviso sfolgorò fuori visuale dalla finestra.«Hai visto anche tu?» domandò Merida.

Sì, poteva scorgere una serie di persone muoversi parossisticamente e gli arrivò dritto nelle narici l'odore di Lupo, di sangue, di carne sfrigolante nella magia di fiamme.
Qualcosa che non aveva previsto, che andava oltre ogni immaginazione.

Aveva finito di cercare di rimuovere i rimasugli di sangue addosso, sollevò la t-shirt per asciugarsi la faccia mediante quella, sollevandola sugli addominali scavati da un duro lavoro fisico, non la definizione che avrebbe conferito loro una palestra ben mirata, ma quell'insieme di dura massa tesa su una magrezza di costituzione che non li avrebbe facilmente potuti spiegare. Gli effetti della licantropia su un corpo che altrimenti era sempre stato più da maratoneta che da sollevatore di pesi.

Fece per spostare con un braccio la ragazza quando un altro odore vicino lo colpì. Tutto aveva odore di redivivi da quelle parti ma quel suono proveniente dal letto nella stanza lo rimise in allerta.

Puntò lo sguardo intorno a sé. Non c'erano molti luoghi possibili per fornire un riparo.

Si avvicinò a questo e spostò l'intero telaio del letto in legno dall'assito, per trovare un vampiro nascosto come un bambino sotto di esso, in una posizione fetale.
«Non uccidermi, Lupo! Sono dalla tua parte» esclamò con una singolare nota di follia nella voce.

Merida si chinò a guardare e gridò «Benji!»

«Tu sei...» prese a dire quello, ma fu interrotto da una nuova esclamazione della ragazza, che adesso aveva un'espressione velenosa sul volto, simile a una Medusa pronta a pietrificare «Dov'è finito mio fratello? Avevi giurato di aiutarlo!»

La confusione prese piede sul volto del Blood-Refered «Mi ammazzerà qualcuno se non sarete voi sarà Eridanus. Che io sappia quello che dovevo aiutare è figlio unico e...»

Merida spazzò l'aria con un gesto spazientito «È come un fratello per me. Ci chiamiamo così da quando eravamo piccoli.»

Nascondendo le zanne inutilmente mentre lo fissava spalancando gli occhi, lui indicò il Licantropo «Il Lupo...sento il suo odore. Ha quasi ammazzato Lucas, l'ho visto! Sono corso a nascondermi e mi ha inseguito»

Arricciando la bocca sul lato, Nolan fece, ironico «Chi è che ti avrebbe seguito?» e iniziò a dirigersi verso la porta. Non aveva molto tempo. Le voci si facevano più forti e preoccupanti dall'esterno.

Imperterrita, Merida riprese «Basta blaterare! Dan...Mi ha raccontato tutto, di come hai aiutato sua madre a convincere Eridanus, di come sia stato impossibile. Era distrutto per lei, per quella speranza fallita, quando ha detto che tu hai chiamato, che avevi un'altra strada da tentare»

Il volto tutto sommato grazioso della ventenne era spazzato da quell'emozione che le conferiva un colore a contrasto con la pelle pallidissima «E' sparito. Ho saputo che era venuto qui, stasera, dopo giorni di silenzio. Cosa volete fargli Benji?»

Nolan non stava capendo molto bene la situazione, a parte che questo Benji complottava con un tale di nome Dan per un non ben chiaro aiuto. Dai vampiri. Ma vederla sull'orlo delle lacrime e sentirla singhiozzare fece sì che trovasse modo di interporsi, a modo suo ovviamente.

«Sono Nolan, MPE» ringhiò spazientito, senza mostrare distintivi. Solo due pugni ben chiusi, uno avvolto in un tovagliolo macchiato di sangue, molto chiarificatori «Chi sei e chi cazzo è Dan?» chiese al vampiro. Guardandolo attentamente gli sembrava di averlo intravisto, ma non era un esperto. A trattare con il loro clan era sempre qualcun altro. Però questo nome gli ricordava qualcuno del clan de Blois e quello aveva una faccia nota.

«Ho avvisato l'altro, Scott. Lui ha dei contatti con l'MPE! Conosce tanti poliziotti e ho pensato che poteva chiamarlo in tempo» disse continuando a parlare da solo sottovoce «Il Premier Sang mi ucciderà...mi ucciderà...»

«Non sei già morto?» domandò con scarso tatto Merida.

Automaticamente Nolan prese il cellulare per controllare se ci fossero messaggi o chiamate in arrivo. Il nulla cosmico.

In quello stesso istante il vampiro si arrampicò come un grosso scarafaggio sulla finestra per fissarlo un'ultima volta. Il Lupo corse verso la finestra, riuscì a fendere la stoffa attorno a lui, restando con dei brandelli in mano.

Benji si era gettato di sotto senza preavviso.
Riuscì con l'agilità tipica dei vampiri a ricadere in terra incolume e iniziò a correre verso il prato in direzione delle auto.

«Fanculo!»

Nolan ebbe un secondo per considerare la questione se saltare anche lui di sotto o meno, quindi decise di correre verso le luci che aveva avvistato, dando meno nell'occhio possibile. Se stava succedendo qualcosa di clandestino e pericoloso, doveva andare a impedirlo.

BLOOD TOXIECITY- IN PAUSAWhere stories live. Discover now