Capitolo 11 -A muso duro

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JOE

Quando erano in forma lupo riuscivano a comunicare molto meglio. Non avevano telepatia o cose del genere, ma i sensi acuti, annusare gli ormoni dell'altro e notare ogni piccolo dettaglio di orecchie e posizione del pelo potevano fare un effetto misterioso, permettendogli di capirsi ancora meglio che con le parole. Nel Branco era una sentinella, mentre Jacob un capocaccia. Per questo erano entrambi cacciatori e potevano agire quasi all'unisono.

Vide il lupo di un grigio sfumato bianco, con un pettorale molto chiaro, tenersi chinato al massimo per nasconderlo nella vegetazione bassa. Dalla posizione della sua coda capiva che avrebbe condotto lui. Si aspettava un'allerta da parte di Joe, che avrebbe dovuto vigilare oltre che dargli manforte.

Due guardie, dall'odore solo umani, dovevano essere facili da mettere k.o.
Ma potrebbero essere addestrate per queste cose. I vampiri non avrebbero scelto degli umani altrimenti. Devono essere molto pronti. Forse qualcuno era un cacciatore di taglie.

Perchè li avrebbero scelti altrimenti? Per fare bella figura?

Mentre le guardie di sicurezza venivano verso di loro, due, affiancate ma distanti un paio di metri l'uno dall'altro, Joe accorciò la distanza dalla punta della coda di Jacob. Non voleva che il secondo, estraesse in tempo la pistola.

Jacob riuscì a fare tutto in silenzio. Essendo un poliziotto probabilmente non avrebbe mai fatto in modo da uccidere o ferire gravemente. Quando si accorsero del lupo esclamarono entrambi qualcosa. Uno estrasse la pistola. Jacob gli balzò addosso per gettarlo a terra. L'uomo riuscì a colpirlo con una gomitata sull'occhio, cosa che gli causò un uggiolìo basso e quando cercò di urlare fu la sua volta di serrare una zampa immensa sulla sua trachea schiacciandolo sul terreno. L'uomo cominciò a tirargli calci sul ventre colpendolo all'altezza dello sterno.

Ma il lupo non si fermava, era come una montagna al suo confronto che scattava a destra e a sinistra, mentre il suo compagno doveva ancora voltarsi.

L'altra sentinella fu più lenta ad accorgersene a estrarre, fermandosi solo dopo averli superati di alcuni passi. Mentre il primo schivava una musata fortissima, a bocca chiusa del lupo, finì per rotolare su un fianco.

Jacob gli assestò una pigra zampata per essere sicuro stesse buono, sbattendogli la testa a terra fino a farlo svenire.

Si accorse che il suo collega era riuscito a mirare su di lui. Vedeva il buco della canna rivolto al centro degli occhi, pronto a fare fuoco.

Joe saltò il più velocemente possibile verso la mano dell'umano. Tenne il muso chiuso. Non voleva contagiarlo con un morso sventato. Il polso dell'uomo comunque scricchiolò, probabilmente rotto. Quello aprì la bocca come per gridare. Ne uscì un suono strozzato. Aveva un colorito abbronzato da lampada solare e dietro le lenti gli occhi erano sbarrati. Puzzava di terrore.

Jacob svoltò in una stretta curva, piegato su se stesso, per spostarsi alle sue spalle e lo colpì da dietro, alla nuca con tutte e due le anteriori. I cuscinetti sotto le zampe fecero un tonfo sordo, senza graffiare. Cadde quasi sopra l'altro e giacque immobile.

Ce l'avevano fatta. Joe mosse la coda facendo una silenziosa versione delle feste a Jacob.

Lui invece invertì la trasformazione e tornò normale.
Sempre un bello spettacolo, da nudo. A parte l'espressione. Che ho fatto stavolta?

«Non dovevamo farlo...l'Alpha ci massacrerà.»gli disse frugando in terra per rimettersi i vestiti, quanto più veloce possibile. Non era escluso che qualcun altro stesse venendo da quella parte.

«Se lo scopre. Ricorda che questo è un party molto privato...non penso potranno andare a raccontarlo in giro. Aspetta!» si fermò con i boxer tirati su e la cerniera dei jeans ancora slacciata «Sta arrivando qualcuno!»

«Lo sapevo che finivamo nei guai...cazzo!»

«E' un Lupo.»

Gli occhi del poliziotto lo fissarono un momento «Dei nostri o ?»

Con un gemito gli rispose affrettandosi a infilare la maglia «È il Roano...»

Senza perdere tempo Jacob prese il cellulare e iniziò a chiamare la polizia. Non voleva farsi cogliere a fare le cose fuori procedura. Fece cenno a Joe di seguirlo «Senti, facciamo così...cerchiamo di spostarci devo rinviare questo incontro più che possiamo devo...» deviò su un lato, verso il perimetro lungo della villetta. Alcune persone uscivano dalla loro sinistra sulla porta principale, mentre Nolan doveva essere da qualche parte nel giardino.

Iniziò a parlare al telefono con un tono di urgenza e dall'altra parte Joe sentì una centralinista un pò troppo diligente chiedergli una serie di cose. Jacob insisteva con la voce sempre più pressante «Voglio parlare con Balth Colins! Su-bi-to!» scandì cercando di ottenere qualcosa. La donna rispose ma gli attaccò, o la linea cadde.

L'espressione che fece era ridicola, sembrava che la tecnologia lo avesse tradito. Joe non si risparmiò una risata sotto i baffi. Era difficile vederlo perdere le staffe per qualcosa. Ma smise subito quando i suoi sguardi gli riportarono una stranezza sulla porta.«Ehi...ehi Jacob...guarda là!»

Su un lenzuolo improvvisato come barella, rosso come se avessero rovesciato su di esso un intero barattolo di vernice, un corpo mezzo decapitato veniva portato fuori. L'odore raggiunse le narici di Joe, era quello di un ematofago, un vampiro.
Spalancò la bocca. Jacob inspirò forte.

Alle loro spalle, la voce stentorea, Nolan esclamò «Lucas se l'è meritato, per la cronaca.»
Si girarono tutti e due sentendo quelle parole e una voce familiare «Finalmente vi ho trovati.»

BLOOD TOXIECITY- IN PAUSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora