Simply the best; Nico Hülkenberg

1.5K 29 5
                                    

[One-shot per
hulk-badger.
Spero ti piaccia💞]

《Maria!》 Nico mi vide da lontano in aeroporto ed urlò il mio nome. Gli avevo promesso che avrei assistito all'ultimo gran premio della stagione. Io e Nico eravamo amici da molto tempo, da quando eravamo solamente dei bambini che giocavano nei giardini di casa loro. Eravamo vicini di casa, avevamo condiviso tutto insieme: gioie, tristezze, fortune e sfortune. Sapevamo tutto di noi, non avevamo segreti. O meglio, quasi. L'unica cosa che non gli avessi mai rivelato era la cotta per lui che avevo, probabilmente, da quando eravamo alle superiori e lui si lamentava di non essere abbastanza bello e di non poter piacere alle ragazze. "A me sì", pensavo ogni volta, ma Nico era sempre fin troppo preso dai kart da non prestare attenzione al mio interesse nei suoi riguardi. Ormai, però, mi ero rassegnata, sapevo di non poter essere vista da lui in nessun altro modo se non come sua migliore amica.
《Nico!》 Gli corsi incontro e lo abbracciai. Non ci vedevamo da tempo, sebbene ci sentissimo ogni giorno. Ero stata l'unica capace di rassicurarlo, anche se poco, quando aveva appreso che non sarebbe rimasto in Formula 1. Mi era dispiaciuto molto, sapevo quanto si impegnasse e quanto ci tenesse al suo lavoro ed alla sua passione. 《Come stai?》Gli chiesi, non appena mi allontanai da lui. Storse il naso e prese la valigia dalle mie mani, per poi iniziare a camminare. Lo seguii a ruota.
《Potrebbe andare meglio.》 Tagliò corto lui ed io preferii non approfondire. 《Tu, invece?》 Finalmente si voltò a guardarmi ed io spostai un ciuffo di capelli neri dietro l’orecchio.
《Molto meglio ora che sono qui, con te.》 Mi sorrise leggermente e mi attirò a sé con un braccio, per poi lasciarmi un bacio sulla fronte. Continuammo a parlare fino a quando non uscimmo dall’aeroporto e giungemmo davanti alla sua vettura. Mi aprii la portiera e quando entrai in macchina, la richiuse e fece la stessa cosa. Partì e subito ci ritrovammo in un ingorgo stradale. Era sabato ed eravamo ad Abu Dhabi, tutto facilmente prevedibile. Per ammazzare il tempo Nico accese la radio e subito passò una canzone che sapevo amasse molto e, francamente, neanche a me dispiaceva: My Love di Route 94. Iniziò a canticchiarla, per poi coinvolgere anche me ed iniziare a cantare, o meglio urlare, tutte le canzoni che erano trasmesse. Ogni tanto ci guardavamo e poi scoppiavamo a ridere, sembrava fossimo ritornati bambini.
《Come va con Thomas?》 Mi domandò ad un tratto lui. Era il mio fidanzato, o almeno lo era stato fino a quel momento. Non lo amavo, o almeno non quanto amassi Nico, ma avevo cercato di andare avanti e di provare ad avere una relazione. Ma, come previsto, non riuscivo ad avere per lui nessun altro sentimento che andasse al di fuori dell'amicizia e quindi avevo deciso di lasciarlo poco prima di partire. Forse non era stato un bel gesto da parte mia, ma lui non si era dimostrato ferito, anzi quasi sollevato.
《Non stiamo più insieme.》Dissi con nonchalance e lui si voltò a guardarmi sorpreso, ma potetti giurare di vedere uno strano luccichio nei suoi occhi. Sembrò accorgersene e quindi ritornò a guardare davanti a lui ed indossò gli occhiali da sole. Sorrisi al pensiero che fossero quelli che gli avevo regalato al suo compleanno, diversi anni prima.
《Come mai?》 Continuò lui, questa volta con un tono di voce più pacato, quasi non gli interessasse realmente il motivo. Ma lo conoscevo abbastanza bene da sapere che fosse il suo modo per camuffare i suoi sentimenti, che in quel momento non riuscivo proprio a comprendere. Era sempre così enigmatico.
《Non lo amavo.》Gli sorrisi, ma lui era troppo concentrato sulla strada per poterlo notare. 《E tu?》 Si voltò, nuovamente, a guardarmi, confuso.
《Io cosa?》
《Nessuna ha fatto breccia nel tuo cuore?》Biascicò parole incomprensibili, tanto che dovetti rispondere con un “Eh?”.
《Sempre la stessa.》 Tagliò corto lui. Quella frase rimase impressa nella mia mente. Non mi aveva mai parlato di nessuna ragazza, quindi chi poteva mai essere? Decisi di non approfondire, me ne avrebbe parlato lui a tempo debito. O almeno speravo. Dopo un viaggio in macchina durato più del mio volo, finalmente giungemmo all’albergo in cui avrei alloggiato, che poi era lo stesso di Nico. Gli giunse un messaggio e lui prontamente rispose. Io iniziai a caricarmi della mia valigia, ma subito il mio migliore amico venne ad aiutarmi. 《Daniel dice che vuole…》 Neanche il tempo di finire la frase, che qualcuno mi afferrò da dietro e mi alzò da terra.
《Maria!》 Una voce, di un marcato accento australiano, mi chiamò, per poi scoppiare a ridere.
《Daniel!》Lo imitai. 《Puoi farmi scendere, per favore? Sono a disagio.》 Ridacchiò e fece come gli avevo detto. Mi strinse in un abbraccio.
《Finalmente sei venuta, non ce la facevo più a sentirlo lamentarsi.》 Vidi Nico lanciargli un’occhiataccia.
《E di cosa?》 Gli chiesi curiosa, noncurante dello sguardo insistente del pilota tedesco su di me.
《Di te e del tuo fidanzato, sembrava una donna in menopausa o in crisi di astinenza, ti lascio libera di scegliere.》Scossi la testa divertita e Nico si colpì la fronte con una mano.
《Ricordami di non rivolgerti più la parola.》 Riferì quest'ultimo, per poi tirarmi verso l'ascensore. Salutai l'australiano con una mano e seguii il mio migliore amico. Quella sera trascorse in maniera abbastanza tranquilla, decidemmo di guardare un film nella mia stanza e di mangiare della semplice insalata. Non che mi piacesse, ma era per non far sentire solo Nico in quella sua triste agonia. Non sarei mai diventata pilota solo per non seguire quella dieta ferrea. Amavo mangiare e non mi sarei mai privata del sapore di una gustosa pizza, per dell'insalata che, quando era un giorno di festa, era affiancata da del pollo. Vita triste la sua. Quando si era ormai fatto tardi, ci congedammo e, quando Nico uscì dalla mia camera, mi giunse un messaggio da Daniel. Non avevo il suo numero, né io gli avevo dato il mio, quindi non capivo come avesse fatto ad averlo. Decisi di lasciar perdere e di leggere unicamente il contenuto di quel messaggio. Mi chiedeva se avessi bisogno di una parrucca per il giorno seguente, tutti l'avrebbero indossata per fare l'omaggio al pilota tedesco. Affermai di non possederne una e, siccome i miei capelli erano fin troppo scuri, che non avrei potuto farne a meno. Neanche il tempo di scrivergli questo messaggio, che qualcuno bussò alla mia porta. Andai ad aprirla e mi trovai l'australiano con tutto l'occorrente in mano.
《Tieni anche questa. È una sua maglietta, potrei averla presa in prestito.》 Si grattò la nuca.
《Un prestito che presenta una scadenza oppure illimitato?》 Ridacchiai e lui mi imitò.
《Credo che adesso la scadenza sia fissata a domani, peccato.》 Scosse la testa sconsolato, con fare melodrammatico. Divertita, lo ringraziai e ci salutammo.

Il giorno seguente sarebbe stato davvero duro, per entrambi. Lui abbandonava, almeno momentaneamente, il lavoro che tanto amava ed io lo vedevo piangere tra le mie braccia, poco prima della gara. Cercavo di rassicurarlo in tutti i modi, ma sembrava non prestare molta attenzione a ciò che dicevo, forse fin troppo preso dai suoi pensieri. Non riusciva a comprendere perché avessero preferito Esteban a lui. E, in realtà, neanche io lo capivo. Nico era davvero bravo, l'avevo visto più volte gareggiare, ma aveva sempre avuto monoposto che non fossero alla sua altezza. E di ciò mi dispiaceva molto, perché non aveva mai avuto la possibilità di dimostrare il suo vero valore. Credevo fosse sottovalutato e, forse, anche lui lo pensava. Non mancavano molte ore all'inizio della gara, quindi lo obbligai a darsi una sistemata ed a stampare sul suo volto il sorriso più vero che riuscisse a fare. Non era felice di questa mia idea, ma non poteva rimanere a rimuginare sul suo passato e su quello che sarebbe potuto diventare. A venire in mio aiuto fu, per fortuna, Daniel, che tirò per il braccio il suo compagno di stanza e lo costrinse a prepararsi ed a farsi bello. “Come se ne avesse bisogno.” Pensai e scossi la testa. Anche io mi vestii, indossando la maglia che mi aveva lasciato l'australiano la sera precedente, un semplice paio di jeans, una giacca ed una borsa, al cui interno infilai la parrucca. Mi truccai leggermente, giusto per risaltare ancora di più i miei occhi verdi, di cui andavo fiera e poi uscii, per poi dirigermi verso la vettura del mio migliore amico. Lo trovai lì, appoggiato alla portiera, che mi attendeva. Gli sorrisi leggermente, entrai in macchina e lui mi imitò. Partì e dopo un viaggio molto silenzioso, in cui si potevano udire unicamente i nostri respiri, giungemmo alla pista. Ci incamminammo per il paddock e quando ci fermammo davanti il box Renault, io scappai dalla parte appartenente a Daniel, destando non poca confusione nel ragazzo che stava al mio fianco. Mi tolsi la giacca ed indossai la parrucca ed attesi che l'australiano mi facesse un segno, per uscire allo scoperto. Lo vidi correre dentro e prendermi per mano, per poi spingermi fuori. Tutti i meccanici avevano la parrucca bionda sulla testa e lo avevano circondato e continuavano ad urlare “Grazie Nico!”. Sorrisi a quella scena e cercai di infilarmi nella mischia, affinché il pilota tedesco potesse notarmi. Lo vidi cercarmi con lo sguardo e quando mi trovò, mi corse incontro e mi abbracciò.
《Questo è il momento per vincere!》 Urlò Daniel e tutti applaudirono e notai Nico guardarlo male. “Non si riferisce alla gara?” Pensai, confusa. 《Dai Nico, fallo, se hai pietà di me e della mia sanità mentale. 》 Sospirò e tornò a guardarmi. Potetti notare, nuovamente, quel luccichio nei suoi occhi azzurri. Appoggiò una mano sulla mia guancia e, dopo avermi sorriso, mi attirò a sé. Sembrò cercare conferma nei miei occhi, ma io ero ancora troppo attonita per potermi rendere conto di ciò che stesse avvenendo in quel momento. Forse prendendo il mio silenzio come un consenso, fece unire le nostre labbra ed io gli circondai il collo con le braccia. Normalmente mi sarei imbarazzata di quella situazione, ma era da così tanto tempo che aspettavo quel momento che non mi importava più se ci fossero anche i meccanici ad osservarci o tutte quelle persone che passeggiavano nel paddock. C'eravamo solo noi due. Quel bacio, però, durò ben poco o, almeno, meno delle mie aspettative e dei miei desideri. Non mi sarei mai voluta staccare dalle sue labbra, non dopo quella lunga attesa.
《Maria…》Sussurrò lui, con un tono di voce molto più grave del solito, capace di farmi venire la pelle d'oca.
《Nico…》Gli risposi io, appoggiando la mia fronte alla sua. Non vi era molta differenza di altezza tra di noi, quindi il contatto tra i nostri occhi non andò mai scemando.
《Non mi sono pentito.》 Sorrisi dolcemente.
《Neanche io.》Mi strinse a sé ed io mi abbandonai tra le sue braccia, in cui mi sentivo sempre protetta. 《Ora, però, credo che dovresti andare a gareggiare.》Gli lasciai un leggero bacio sulla guancia e lo salutai con un gesto della mano, per poi rientrare nel suo box, in cui assistetti alla sua gara. Era arrivato dodicesimo, a ridosso della zona punti. Non mi importava che non fosse riuscito ad ottenere punti in quel Gran Premio e neanche a lui sembrò interessare più di tanto, perché non appena uscì dalla sua vettura, mi baciò, nuovamente, affermando che ancora stentava a crederci. Non al suo ritiro, momentaneo, dalla Formula 1, bensì al fatto che finalmente avesse capito i sentimenti che provavo per lui. Ed anche io, stentavo a crederci. Fino a poco tempo prima, ero convinta di essere semplicemente la sua migliore amica, ma da quel momento in poi, ero diventata ufficialmente la sua fidanzata. E lui sarebbe stato per me il più grande di tutti i piloti.

One-Shot// Motorsport (SOSPESO)حيث تعيش القصص. اكتشف الآن