Painting; Stoffel Vandoorne

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[One-Shot per
MartinaT22.
Spero ti piaccia💞]


Io e Stoffel eravamo fidanzati da molti anni, ma era da tempo che il nostro rapporto non andava più a gonfie vele. Lui era impegnato con le gare di Formula E, mentre io trascorrevo molte ore nel mio studio a dipingere. Ammetto lo stessi trascurando, ma prima non me ne rendevo conto, ero sempre troppo presa dal mio lavoro, per comprendere che avesse bisogno di me e del mio supporto. E che, in fondo, anche io avessi bisogno di lui. Era il mercoledì della settimana del E-Prix di Ad Diriyah, ma avevamo litigato e Stoffel aveva deciso di partire da solo ed io non avevo alcuna intenzione di seguirlo. Solitamente viaggiavamo insieme, anche se io rimanevo sempre in albergo. Quello sport non mi emozionava affatto. Ero convinta che non vederci per qualche giorno, avrebbe rischiarato le idee ad entrambi e, soprattutto, che sarei riuscita a terminare quel quadro su cui da tempo stavo lavorando. A me non importava altro se non portare in alto il mio nome. Volevo che tutti, non solo gli abitanti di Montecarlo, per strada mi riconoscessero e mi fermassero per un autografo. Vivevo solo per quello, senza capire che la persona che era al mio fianco, in realtà, non stesse affatto vivendo. Forse anche se avessi saputo di un tradimento di Stoffel, non ci avrei prestato attenzione. Sembravo essere diventata completamente di ghiaccio, impassibile a tutto ciò che mi circondasse. E non capivo di star perdendo tutto. Non avevo più amicizie, nessuno più che mi rivolgesse la parola, solamente il mio fidanzato mi considerava. Ma era da tempo che, ormai, anche lui avesse smesso di farlo. Ero rimasta da sola e solamente in quel periodo di distanziamento lo avevo compreso. Nonostante tutto, la mia ispirazione era stata ed era sempre lui. Non potevo farmelo sfuggire. Ed allora quel venerdì quando sorse il sole, afferrai la mia valigia, una delle tele più grandi che possedessi ed i miei colori a tempera e li infilai nella mia vettura, quella con cui avrei compiuto il viaggio verso l'aeroporto. Dovevo solamente sperare di arrivare in tempo per la partenza. D'altronde possedevo sempre il pass per poter andare alle sue gare, anche se non ne avevo mai usato uno. Quella sarebbe stata la prima volta. Mi ero informata sul portare le tele in aereo e mi avevano dato delle importanti istruzioni da seguire, affinchè non fossi costretta a comprare tutto l'occorrente una volta giunta ad Ad Diriyah. Entrata in macchina, premetti sull'acceleratore. Se tutto fosse andato secondo i piani sarei arrivata a Nizza giusto in tempo. Ma quel sogno durò ben poco, perché infatti mi ritrovai, subito dopo aver svoltato in autostrada, in un ingorgo stradale.
《Oh, al diavolo!》 Imprecai, sbattendo le mani sul volante e suonando, involontariamente, il clacson. Potetti notare quello davanti a me farmi un dito medio come risposta. "Fantastico", pensai, "Non riuscirò mai ad arrivare in tempo".
Ci muovevamo davvero con una lentezza incredibile, che normalmente avrei apprezzato, non essendo una profonda amante della vita caotica, ma in quel momento avrei fatto qualsiasi cosa pur di giungere a Nizza il prima possibile. E forse, poi, il fato non fu proprio cattivo con me, perché dopo poco tempo tutte le vetture davanti a me iniziarono a muoversi.
《Sia lodato Iddio.》 Proferii. Accesi la radio, che mi avrebbe fatto compagnia per tutto il tragitto. Non sapevo ancora come mi sarei comportata una volta giunta lì, il mio unico intento era quello di dimostrare a Stoffel che l'amassi e che fossi stata una stupida a trascurarlo. A far comprendere a me stessa che fossi ben capace di bilanciare i miei due più grandi amori: il mio fidanzato e l'arte. Era per quello che mi ero portata dietro quella tela, avevo intenzione di dipingere la sua monoposto e lasciare, poi, il dipinto nel box della sua scuderia. Il viaggio durò molto più del previsto, a causa di un altro ingorgo, ma riuscii ad arrivare giusto in tempo all'aeroporto. Afferrai tutto l'occorrente e corsi nell'edificio, per poi mettermi in fila al check-in. Il tutto non durò molto e ben presto fui sull'aereo che mi avrebbe condotto dal mio fidanzato. Il viaggio era lungo, era venerdì e la prima gara l'avrei certamente persa. Dovevo contare unicamente su quella del giorno seguente.

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Dopo aver fatto vedere il mio pass alle guardie che vi erano all'entrata del paddock, mi incamminai verso la scuderia di Stoffel. Tutti si voltarono ad osservarmi, effettivamente non era cosa da tutti giorni vedere una ragazza camminare per il paddock con un'enorme tela tra le mani. Quando giunsi a destinazione, fui costretta a mostrare il mio pass. D'altronde nessuno mi conosceva, né tantomeno sapevano che io fossi la fidanzata del loro pilota belga. Riuscii ad ottenere uno sgabello e, dopo essermi sistemata al meglio, iniziai quella che sarebbe stata, in assoluto, la mia opera più bella. Non tanto perché ci avrei messo il massimo impegno, ma perché erano i sentimenti che provavo per il personaggio del mio dipinto che mi stavano spingendo a farlo. Conoscevo la sua monoposto a memoria, non avevo neanche bisogno di averla davanti a me. Ogni tanto qualche meccanico veniva ad osservare il mio dipinto e mi facevano anche dei complimenti. Io sorridevo, senza mai distrarmi. Dovevo terminarlo prima della fine della gara. Mi fermai solo qualche minuto per bere e per chiedere quanto tempo avessi ancora a disposizione. Per fortuna, grazie anche e soprattutto alle molte ore di allenamento e di esercitazione, conclusi la mia tela cinque minuti prima dello scadere del tempo. Vi scrissi sopra "Perché sei sempre stato tu la mia ispirazione" e la lasciai in balia dei meccanici della scuderia, facendo loro promettere di consegnargliela non appena fosse uscito dalla monoposto ed avesse festeggiato sul podio. Avevo, infatti, compreso dalle urla dietro di me, che Stoffel fosse riuscito a prendere la terza posizione. Presi la mia tempera e, dopo aver salutato tutti con un gesto della mano, mi avviai verso l'uscita del paddock. Salii in macchina e mi diressi verso quello che sarebbe stato il nostro albergo, se non avessimo litigato poco prima della partenza. Per fortuna il mio fidanzato aveva comunque prenotato per entrambi, quindi non fu molto difficile per me avere il secondo mazzo di chiavi. Entrata nella camera, il mio cellulare iniziò a squillare e sorrisi quando lessi il mittente. Stoffel mi stava cercando. Io, però, non risposi, volevo fargli una sorpresa. Mi sedetti sul letto ed attesi fino a quando non sentii la porta aprirsi.
《Martina, sei qui?》 Domandò Stoffel. Io mi mostrai e mi avvicinai a lui. Lui mi sorrise e mi strinse a sé.
《Mi dispiace. Sono stata egoista in questi mesi e tu non lo meritavi.》 Mi lasciò un bacio sulle labbra.
《Non importa, davvero, Mar. L'importante è che ora tu sia qui.》 Lo abbracciai ancora di più e mi beai del suo profumo.Era da tempo che non stavamo così vicini, a volte neanche la notte trascorrevamo insieme. E di ciò mi sentivo terribilmente in colpa. 《Quel quadro è davvero stupendo, sai?》 Appoggiò il suo mento sulla mia testa ed io gli sorrisi. I suoi complimenti mi facevano sempre piacere.
《Stoffel...》 Sussurrai e lui chinò il capo per guardarmi con i suoi occhi azzurri. Attese che continuassi a parlare. 《Credo che sia meglio per entrambi se io abbandoni l'arte.》Egli scosse prontamente la testa, allontanandosi leggermente da me.
《Mar, amare significa condividere le passioni. Io non voglio che tu lasci ciò che ami di più per me. E credo che neanche tu vorresti lo stesso, non è così?》 Annuii.
《Ma non voglio privarti delle attenzioni di cui necessiti.》 Mi sorrise.
《Beh, potremmo sfruttare tutto a nostro vantaggio.》 Lo guardai confusa. Si allontanò e si avviò verso la sua camera, dove avevo lasciato tutte le mie tempere ed il pennello. 《Chiudi gli occhi.》 Feci come mi aveva detto. Sentii i suoi passi e, quando si fermò innanzi a me, potetti immaginarlo sorridere. Amavo il suo sorriso. 《Ti fidi di me?》 Mi sussurrò all'orecchio ed io annuii meccanicamente. Mi lasciò un bacio sul collo e, quando si allontanò nuovamente da me, sentii qualcosa di umido sfiorarmi la guancia. Non ci impiegai molto tempo a comprendere che fosse tempera. A quella si aggiunsero altre spennellate sul mio volto e sul mio collo, fino a quando mi sollevò leggermente la maglia, per poi sfilarmela, e continuare con quel gioco che stava diventando sempre più eccitante. Aprii di scatto gli occhi, per poterlo baciare e prendergli dalle mani il pennello. Volevo riprendere le redini in mano. Imitai i suoi gesti e le sue pennellate, ne approfittai anche per disegnargli qualche piccolo cuore sul suo petto, che avevo nel frattempo scoperto come lui aveva fatto in precedenza con me. Mi afferrò per le gambe e, dopo avermi preso in braccio, iniziò a baciarmi, prima lentamente e poi con sempre più passione. 《Stoffel.》 Pronunciai il suo nome e lui si fermò, convinto che non volessi continuare. Diamine se volevo. 《Ti amo.》 Gli sussurrai e lui mi sorrise.
《Ti amo, Martina.》 Mi portò fino in camera da letto e mi fece stendere, per poi poggiarsi dolcemente su di me, senza mai allontanarsi dalle mie labbra. Era una tortura lenta e piacevole. Quella notte la trascorremmo così, tra baci, carezze, passione, parole che non ci eravamo rivolti in tutto quel tempo. Eravamo ritornati quelli di una volta, i ragazzini che si nascondevano anche solamente per scambiarsi un bacio, quelli che scavalcavano i cancelli per potersi stendere su un soffice prato o quelli che, durante le gite scolastiche, si allontanavano per poter essere da soli. Tra noi era tornata la complicità, la spensieratezza e l'amore, che, sapevamo, non ci avrebbe più abbandonato.

One-Shot// Motorsport (SOSPESO)Where stories live. Discover now