Marcus Armstrong

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babu_zeero

- Avete sentito l'ultima?- urla un ragazzo biondo che non conosco -da domani alle 8 saremo praticamente in quarantena- cala il silenzio, tutti si guardano intorno increduli, l'unico rumore è la musica. Molti agguantano i cellulari per controllare su internet e si iniziano a sentire i primi "oddio è vero", le notizie lette come "resteranno aperti solo gli alimentari" e "come la stampo l'autocertificazione se non ho una stampante?".

-Ma che vuol dire scusa?- mi chiede la mia migliore amica, sbuffo scrollando le spalle e vado poi verso il bancone del bar.

Non ho mai amato le feste e questa è noiosa ma considerando che è l'ultima a cui parteciperò per molto tempo penso sia meglio godersela.

Il locale si trova a Maranello, mia città natale, e uno dei pochi pregi che ha è di essere frequentato da molti piloti. Non sono mai stata una grande fan del mondo delle corse, non mi piacciono le macchine e nemmeno andare troppo veloce però mi piacciono i ragazzi e inizio a pensare che tra i prerequisiti per entrare in quel mondo ci sia essere terribilmente belli, proprio dei gran pezzi di ragazzi. Odio anche andare a ballare ma se posso rischiare di fare amicizia con qualche magnifico ragazzo ricco e famoso i pub sono i miei nuovi posti preferiti!

Urlo al barista un drink e mi volto a guardare la mia migliore amica. La adoro, siamo amiche da tutta la vita, ma se c'è una cosa di lei che odio è quando inizia a parlare di cose di cui non sa nulla o non ha capito nulla facendo anche la maestrina. Adesso sta intrattenendo una conversazione una conversazione con quattro sconosciuti nonostante, come dimostrato poco fa, non abbia capito nulla. Sbuffo e mi volto mentre il barista appoggia davanti a me il drink, gli sorrido passandogli i soldi e lo assaggio.

I drink in questo posto sono drasticamente deliziosi.

In sé il locale non ha nulla di speciale: è molto grande e di moda sulla strada principale, i cocktail sono buonissimi e la musica è abbastanza decente. La pista da ballo non è ne' troppo grande ne troppo piccola, intorno sono disposti molti tavolini e vi è un piano superiore fatto di tavolini e sedie, un vero e proprio "bar". È la perfetta via di mezzo tra un bar e una discoteca in centro città. Spintono un po' per allontanarmi dal bancone quando un ragazzo mi si para davanti.

-Non sono interessata grazie- dico con un finto sorriso cercando di allontanarmi. Lui aggrotta le sopracciglia evidentemente confuso e mi ferma di nuovo prendendomi per il polso -capisci l'italiano o devo dirtelo in neozelandese che non mi interessi?- sbotto infastidita. Lui alza le braccia a mo' di scuse.

-Scusa ma qui in Italia non so come si chiama questo- dice in inglese mostrandomi la foto di un drink. Arrossisco leggermente in imbarazzo per come gli ho urlato contro e gli dico il nome del cocktail facendolo annuire per poi superarlo e tornare dalla mia amica ancora intenta a parlare con i quattro ragazzi a me sconosciuti.

Dopo un'ora circa, mentre ballo al centro della pista con la mia amica, lancio uno sguardo verso il bar. "chissà se quel ragazzo è riuscito a prendere da bere".

-Uno ti sta guardando- urla la mia amica guardando dietro di me, alzo le spalle mentre lei continua a fare da telecronista -sta parlando con un suo amico e ti sta fissando- sbotta di nuovo prima che le si illuminino gli occhi -sta venendo qui!- dice sorridendo mentre il ragazzo compare al mio fianco.

-Ciao- saluta in inglese con un sorriso portandosi la cannuccia alla bocca.

-Ciao- ricambia il saluto la mia amica mentre io accenno un sorriso.

-Alla fine sei riuscito a prendere da bere vedo- dico accennando al drink che ha tra le mani facendolo ridacchiare lui annuisce chiedendomi se mi va di ballare. Guardo la mia amica che, con gli occhi spalancati, mi fa cenno di andare. Riporto gli occhi sul ragazzo seguendolo lontano dal centro della pista.

Survive to drive || OSWhere stories live. Discover now