Arthur Leclerc

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babu_zeero

La preoccupazione del contagio era iniziata da febbraio. Le notizie dei primi casi in Italia avevano preoccupato tutti a Monaco, così vicina e sempre colma di turisti italiani in ogni periodo dell'anno. Quando avevano deciso di chiudere tutto nel Principato, verso gli inizi di marzo, la preoccupazione era certamente aumentata ma anche la consapevolezza di quello che bisognava fare: restare in casa e utilizzare tutte le precauzioni possibili.
La preoccupazione più grande però regnava in casa Leclerc.
-Arthur io te lo ripeto, solo un cretino come te poteva fare una cazzata del genere- dice Charles in chiamata facendo sbuffare il minore
-hai intenzione di ripeterlo ogni volta che ci chiamiamo?- sbuffa il minore dei Leclerc alzando gli occhi al cielo
-no cretino, ho intenzione di ripetertelo finché non muori- sottolinea il mezzano.
Cosa aveva causato questo simpatico teatrino tra i Leclerc? Un'idea folle ed ignorante del minore.
-Charles lascialo stare- lo riprende Charlotte comparendo nella videochiamata -la cosa importante è che state bene-
-si stiamo bene grazie- dice la ragazza al fianco di Arthur facendo annuire la coppia a Monaco.

Arthur è sempre stato il migliore ad inventarsi delle idee stupide e a seguirlo in ogni sua avventura o malefatta era sempre una persona: t/n.
Erano amici da che avevano memoria, si erano conosciuti in prima elementare quando la ragazza aveva visto il biondo avvicinarsi furtivo alla cattedra e aveva deciso di aiutarlo a fare uno scherzo alla loro maestra di matematica finendo poi dal preside e, dopo quella piccola malefatta, erano diventati semplicemente inseparabili.
Chi l'avrebbe mai detto che Arthur Leclerc, il fratello del bel principino monegasco acclamato in tutto il mondo come il futuro della scuderia Ferrari in Formula 1 ed a sua volta pilota, poteva essere un tale burlone?
E t/n non era certo da meno! Se c'era qualche burla da fare, piccoli e grandi scherzi, dai più divertenti ai più pericolosi, lei era in prima linea per farli. I due amici sono un duo spericolato e decisamente stupido ma inseparabile.
Lo scherzo che avevano ideato quella volta non era certo rimasto invisibile agli occhi delle famiglie che li avevano visti scappare in stazione diretti a Nizza per volare in Grecia. Più che uno scherzo quella doveva essere una breve avventura che si era invece trasformato in un piccolo incubo.
I due ragazzi erano partiti ad inizio marzo e non erano più stati in grado di tornare a casa, erano ormai due mesi che i due erano bloccati in Grecia e non sapevano come tornare a casa.
Certo, non si potevano lamentare così tanto. Erano rimasti solo loro e altre tre coppie in tutto l'albergo e avevano tutto a loro disposizione ma avrebbero certo preferito poter tornare a casa.
Pascale e i fratelli Leclerc erano terribilmente preoccupati per i due ragazzi e stavano cercando in tutti i modi di farli tornare a Monaco ma non era certo così facile, quasi tutti gli aeroporti erano chiusi.
-ho mal di testa- borbotta il biondo mentre la ragazza continua a scorrere i post sulla home di Instagram restando comodamente a letto
-fatti una camomilla- ribatte lei senza guardarlo
-in che mondo la camomilla fa passare il mal di testa?- chiede lui accigliato
-ho letto che Vettel ha detto che a lui fa passare il mal di testa- ribatte lei alzando gli occhi dal cellulare e spostandoli sul biondo che scuote il capo alzandosi dal letto
-vado a farmi una doccia- conclude andando verso il bagno.

-ma tu hai mai pensato che...- dice Arthur uscendo dal bagno ancora bagnato e con l'asciugamano stretto in vita, t/n gli fa segno di tacere indicandogli di essere al telefono
-è assolutamente perfetto, grazie infinitamente- dice chiudendo la chiamata e saltellando felice verso Arthur che la guarda confuso -indovina chi è la migliore?- chiede a pochi passi da lui -io!- stilla contenta saltando addosso al biondo che, grazie ai suoi ottimi riflessi la prende al volo.
-vorrei ricordarti che se mi cade l'asciugamano, cosa che tanto per informarti sta succedendo, io resto completamente nudo- dice Arthur tenendo contemporaneamente l'asciugamano e l'amica che era diventata paonazza
-mi ha chiamato la compagnia aerea- dice staccandosi dal ragazzo e dandogli le spalle per dargli modo di vestirsi -mi hanno detto che possiamo partire per Nizza stanotte a mezzanotte così ho prenotato il volo, almeno riusciamo a tornare a casa-
-hai fatto bene, adesso chiamo mamma e la informo- lei annuisce andando a sua volta in bagno per farsi una doccia.
Arthur la segue con lo sguardo, uno sguardo triste.
Certo voleva tornare a casa, lo voleva con tutto il cuore, ma gli piaceva quella situazione. Questa avventura, che certamente poteva andare meglio, aveva legato ancora di più i due ragazzi di quanto già non fossero. E forse li aveva legati più del dovuto.
Arthur non era pronto a tornare a Monaco, non voleva tornare alla routine e nemmeno alla solita vita. Voleva restare in Grecia, lontano da tutti e tutto, con t/n.
Voleva stare con t/n.
La ragazza dal canto suo non vedeva l'ora di tornare a casa, aveva bisogno di dormire nel suo letto e di rivedere i suoi amici, voleva stare con la sua famiglia e ritornare alla normalità, sempre se di normalità si poteva parlare considerando la situazione in cui si trovavano.
Però le sarebbe certamente mancato tutto questo, passare intere giornate con Arthur a ridere e farsi scherzi a vicenda. Andare a dormire e svegliarsi ogni giorno con lui al suo fianco.
Sarebbe voluta restare in Grecia solo per continuare a vivere in questa sorta di magica bolla. Ma non è così che le cose tra i due ragazzi sarebbero dovute andare, se era destino lo sarebbe stato anche a Monaco, a casa con la solita routine e la vita di tutti i giorni.

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