Alex Albon

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princesa-rafinha

I sette peccati capitali costituivano un argomento che destabilizza a morte t/n, e come biasimarla, da bambina le era stato raccontato che i vizi prendevano la forma delle persone, diventavano demoni in grado di impossessarsi degli innocenti e tramutarli in schiavi. Sì quest'ultima parte era stata inventata dai suoi cugini più grandi quando era una pargoletta che andava alle elementari ma la suggestione è dura a morire.

Duri a morire erano anche i compiti di latino che la ragazza si ritrovava a fronteggiare, per ovviare alle spese che l'università portava, t/n aveva deciso di fare da tutor a ragazzi del liceo. Non era nulla di complicato e si doveva ricordare solo qualche regola grammaticale.

"Che gran cazzata questa frase di Catullo, tanto Lesbia si faceva tutto il mondo, non c'è bisogno di tutto questo lamentarsi perché non è fedele" borbottò rileggendo la frase.

Prese il telefono in mano, era mezzanotte. La ragazza non si era accorta del tempo passato sul libro di latino, sbuffò e prima di addormentarsi le sembrò di sentire uno strano odore di benzina e una lieve nuvola di fumo bluastra comparire. Non ci fece troppo caso e accusò la propria immaginazione e la stanchezza prima di appoggiare la testa sul cuscino e partire per una delle dormite più pesanti della sua vita.

Ma ciò che ignorava era il fatto che alcune frasi o espressioni latine, se scritte o lette ad alta voce di notte avessero il potere di evocare gli spiriti.

Alex apparve nella camera di t/n sorpreso, stava andando a far visita a Max, che gestiva il terzo girone del settimo cerchio dell'inferno. Stava cercando compagnia dato che il suo cerchio era deserto.

Alex aveva suonato il campanello dell'enorme palazzo di pietra che portava l'insegna luminosa "Bestemmie da Max" e sette stelline luccicanti. La fortezza era composta da un infinito insieme di appartamenti in cui viveva chi era stato condannato a quel girone. Chi diceva che l'inferno era un postaccio di certo non era mai stato nel palazzo di Max. Nel mentre il portone di metallo si era aperto, Alex era entrato ed era salito su per le scale, stava per mettere piede nella hall dell'hotel quando sentì il proprio cercapersone suonare.

- Una chiamata? Dalla Terra? - pensò Alex prima di essere trascinato via da un turbinio di polvere blu.

Quando il ragazzo riaprì gli occhi si ritrovò in un ambiente per nulla familiare. Era una camera da letto. Si guardò intorno e tossicchiò leggermente per colpa della polverina blu che aveva sollevato. Schioccò le dita e questa scomparve. Alex ringraziò mentalmente Sebastian per avergli dato quei poteri.

Vide t/n addormentata sotto le coperte e il libro di latino aperto. Fantastico, era stato evocato per sbaglio. Sconsolato spostò la sedia che aveva trovato di fronte alla scrivania della ragazza e ci si sedette sopra. Prese fuori il telefono dalla tasca posteriore e scrisse un messaggio a Sebastian.

"Ciao Seb, mi hanno evocato sulla terra per sbaglio. Ho lasciato il cerchio incustodito, ti scrivo per avvisarti"

"Ciao Alex! Non ti preoccupare, il tuo hotel è sempre un mortorio... Divertiti sulla Terra e stai pronto per l'Australia, dobbiamo partire presto."

Alex sospirò ancora, non aveva niente da fare fino al risveglio della ragazza.

Scrisse a Max di essere stato chiamato sulla Terra prima del previsto e di non poter tornare al suo hotel. Non avendo più nulla da fare decise di guardare una vecchia gara del 2016 sul telefono per addormentarsi.

-

T/n si svegliò verso le nove di una domenica mattina che credeva serena. Rotolò un po' a destra e a sinistra per svegliarsi completamente. Si sedette a gambe incrociate sul letto e si sfregò la faccia con i palmi delle mani. Fu lì che vide Alex stravaccato sulla sedia, con la bocca aperta, le corna in bella vista e la coda che ondeggiava nell'aria leggera.

Survive to drive || OSWhere stories live. Discover now