Capitolo 8

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Andai a dormire ma...
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Mi svegliai legata ad una sedia.
Non riuscivo a muovermi, non riuscivo a respirare, non riuscivo a sentire nulla, nemmeno quelle due stronze che ho dentro il cervello.
<dove pensi di andare ora? > una voce fin troppo familiare disse da dietro di me mentre stavo cercando di liberarmi.
Quella voce si rivelò appartenere a quel verme di mio padre.
<ma non eri in galera? > chiesi io mentre deglutivo
<la lettera non ti dice nulla? > disse lui con un sorriso.
<ti ho detto che se ti avrei trovata saresti stata una ragazza morta, ma non ti voglio morta in quel senso> disse lui mentre giocherellava con il grilletto delle pistola.
<e come pensi di volermi morta, se non mi vuoi morta? > domandai io inarcando le sopracciglia.
<oh, non ti preoccupare di questo, vedrai... > disse lui ridacchiando.
Spense tutte le luci come erano prima che lui entrasse nella stanza.
Ad una certa sentii 6 colpi di pistola.
Quel verme riaccese le luci e davanti a me trovai i cadaveri dei miei amici.
Robert
Alejandro
Benedetta
Alvaro
Roshaun
E
Mattia

<NO, COME HAI POTUTO, SEI SOLO UN BASTARDO> urlai io mentre piangevo come se non ci fosse un domani.
Ad una certa vidi che Mattia si stava muovendo, quindi ciò indica che non era morto.
Mio padre se ne accorse

<non avresti dovuto aiutarla>

BUM!
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<NO!> urlai io mentre mi svegliavo di scatto, tutta sudata e stavo piangendo.
Mattia si svegliò subito dopo, quando lo vidi, lo abbracciai subito fortissimo, talmente tanto che avrei potuto ucciderlo.
Cominciai a piangere sul suo petto mentre lo abbracciavo, mi accorsi di avergli bagnato la maglietta.

Mi tirai sú di scatto.
<oh scusa N-non volevo B-bagnarti la m-maglietta, ti prego non farmi del male>
Dissi io con voce tremolante.
<shh, non ti farei mai del male, ora vieni qui> disse aprendo le braccia. Mi avvolse in un abbraccio mentre giocherellava con i miei capelli, non mi fece domande sul sogno, e sono grata che abbia capito che non ne volevo parlare. Inutile dire che era rilassantissimo, infatti mi addormentai subito.

Mi svegliai ancora anbracciata a Mattia, che quando si accorse che ero sveglia mi disse di andare a prepararmi che saremmo usciti.
<mi raccomando, prendi le pillole prima di uscire>
<si babbo> risposi io ridacchiando
<nah, meglio che lo tieni per te, fra un pò mi chiamerai papino> disse lui sussurrando al mio orecchio e di conseguenza mordicchiandolo.
<ecco, è tornato il solito Polibio, ti ringrazio della tua frase motivazionale, ma grazie, non so andando a correre una maratona> dissi io mentre roteavo gli occhi.
<smetti di roteare gli occhi, o fra un pò li farai roteare per qualcosa di piú sensato>
Disse lui lasciando un succhiotto sul mio collo.
Ok devo essere sincera, mi sono un pò  eccitata, ma mettetevi nei miei panni.
<mmh ok, dove mi porti papino? >
Dissi io marcando l'ultima parola.
<fija mia, se vuoi camminare per l'appuntamento di oggi, non ti conviene> disse lui ridendo.
<ok, dai andiamo, abbiamo flirtato abbastanza per oggi> dissi io anandomene.

Eravamo a metà strada, o almeno lui mi ha detto cosí
<metti questa> mi disse lui passandomi una benda.
<ok? > dissi io abbastanza nervosa.
Dopo 15 minuti piú o meno la macchina si fermò e Mattia scese per venirmi ad aprire la portiera.
<ok, ora mi uccidi, e poi mi butti nel laghetto, ma non ti biasimo, vi sto rompendo le palle con tutta questa situazione> dissi io con le mani 👉👈
<ma va, ma ti pare, non ci stai rompendo, e tu non ti preoccupare di tutta questa situazione, ok? > disse lui lasciandomi un bacio sulla fronte.
In tutto ciò io avevo ancora la benda sopra gli occhi.
<senti Mr. Polibio, posso togliere questo pezzo di stoffa che ho sugli occhi o?> dissi io un pochino annoiata.
<aspe, ecco ora vai> disse lui tenendomi per i fianchi.
Tolsi la benda e non riuscí a credere a quello che avevo davanti: la fiera degli spiriti.
Scoppiai in lacrime e saltai subito addosso a Mattia, aggrappando le gambe attorno ai suoi fianchi e le braccia in torno al suo collo.
Stavo piangendo come non avevo mai fatto prima.
<quindi ti piace?> chiede lui un pò nervoso mentre mi accarezza la schiena.
<non mi piace> dissi io ridacchiando, però lui ci rimase palesemente male.
<non mi piace perchè lo amo> dissi io mentre lo baciavo.
Appena mi staccai tirò un sospiro di sollievo, e io ridacchiai.
<sapevo che ti sarebbe piaciuto> disse lui modesto
<come facevi ad esserne cosí sicuro> chiesi io aggrottando la fronte
<Alvaro.... > disse lui guardando in basso imbarazzato.
Gli presi la faccia tra due mani, gli diedi un bacio e poi dissi:
<probabilmente hai fatto bene a chiedere a lui, conoscendoti mi avresti portato in un ristorante di classe, e dio solo sa che ti avrei lasciato per strada> dissi io ridacchiando.
<sono le stesse parole che ha detto Alvaro, sai? > disse lui ridacchiando.
<immagino> dissi io aggiundendomi alla sua risata.

Passammo un pomeriggio a dir poco bellissimo, andammo verso uno di quelli stand dove si vincono i pupazzi, e lui mi vinse l'orso piú grande che c'era, ok, era ufficiale, aveva vinto tutto di me.
Mattia mi prese per mano e andammo sulla ruota panoramica. Erano le 7.30 l'orario perfetto perchè c'era il tramonto.
<ti ha detto che adoro il tramonto Aloe, vero> chiesi io ridacchiando.
<si, hehe> disse lui.
Lo studiai in tutti i particolari, il sole che era diventato di un colore rossiccio, illuminava i suoi occhi color nocciola, che brillavano come stelle. Con una mano tracciai il percorso dal lato della guancia, alla sua mascella e infine su i suoi pettorali. Ci guardammo e entrambi stavamo guardando le labbra altrui.
Non ne potevo piú e azzerai la distanza che c'era tra di noi, un bacio dolce e passionale.
Non volevo che finisse piú.
<Elle io devo dirti un paio di cose> disse lui mentre ci staccavamo.
<si? > chiesi, ormai non ero preoccupata.
<ehm, volevo dirti, che sin dal primo giorno che ti ho vista, in quel corridoio mentre scappavi in bagno, ho provato un'attrazione nei tuoi confronti.
Il fatto che tu non mi volevi dire il tuo nome, o che comunque mi rifiutavi, mi faceva impazzire. Dovevo sapere tutto di te, non ne avevo mai abbastanza.
Elle, io credo di essermi innamorato di te>
Disse lui tutto d'un fiato.

Una lacrima di gioia rigava il mio viso. Nessuno mi aveva mai detto queste parole.

<però cè un'altra cosa> disse lui.

<so che ci conosciamo da poco e tutto, ma non riesco a stare senza di te piú di tanto, cioè, renditi conto ho completamente saltato scuola per venire da te quella mattina.
Detto questo, volevo chiederti se ti andasse di diventare la mia ragazza, sola e unica>

stavo ancora analizzando tutto nella mia mente e mi venne spontaneo rispondere...

Spazio autrice
Cosa pensate che risponderà Laura?
Vedo che la storia vi sta piacendo, mi fa molto piacere.
Come alcuni di voi hanno notato è diversa dalle altre, e infatti questo è il mio obbiettivo.
Hehe
Detto questo
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Aggiorno a 12 🌟
~elle⭐

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