18. Dimostramelo allora

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JIMIN

"Posso entrare?" mi chiese lui dopo qualche secondo, ignorando completamente la mia domanda.
"Se rispondi alla domanda che ti ho fatto forse potrei anche farti entrare" gli dissi con sufficienza, puntando il mio sguardo sui suoi occhi quasi spaventati.

Fu in quel momento che mi chiesi una cosa: il ragazzo smarrito davanti a me era veramente quello che, poche ore prima, mi aveva dato un bacio praticamente infuocato in una sala da ballo?

"Preferirei dirtelo dopo, se non ti dispiace. Giusto per non farti incazzare prima che ti possa dire quello che voglio dirti" mi rispose lui con aria serena, facendomi, poi, un cenno con la mano per chiedermi, di nuovo, se poteva entrare.

Peccato che, conoscendo lui e vedendo come mi sentivo io con lui, avevo la sensazione che se l'avessi fatto entrare saremmo finiti per far ben altro che parlare.
E, non mentiamoci, io non sarei riuscito a fermarlo di nuovo...

"Quello che mi vuoi dire me lo puoi dire benissimo qui fuori".
Lo vidi fare una risata amara e ricomporsi dopo qualche secondo, riposando il suo sguardo su di me.

"Perchè sei scappato prima?" mi chiese solamente, facendomi salire i brividi lungo tutto la spina dorsale al ricordo di quel bacio.
"Anche me lo chiedi? Perchè non dovevo lasciare che succedesse" gli risposi in tono convinto, cercando di non fare caso al fatto che aveva iniziato a mordersi il labbro inferiore.

"C'è attrazione fisica tra di noi, e l'ha visto chiunque. Quindi, perchè non la smetti di tirare su questi muri per difenderti e non ti lasci andare?".
Io iniziai a scuotere la testa, chiedendomi come quel ragazzo riuscisse a fare estremamente finta di niente in ogni dannatissima situazione.
"Perchè non esiste solo l'attrazione fisica tra due persone ed il volerci scopare in continuazione. E, sinceramente, io cerco "l'altro" che tu non hai nemmeno mai nominato" gli risposi in tono duro, capendo che quella conversazione sarebbe stata una perdita di tempo.

Così accennai a chiudere la porta ed a tornare a dormire, che mi pareva la cosa più produttiva da fare.
Ma lui mi bloccò prendendomi per il polso, come ormai gli era abitudine fare, guardandomi, poi, intensamente.

"Jimin, tu mi piaci. Un sacco. Sei così bello e così "puro" che quando sono con te non capisco più un cazzo. E non mi era mai successo con nessuno..." mi disse dopo un po', non accennando a lasciare la presa sul mio polso.

Dopo quelle parole non riuscii a far altro che pensare che la sua opinione di me, qualche anno prima, era parecchio diversa.
E non riuscii nemmeno a non incazzarmi, sputando le parole seguenti quasi con rabbia.

"Non te ne sei ancora reso conto?".
"Ma di cosa?" mi chiese lui in tono confuso.
"Che sono io il ragazzino un po' sovrappeso che hai preso in giro e di cui hai reso la vita un inferno per quattro anni. Ed il fatto che tu ti sei interessato a me ora che sono "diverso" la dice lunga su che tipo di persona tu sia. Ma, comunque, nonostante questo non riesco a fare altro che desiderare di baciarti in ogni secondo di ogni mia giornata" gli urlai praticamente addosso, strattonando il braccio per liberarmi dalla sua presa.

Lui mi guardò per qualche secondo senza l'ombra di alcuna emozione in viso.
Solo dopo questo arco di tempo disse: "Fallo allora".

Io lo guardai aggrottando le sopracciglia, iniziando a credere che ascoltasse solo un quarto di tutte le parole che gli dicevo.

"Fammi capire: io ti sto dicendo che ero "quel ragazzino" e tu mi stai chiedendo di baciarti?" gli chiesi dopo un po' in tono quasi scioccato.
"Jimin, mi sono reso conto che "quel ragazzino" sei tu non appena ho saputo il tuo nome...e so che abiti qui perchè, prima che tu ti trasferissi, io abitavo in quella casa laggiù e ti vedevo sempre entrare in casa da questa porta" mormorò Jungkook senza nemmeno guardarmi, probabilmente perchè dire la verità non era nei suoi piani.

"Perchè hai fatto finta di niente allora?" gli domandai in tono quasi arrabbiato, sapendo bene che, però, anche io avevo fatto lo stesso.
"Perchè anche tu hai fatto finta di niente. E, poi, non vado fiero di come ti ho trattato..." borbottò in risposta, sembrando quasi fragile per un momento.

Ma, poi, gli si ridipinse sul viso la sua solita espressione strafottente...

"Invece di come hai trattato Nam e Hobi vai fiero, no?" gli chiesi in tono amaro, iniziando a scuotere la testa al pensiero che ero totalmente perso per un soggetto del genere.
"Non stiamo parlando di questo, adesso" mi rispose lui in tono duro, facendo subito virare il fulcro del discorso.

"E di cosa stiamo parlando allora? Visto che non ci sto capendo un cazzo" gli domandai praticamente furioso, stringendo i pugni per impedirmi di dargli un pugno o di saltargli addosso.
"Di te che vorresti baciarmi. Perchè non lo fai tipo adesso?" mi chiese in tono seducente, iniziando a leccarsi il labbro inferiore poco dopo.
Io evitai di portare lo sguardo sulle sue labbra, dicendo invece un categorico: "No".

"Perchè? Mi pare che l'abbiamo già fatto qualche ora fa".
"Perchè per te sono solo un giochino. Una cosa da usare una volta e poi buttare via come se niente fosse. E, sinceramente, merito di essere qualcosa in più di questo, Jungkook" gli risposi con convinzione, ben sapendo che quella era la cosa su cui ero più sicuro in assoluto.

Lui posò di nuovo lo sguardo sui miei occhi, guardandoli con un'aria quasi malinconica.

"Non sei un giochino. Nel senso, lo so che sono un tipo su cui girano parecchie voci. E so anche che la maggior parte di quelle voci sono vere. Ma tu...tu sei riuscito a "prendermi" in un modo in cui non ci era mai riuscito nessuno, Jimin.
Magari non ti ho dato questa impressione nelle ultime settimane con le mie...domande un po' scomode, ma ti giurò che è così.
Tu saresti una cosa seria per me, non solo una scopata" mi disse in un tono che mi parve sincero, facendomi praticamente sciogliere perchè quelle erano le esatte parole che avrei voluto sentirmi dire.

Ma...non potevo semplicemente credergli e basta. Non dopo tutto quello che sapevo avesse fatto a me ed ai miei amici.

"Dimostramelo allora" gli dissi, in tono convinto, prima di sbattergli la porta in faccia solo per evitare di fare altre cose di cui mi sarei potuto pentire.

Dopodichè mi diressi in camera, togliendomi la maglietta e mettendomi sotto le coperte cercando di togliermi tutti i pensieri dalla testa.
Ma, per quanto ci provassi, non riuscivo a fare a meno di chiedermi se, per lui, avessi potuto essere veramente qualcosa di serio...

SPAZIO AUTRICE:

Con questo capitolo abbiamo capito che, in realtà, Kook non è così sclerato da non aver ancora capito chi fosse realmente Jimin, ma faceva solo finta di niente.
Di nuovo applausi per lui👏🏻👏🏻👏🏻.

Comunque, credetemi, scrivere questo capitolo è stato dannatamente difficile😂✌🏻.

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