50. Io con te sono quasi rinato

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JIMIN

"Non osate sparire proprio ora che Hobi sta tagliando la torta, altrimenti uccide tutti e due" mi ordinò in tono piuttosto secco Tae, prendendo Jungkook e me per un braccio e trascinandoci nel salotto di quest'ultimo praticamente di peso.
"In realtà, volevo solo parlare con lui di...una cosa. Ma...okay" gli rispose Jungkook con aria seccata, alzando gli occhi al cielo e, poi, spostando il suo sguardo sull'enorme torta che Hobi stava portando tra le mani dalla cucina al soggiorno.

Io pregai più o meno tutti i santi che conoscevo di non far cadere quella torta, altrimenti Kook sarebbe esploso in un concentrato di ira, tirando un sospiro di sollievo nel momento stesso in cui essa finì posata delicatamente sul tavolo in mezzo alla stanza.

"Jimin, muoviti e vieni qui, che le candeline non si spengono da sole" mi disse, in tono imperativo, Hobi dopo qualche secondo, notando tutti quanti fermi immobili senza fare niente.
"Devi urlargli così tanto anche il giorno del suo compleanno?" chiese Minjun a Hobi con aria divertita, ottenendo come reazione solo uno sguardo gelido da parte sua.

Io, dal canto mio, mi avviai verso il tavolo, mettendomi dietro la torta ed accennando dei sorrisi per le innumerevoli foto che tutti i miei amici mi stavano già facendo.

"Per favore, non mettetevi a cantare la canzone di "Buon Compleanno". Il tutto è già imbarazzante così" li pregai a mani unite non appena li vidi posare i cellulari nelle rispettive tasche dei pantaloni.
"Ma come? Io stavo aspettando solo quello" sbuffò Yoongi con finta aria offesa, ricevendo, poi, un pugno sul braccio, che stava ad indicargli di stare buono, da parte di Tae.

A proposito di questo e di loro due...nell'ultimo mese, da quando Minjun era tornato in Corea, erano successe molte cose, tra cui il fatto che quest'ultimo e Hobi fossero tornati insieme e che, visto questo, Tae e Yoongi erano usciti allo scoperto, non ottenendo assolutamente tutto l'odio che Yoongi credeva avrebbe ottenuto da parte degli altri.

Per quanto riguarda Nam e Jin, loro sono sempre e saranno sempre inseparabili. Kook ed io...eravamo semplicemente Kook ed io.

E, non lo dico solo per sembrare felice, era tutto perfetto.

"Posso tagliare la torta, ora? Fatto tutto?" chiese Jin all'improvviso, risvegliandomi dai miei pensieri.
Annuii ripetutamente con la testa, riaccomodandomi sul divano accanto a Jungkook ed aspettando la mia fetta di torta.

Non appena Jin me la mise tra le mani iniziai a mangiarla con calma, rendendomi conto che, se quella situazione fosse avvenuta un anno prima, probabilmente quella torta io non l'avrei toccata nemmeno con un dito, troppo preoccupato del fatto che, poi, sarei finito ad ingozzarmi, a sentirmi in colpa ed a vomitare di proposito il tutto subito dopo.

Ma, effettivamente, tante cose erano cambiate rispetto all'anno prima...

"Ve lo rubo solamente per qualche minuto ora, se non vi dispiace" disse Jungkook, non appena tutti i piattini vuoti furono riposti sul tavolo in cucina, prendendomi per un polso e trascinandoci in camera sua praticamente alla velocità della luce.
"Hai così tanta voglia di scopare che mi trascini via dalla mia stessa festa di compleanno?" gli chiesi in tono divertito non appena lui richiuse la porta alle nostre spalle.

"Guarda che voglio solo parlarti veramente" mi rispose lui in tono scettico, facendomi cenno di sedermi sul letto.
"Chi sei tu e cosa ne hai fatto del mio ragazzo pervertito?" dissi in preda ad una risata quasi isterica, fermandomi solo nel momento in cui Jungkook mi posò una mano sul braccio con sguardo serio.

"Mi devo preoccupare?" gli chiesi con circospezione, iniziando quasi a sudare freddo.
"Assolutamente no. Solo...ti amo, Jimin. Da morire. E mi sembra di non dirtelo abbastanza o di non farlo trapelare così tanto dai miei gesti.
Tu mi hai cambiato, mi hai fatto smettere di avere paura che una relazione seria possa portare solamente dolore e mi hai fatto capire che tu per me ci sarai sempre, nonostante quanto pesantemente possiamo litigare, anche per cose idiote.

Forse ora è un po' tardi per rivelartelo, ma al nostro secondo appuntamento, quando in macchina io avevo aperto la bocca per dirti qualcosa e poi ho semplicemente risposto con: "No, niente", io avrei voluto dirti già allora che mi ero innamorato di te.

Ma, poi, mi sono detto che mi avresti preso per pazzo e ho lasciato perdere.

E...in tutto questo giro di parole non ho ancora detto la cosa per cui ho iniziato questo discorso, ovvero chiederti se, ovviamente non ti costringo, vuoi venire a vivere qui con me".

Io rimasi a bocca aperta, non riuscendo a metabolizzare tutte quelle parole insieme evitando di scoppiare in lacrime di gioia.

"Oddio, stai piangendo. Non dovevo chiedertelo, vero? Troppo presto..." iniziò a dire lui con aria estremamente preoccupata, sbarrando gli occhi e pensando a qualche modo per calmarmi.
Io, però, scossi la testa con un sorriso dipinto in volto, cercando di trattenere le lacrime e di esprimere a parole tutto quello che stava viaggiando nella mia testa.

"Io con te sono quasi rinato, Kook. E non lo dico così per dire. Prima...non mangiavo non appena mi succedeva qualcosa di diverso dalla mia solita routine, mi sentivo inadeguato ovunque ed in qualsiasi situazione e, qualunque cosa facessi, riuscivo solamente a pensare che il cibo è sempre stato un tappo per i miei vuoti affettivi.

Adesso, invece, tu hai cambiato tutto. Insomma, mi hai visto mangiare quella fetta di torta con tranquillità prima? Ecco...non è mai successo nella mia vita. Mai.
Quindi...grazie".

Le ultime due parole le dissi avvolto dai singhiozzi, non riuscendo in alcun modo a smettere di piangere.

"Me lo stai dicendo quasi come se fosse un addio. Mi devo preoccupare?" mi chiese lui dopo qualche istante, prendendomi tra le sue braccia per non farmi notare il fatto che anche lui stesse per mettersi a piangere.
"No, tranquillo. La nostra storia è appena tutta da scrivere".

"Quindi ci vieni a vivere con me?".
"Certo. Probabilmente litigheremo anche per gli spazzolini, ma...sì" gli dissi in un tono divertito che, effettivamente, non stava molto a pennello con la mia voce ancora poco stabile.

Jungkook fece solo una piccola risata prima di prendermi il volto tra le mani e di far unire le nostre labbra in un bacio che sapeva totalmente del sale delle nostre lacrime.

"Ma secondo voi, visto che sono chiusi in quella stanza da venti minuti, stanno scopando?" sentii dire improvvisamente dal corridoio dalla voce riconoscibilissima di Hobi, che venne, poi, zittito da quella di Nam.

"No, stiamo parlando e...piangendo. Ma di gioia, tranquilli" urlò Jungkook in risposta subito dopo, iniziando, poi, a scuotere la testa con aria divertita.
"Okay! Allora non ci preoccupiamo" esclamò Hobi da dietro la porta, dicendo con molta calma a tutti gli altri, poi, di "sparire con molta rapidità dal corridoio".

Io ripresi a ridere quasi con gusto sempre avvolto dalle braccia di Jungkook, cercando di baciarlo nonostante il fatto che non riuscissi a smettere di ridere, percependo quella situazione come fortemente ironica nonostante non lo fosse affatto.

Ma sapete cosa? Quella "nuova vita" che mi era capitata per caso dal momento stesso in cui avevo rimesso piede a Busan non mi sarebbe mai dispiaciuta.
Una persona in particolare, soprattutto...

SPAZIO AUTRICE:

Allora...questo era l'ultimo capitolo...
I ringraziamenti e le principali novità sulla prossima storia che farò uscire li trovate nel "capitolo" sotto a questo✌🏻😂.
(Quindi, se vi interessa, scorrete😂)

E...niente, grazie per le 18mila letture✌🏻❤️.

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