19. Non osare prendere altri impegni

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JIMIN

Essere rimasto a casa, invece di andare alle lezioni all'università, venerdì mi ha dato modo di pensare, a tutto quello che era successo, durante il weekend.
Partendo dal bacio con Jungkook, arrivando all'enorme confessione che avevo fatto ad Hobi finendo con la conversazione piuttosto scioccante con il primo dei due.

Ma, sfortunatamente, lunedì arrivò...e con lui anche il senso di responsabilità che mi fece alzare piuttosto presto per andare a lezione.
Quel giorno sarebbe anche tornata mia madre dal suo viaggio di lavoro, in teoria, e ne ero piuttosto felice. Almeno non sarei più stato completamente solo a casa...

"Jimin!" esclamarono tutti i miei amici praticamente all'unisono non appena arrivai vicino alla solita panchina dove aspettavamo l'inizio delle lezioni, dandomi pacche sulle spalle ad alternanza.

Io li salutai con tranquillità, posandomi con la schiena sul muretto che contornava quello spiazzo fuori dall'università e mettendomi, poi, ad ascoltare quello di cui stavano parlando.
Ma ben presto, ovvero quando mi accorsi che la loro conversazione stava riguardando l'anniversario di Nam e Jin, iniziai a guardarmi intorno, riuscendo a scovare, qualche secondo più tardi, Jungkook in mezzo a tutti i ragazzi radunati lì fuori.

Era seduto sulle gradinate che portavano al tetto dall'esterno dell'edificio, che scherzava con Tae di qualcosa.
Si accorse velocemente del fatto che lo stavo guardando e, non appena questo successe, ricambiò il mio sguardo con intensità, rivolgendomi uno dei suoi soliti sorrisi poco dopo.

Inutile dire che il mio corpo stava andando praticamente già a fuoco solamente per quello...

*******

"Bene, andiamo in mensa, perchè, sinceramente, non ce la faccio più" disse Nam in tono quasi sollevato non appena finirono le lezioni della mattina di quel giorno, ottenendo come reazione il fatto che anche Jin ed io fossimo d'accordo con lui.

Le lezioni stavano diventando sempre più pesanti...e questo non giocava decisamente a mio favore.
Non sono mai stato bravissimo nello studio, ma con tutto l'impegno che ci ho sempre messo me la sono sempre cavata. Ma...tra il trasferimento, Jungkook ed i racconti dei miei amici sulle loro storie passate non avevo fatto praticamente niente.
Ero seriamente preoccupato...

"Posso parlarti?" sentii all'improvviso alle mie spalle, sapendo già benissimo chi fosse per le sensazioni che la sua voce mi aveva provocato.
"Non mi pare che tu ti sia mai fatto problemi per costringermi a parlare con te, quindi..." gli risposi in tono un po' scocciato, rivolgendo un'occhiata a Nam e Jin, per indicar loro di andare in mensa e di aspettarmi lì, e poi girandomi verso Jungkook.
"Quindi è un sì?" mi chiese in tono un po' divertito, prendendomi per il polso, e guidandomi lungo corridoi dell'università di cui io non sapevo nemmeno l'esistenza, non appena annuii con la testa.

Solo dopo qualche secondo dal momento in cui ci fermammo mi resi conto che eravamo, di nuovo, nel corridoio dove mi aveva portato la settimana precedente.

"Perchè mi porti sempre qua?" gli chiesi in tono curioso praticamente all'istante, posandomi con la schiena al muro ed incrociando le braccia al petto.
"Perchè qua non ci viene quasi mai nessuno. E, visto che devo parlarti di una cosa importante, non volevo che qualcuno ci sentisse" mi rispose lui con leggerezza, alzando le spalle e mettendosi di fronte a me.

Io rimasi in silenzio, sostenendo il suo sguardo per un paio di secondi.

"Perchè non c'eri venerdì?" mi chiese poco dopo, avvicinandosi un po' ed iniziando ad accarezzarmi una ciocca di capelli che mi stava coprendo la fronte.
"Perchè non stavo bene" gli risposi con tranquillità, sebbene dentro di me il mio cuore stesse già facendo una gara di velocità a quel piccolo contatto.

"Ho visto subito che non c'eri. Sai...ogni giorno, quando saluto Tae vicino alle scale, guardo subito nella direzione dove so che tu ed i tuoi amici state di solito prima delle lezioni, soffermandomi, ovviamente, sempre su di te.
Quando venerdì non ti ho visto mi sono subito preoccupato.
Avrei voluto scriverti, ma, poi, mi sono reso conto che non ho nemmeno il tuo numero".

Io lo guardai quasi rapito, chiedendomi perchè, in quel momento, lui stesse sembrando completamente un altro ragazzo rispetto a quello che avevo sempre visto.

"D-di cosa dovevi parlarmi?" balbettai dopo qualche secondo, cercando di darmi un po' di contegno.
"Tu l'altro giorno mi hai detto che devo dimostrarti che per me sei una cosa seria. Ecco, per fare questo ho deciso che avremo dei veri e propri appuntamenti. Chiaramente tutto organizzato da me. Diciamo che ti "prendo in ostaggio" per i prossimi tre sabati. Se dopo questi tre appuntamenti non sarai ancora convinto delle mie intenzioni me lo dirai e mollerò la presa.
Direi che è piuttosto ragionevole, no?" mi spiegò lui con calma, facendomi un sorrisetto alla fine delle sue parole.

Io rimasi praticamente a bocca aperta, consapevole del fatto che credevo che la frase che gli avevo detto non avrebbe cambiato assolutamente niente e che, invece, l'avrebbe fatto desistere.
Beh, di sicuro non mi immaginavo questo...

"Visto che non rispondi lo prendo come un sì. Ti passo a prendere sabato pomeriggio verso le tre" mi disse lui dopo qualche secondo, facendo scorrere la sua mano dalla mia fronte fino alla mia guancia e, poi, interrompendo quel contatto.

"Non ti ho nemmeno detto di sì" gli dissi io dopo qualche secondo, desiderando, dentro di me, che il tempo si fermasse esattamente in quel momento.
"Perché? Hai intenzione di rifiutare?".
"No, però..." iniziai a dire io, bloccato, però, dalle sue parole successive.
"Appunto. Quindi non osare prendere altri impegni".

Disse queste parole con la sua solita aria ammiccante, salutandomi con la mano poco dopo ed incamminandosi lontano da lì.
Io presi un bel respiro, decidendo di fare lo stesso e raggiungendo i miei amici in mensa.
Presi rapidamente il pranzo e li raggiunsi al tavolo, ottenendo vari sguardi guardinghi da parte loro. Ma cercai di fare finta di niente...

"Che voleva il fenomeno?" mi chiese Nam dopo un po', probabilmente non riuscendo più a trattenersi.
"Mi ha detto che ha organizzato degli appuntamenti...con me" risposi io quasi con imbarazzo, cercando, poi, di nascondermi girando la testa dall'altra parte.

"Jungkook?" mi chiese lui in tono stranito.
"Sì" risposi io con il suo stesso tono, visto che, sinceramente, non ci credevo nemmeno io.
"Appuntamenti?".
"Sì".

"Ma che si è fumato?" mi domandò lui dopo qualche secondo di silenzio, facendo scoppiare a ridere tutti e cinque.
"Quindi ci vai?" mi chiese Yoongi non appena tutti avemmo finito di ridere.
Io annuii lentamente, sentendomi quasi in colpa per quella risposta.

"Lo immaginavo. Scusa se lo dico, Jimin, ma si vedeva piuttosto chiaramente che ti piace dal primo giorno in cui l'hai visto" mi disse Jin dopo un po', dandomi una leggera pacca sulla spalla.
"Basta che non ti fai del male" aggiunse poco dopo, facendomi sbarrare gli occhi e, poi, abbassare lo sguardo sulle mie mani appoggiate sul tavolo.

"Dai, ragazzi. Non biasimatelo troppo. Poi...diciamocelo, chi di noi non ha desiderato almeno una volta che Jeon Jungkook lo invitasse ad uscire sul serio?" disse Hobi dopo un po', facendomi rasserenare parecchio.

Fu dopo quelle parole che alzai lo sguardo dal mio piatto ed incontrai quello di Jungkook dritto davanti a me.
Rimanemmo a fissarci, senza fare assolutamente niente, per un po', quasi succubi dello sguardo dell'altro.
Ecco, fu in quel momento che mi resi conto che, ormai, non avevo più scampo.

SPAZIO AUTRICE:

Nel prossimo capitolo ci sarà la prima uscita Jikook...e sono più emozionata io di voi😂✌🏻.

•Revival {Jikook}•Место, где живут истории. Откройте их для себя