23. Sto bene così, qui con te senza fare niente

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JIMIN

Ero completamente nel panico.
Stavo venendo trascinato da una folla dalla parte opposta rispetto alla porta dalla quale ero entrato con Jungkook, incapace di riuscire a fermarmi o di tornare indietro per cercare lui.

Non sapevo dove sarei finito, non sapevo come avrei fatto a trovarlo, non sapevo se stavamo finendo dritti dalla polizia.
Cioè in linea di massima non sapevo, e non capivo, assolutamente niente.

Non so quanto tempo passò prima che sentissi una mano afferrarmi il polso.
Una mano che, ormai, era diventata fin troppo familiare.

Alzai lo sguardo e mi trovai davanti Jungkook con un'espressione quasi sollevata.
Ve lo giuro, non sono mai stato così felice di vederlo in tutta la mia vita.

"Vieni, andiamo" urlò dopo un po', sperando di farsi sentire. Io capii solo il labiale, ma, comunque, lo seguii senza battere ciglio per qualche istante, preoccupandomi solo nel momento in cui mi sono reso conto che, effettivamente, stavamo andando nella direzione completamente opposta rispetto a quella chiunque altro.

"Da dove usciamo?" gli urlai, allora, nell'orecchio, ottenendo come risposta solo un: "Fidati di me".

Così cercai di stare calmo, persino quando la sua presa si spostò dal mio polso alla mia mano, stringendola con forza.

Dopo qualche secondo arrivammo davanti ad un'apertura piuttosto stretta. Jungkook ci entrò e mi disse di seguirlo, aggiungendo che in pochi minuti saremmo arrivati fuori.
Iniziai a gattonare in quella specie di tunnel a causa della sua poca grandezza, non perdendo Jungkook davanti a me nemmeno per un istante.

Fu nel momento in cui sentii che il mio respiro si stava facendo affannoso a causa dell'ansia che mi provocava quel posto chiuso che vidi in lontananza l'uscita, calmandomi quasi all'istante.
Dieci secondi dopo eravamo fuori, guardandoci in giro per capire dove potesse essere la polizia oppure tutte le altre persone che erano con noi dentro quel posto.

"Okay, non c'è nessuno" mormorò Jungkook dopo un po', avvolgendo il mio corpo con un braccio per darmi un mezzo abbraccio di incoraggiamento.
"Lo so, ma meglio che ci sbrighiamo a tornare in macchina" risposi io, ancora un po' diffidente.

Lui mi mise una mano sulla mia spalla con fare quasi protettivo, chiedendomi subito dopo: "Ti vedo tanto scosso. Perchè?".
"Sono claustrofobico. Quindi trovarmi in mezzo ad una folla in panico ed in un tunnel piuttosto stretto mi ha messo un po' d'ansia" gli risposi sinceramente, abbassando lo sguardo sul prato ai miei piedi.

"Scusami. Se lo avessi saputo non avrei mai..." iniziò a dire, interrotto, però, dalle mie parole successive.
"Non fa niente. Possiamo andare in macchina, adesso? Che almeno forse mi calmo un po'".

Lui annuì, iniziando ad incamminarsi con calma a ritroso nel parco.
Fu nel momento in cui mi afferrò di nuovo la mano che il mio cuore mancò più di qualche battito, probabilmente facendomi anche irrigidire.

"Ti da fastidio?" mi chiese Jungkook subito dopo, lasciando, però, il suo sguardo fisso sulla strada in lontananza.
"No" risposi io semplicemente, rivolgendogli un sorriso anche se sapevo che non l'avrebbe visto.
"Bene" mormorò dopo un po', intrecciando le sue dita alle mie.

E, dio, quella situazione non mi sembrava nemmeno lontanamente reale...

Era come se fossimo finiti in un universo parallelo, dove lui era il ragazzo perfetto e disponibile che io ho sempre desiderato.

"Devo lasciarti la mano per entrare in macchina" mi disse lui all'improvviso in tono divertito, risvegliandomi dai miei pensieri.
"Certo. Scusa" gli risposi io pieno di vergogna, salendo sul sedile del passeggero non appena lui aprì la macchina.

Restammo lì seduti a guardarci per un po', probabilmente non volendo che quella serata finisse così ma anche non sapendo cosa fare.
Solo dopo un po' gli chiesi la cosa che mi stava frullando per la testa da un po'.

"Perchè sei venuto a cercarmi? Quando ero in mezzo alla folla, dico".
Lui mi guardò con aria stranita, dicendomi subito dopo: "Come puoi chiedermelo? Jimin, non potevo lasciarti lì. Ero preoccupato da matti. Ho cercato di farmi largo tra le persone per cinque minuti prima di trovarti. E, non appena ti ho visto, non sai che sensazione di sollievo che mi è esplosa nel petto".

Lo guardai per qualche secondo, rendendomi conto di quanto significato avessero realmente le sue parole.
Solo dopo esserci riuscito mi allungai sul sedile e mi fiondai sulle sue labbra, consapevole che, per la prima volta dal giorno in cui l'avevo rivisto, quella era la cosa giusta da fare.

Jungkook al primo contatto con le mie labbra si irrigidì, ma, qualche secondo dopo, iniziò a baciarmi con la stessa passione con cui l'aveva fatto nella sala da ballo, prendendomi quasi di peso e mettendomi a cavalcioni su di lui.

Iniziò a mordermi il labbro inferiore, facendomi già praticamente mugolare solo a quel gesto.
Io gli misi le dita tra i capelli, tirandoli e, conseguentemente, tirando lui ancora più vicino a me.
Le sue mani finirono a stringere i miei glutei con forza e, ben presto, le sue labbra passarono sul mio collo, dove lasciò una lunga scia di baci quasi bollenti.

"Aspettavo da un mese che mi baciassi, cazzo..." mormorò tra un bacio e l'altro, tornando a concentrarsi sulle mie labbra.

Riprendemmo a baciarci con foga, non pensando nemmeno per un istante che eravamo in una macchina e nel bel mezzo della strada.
Fu solo quando lui accennò a sbottonarmi i jeans con le mani che misi le mani sopra le sue, indicandogli di fermarsi.

"Non lo vuoi?" mi chiese quasi spaventato.
"Sì che lo voglio, ma...voglio anche fare le cose con calma" gli risposi sinceramente, passandogli delicatamente le dita sul viso e sulle sue labbra gonfie.
"Okay, va bene" mi disse in tono calmo, prendendo le mie mani ed intrecciando le nostre dita sulla sua pancia.

"Mi basta che non ti pentirai di quello che è appena successo" mormorò poco dopo, avvicinando la mia testa alla sua spalla e posandocela nell'incavo.
"No, volevo farlo. Sono sicuro" gli risposi io in tono sereno, lasciandogli, poi, dei leggeri baci sul collo.
"Bene" disse lui, iniziando ad accarezzarmi la nuca.

"Sto bene così, qui con te senza fare niente" gli sussurrai dopo un po' all'orecchio, notando da subito il fatto che si fosse irrigidito.

"Jimin?" mi chiamò dopo qualche secondo.
"Dimmi".
Passarono svariati secondi, nei quali nell'aria si fece quasi una tensione strana.
"No, niente" sussurrò dopo un po', riprendendo ad accarezzarmi i capelli.

Ma forse in quel niente c'era proprio tutto, invece...

SPAZIO AUTRICE:
Finalmente tutti felici e...niente, devo tornare a ripetere per l'esame di domani.
Quindi, mi dileguo. Buona giornata a tutti✌🏻❤️.

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