Il caso dimenticato

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Al mio risveglio percorro la routine di tutti i giorni rigorosamente, sono un'ossessionata degli orari e li ho imposti pure per lavarmi i denti o mettermi le scarpe. Grazie a questa severità, alle 7:50 sono già nel cortile della Paddington Academy, poco dopo sento correre qualcuno verso di me e dall'andatura dei passi è chiaramente Noah.
-È successo qualcosa a scuola, vieni.- Rimetto lo zaino in spalla ed entro nella struttura con il mio nuovo assistente dal fiato corto, durante questo breve tragitto la mia mente mi ha torturata di preoccupazioni, dopo l'incontro del giorno prima pensavo che Moriarty avesse fatto del male a qualcuno, ma arriviamo nella sala insegnanti e tutti i muri sono tappezzati da compiti in classe e con lo spray rosso c'è un'enorme scritta che invade una parete: "STO TORNANDO."

-Non vogliamo chiamare la polizia, potrebbe essere uno stupido scherzo, ma potresti occupartene tu.-
Mi giro e la voce proviene dalla preside della scuola, una donna composta e rigida ma che sa essere anche premurosa nei confronti dei suoi studenti, sono riuscita a capirlo quando i miei padri mi hanno iscritta.
-Certamente.- Rispondo con sicurezza e mi affretto ad analizzare la scena. La prima cosa che mi salta all'occhio sono i voti dei compiti, tutti negativi, tuttavia i nomi di chi li ha svolti non ci sono. Sicuramente saranno stati ricopiati, non sono autentici. Mi volto verso il tavolo dove i docenti effettuano le riunioni e al di sopra ci sono le loro cartelle, tutte normali tranne una, la cartella della preside ha una macchia rossa. La apro e c'è una cordicella intrecciata come un cappio.

Voti bassi...un cappio...un caso di suicidio.
Ma non può tornare la vittima se è morta, o è sopravvissuta e vuole vendetta per averla indotta al suicidio?

Mi avvicino alla donna evidentemente preoccupata per il contenuto di quella cartella. -C'è stato un caso di suicidio in questa scuola?-
Tutte le insegnanti guardano altrove, come se volessero evitare quell'argomento, la preside resta in silenzio e guarda il pavimento per non affrontare il mio sguardo.
-Allora?- Ribadisco e lei prende un lungo respiro. -È stato diversi anni fa, un nostro studente si è tolto la vita per i suoi disturbi mentali. Non riusciva ad avere successo nello studio.-
-C'è uno psicologo in questa scuola? Sicuramente ci ha parlato.-
-No, non ne abbiamo.- Ammette e riconosce le sue colpe.
-Mi servono tutti i documenti che riguardano questo studente.-
-Non possiamo darli a te lo sai.-
-Scusate professoresse, vorremmo parlare in privato.-
Loro mi guardano confuse e non approvano, infatti lanciano uno sguardo sulla preside per avere il suo consenso e lo ottengono.
Tutti, a parte noi due, abbandonano l'aula.
-Noah non origliare da dietro la porta!-
Sento uno "scusa" in lontananza, poi dei passi che vanno nel verso opposto alla porta.

-Ho una buona memoria, mi dica ciò che devo sapere a voce.-
-I tuoi padri ti hanno insegnato bene. È successo cinque anni fa. Lui era Oliver Harris*, sappiamo solo che era un sociopatico e si è messo spesso nei guai. Da quando sua madre è morta suo padre è diventato un alcolista...e noi non ce ne siamo mai accorti.-
-Cosa è successo dopo la sua morte?-
-Suo padre non ci denunciò, sarebbe finito pure lui nei guai, ma il rimorso ci stava mangiando dentro. Alla fine abbiamo deciso di metterci una pietra sopra e non nominare mai più questa vicenda.-

I fantasmi non esistono, e suo padre non ci avrebbe pensato solo adesso a cercare vendetta. Sarà Moriarty che mi sta mettendo alla prova?

-Mi serve il suo indirizzo.- -Sheryl sai che non posso...-
Rifletto e torno ad osservare le pareti in cerca di qualche indizio, di una stupida distrazione del colpevole, ma è stato un lavoro pulito e studiato da tempo.
Niente tracce e niente indirizzo, posso confidare solo in un'ultima speranza.
-I video delle telecamere di sicurezza, dove li trovo?- -Seguimi, li abbiamo solo del corridoio.-
Accediamo nell'ufficio della presidenza, stranamente non perché avessi combinato qualcosa, e iniziamo a controllare insieme i filmati dalle otto di sera in poi, quando la scuola chiude.
I video scorrono secondo per secondo, ma non c'è traccia del colpevole, fino a quando dalle 02:46 in poi il video va in loop per quaranta minuti.
Potrei controllare i video delle telecamere nelle strade se non avessi solo diciassette anni, mi fa infuriare e abbandono la presidenza dopo aver salutato la più alta carica della Paddington Academy.

-Noah, devi trovarmi più informazioni possibili su Oliver Harris, un ragazzo morto suicida cinque anni fa.- Il ragazzo dai capelli rossi è entusiasta per il suo primo incarico e quasi saltella mentre entriamo in classe per la prima ora, giustificati per il nostro ritardo.
In fondo alla classe Kyle si finge interessato alla lezione ma prende appunti troppo velocemente.
Scopro il contenuto di quel quaderno alla fine delle ore scolastiche, me lo lascia sul banco e se ne va fischettando.
Un'intera pagina è ricoperta da migliaia di "tik tak" e al centro è raffigurata la sottoscritta con un coltello infilzato alla testa. -Fa sul serio allora.- Senza che me ne accorgessi Noah stava sbirciando. -Non potevo desiderare di meglio.- Sussurro e mi precipito fuori la scuola prima che lui potesse farmi altre domande.
Ci fermiamo fuori e dal cellulare inizia a cercare quel nome che gli avevo suggerito su Facebook. -Credi veramente di trovare una persona morta da più di cinque anni su Facebook?-
-Trovato!- Mi interrompe e mi mostra il suo profilo.
In poco tempo scopriamo il nome di una sua amica del tempo e la contattiamo, appena ha letto il nome del suo vecchio amico si affretta ad accettare il nostro invito.

Ci incontriamo in un parco non lontano dalla scuola e davanti a noi si presenta una ragazza dai capelli lunghi con un semplice vestito rosa.
-Ci serve il suo indirizzo, è importante. Qualcuno potrebbe farsi male.- All'inizio ha esitato, ma poi ha capito che era la cosa giusta da fare, così io e il mio assistente andiamo a passi svelti verso il luogo indicato.
Ci ritroviamo di fronte una villa un po' malandata e con un giardino non curato, prendo un coltellino dai miei stivali e lo passo a Noah.
-Ti porti sempre dietro questi a scuola?-
-Mi sembra ovvio.-
Stiamo per bussare, ma una voce familiare mi blocca.

-Sheryl?-
I miei padri sono dietro di me, anche loro diretti allo stesso indirizzo.

Angolo autrice_ _ _ _ _ _ _ _
*Oliver Harris è anche il nome di un autore, ma non è un riferimento a lui. Ho scelto solo un nome e un cognome a caso.

Daughter of a genius | ✒Where stories live. Discover now